Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 18 - 30 settembre 1902

478 RIVISTA POPOLARE DI POLJTICA, LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI -collegare Roma alla Metropoli del Mezzogiorno; e l'altro sull'avvenire industriale di Napoli. Noi vorremmo augurarci che il governo non si lascerà trascinare mai dalla parvenza, di fare il bene di Napoli con la spesa di un 150 milioni per la direttissima, che riuscirebbe soltanto, forse, .a fare la fortuna di pochi capitalisti ed impresari, che - quando il conto torna - sanno adoperare il linguaggio del patriottismo. Quei 150 milioni impiegati in altro modo, invece, potrebbero riuscire di grande giovamento reale, sebbene meno tel)- trale, e a Napoli e a tutto il Mezzogiorno. Come impiegarli bene s'intravvede dallo stesso acce11no dell'on. Zanardelli alla Commissione che studia il pi-oblema dell'avveni1·e industriale di Napoli. A noi le parole del ministro-pr~sidenl.e parvero però alqua11to oscure; e ne proviamo vivo ramma1·ico perché 1~enatrasformazione di Napoli in centro industriale - opera a cui F. S. NiLti ha consacrato le sue forze migliori e tutta· la sua fede - noi scorgiamo la sai vezza e la prosperità futu1·a della grande città. In quanto ai mali ed ai rimedi che si propongono per I.a Basilicata e per tuUo il Mezzogiorno, ancora una volta -vogliamo lasciarne discorrere ali' on. Maggiorino Ferrar-i!=<. E.;li con lofavole insistenza, torna ad occuparsi del problema meridionale nell'articolo: Per la Basilicata nella Nuova Antologia del '16 Settembre, scrivendone in questi tennini : « I falto1·i df-'lle soffrrenze della nazione, é·he si rifletto110 con maggiore intensità nel Mezzogiorno e quindi nella Basilicata, si possono così riassumere: « Po,·e1·I à della p,·oduzione e degli .scambi; « Scarsità ed allo pi'.(zzo del capitale; « Usura e sfrullamenlo dei deboli, che sono i più, da pai-le dei forti. che sono i meno; " Insufficienza di lavoro e lenuilù di salario; « Mancanza di is~ruzione popolare e p1·ofessionale; « Assenza di una forte coc;cienza civica nella vita pubblica, nazionale e locale. » A queste cause di malessere noi aggiungiamo queste allre due: 1° il fattore psicologico, che consiste nella g1·ande spi·oporz.ione tra i bisogni e i me1.1i necessari pe1· soddbfarli. li desiderio ardente di soddisfare nuovi bisogni viene acuito dallo spetlàcolo che al Mezzogiorno povero rlà il Settentrione più agiato. E tale desiderio venne niaggiormenle stimolalo dall'affrettala e male ideata unificazione ed uniformizzazione tra le varie parti del regno. 2° Le grave, insopportabile pressione tribudi cui diremo in appresso. Ii Fel'l'aris per vie indirette, quali possono essere battute da un unitario che ha paura d; non sembrarlo abbastanza, l'esattezza della nostra prima aggi unione riconosce scrivendo:« Perturbata ed isterilita dall'.irmeggio « dei gruppi e dagli uomini di Montecitorio, la politica ila- ,. liana non si accorse, pe1· !unµ hi anni, che nel Mezzo- « giorno sopratuUo, si adder,savano tristi e inquietanti gli. ,. effetti di un indirizzo di governo erroneo. Le provincie « meridionali, daìlo estendersi delle ferrovie, della navi- « gazio11e e degli scambi, furono d'un tratto chiamate ad « una evoluzione e trasformazione economica e sociale • per la quale non esisteva sufficiente preparazione nelle « loro condizioni materiali e morali. Spettò ad esse Lasorte « degli organismi deboli, costretti di un tratto a cammi- « nare con organismi più forti. Cosi non solo rimasero le « cause antiche di debolezza; ma le energie locali, già per • sé stesse insufficienti, furono chiamate ad affrontare « nuove e maggiori difficoltà. » Non c'è in queste parole, e per un solo lato del prohlema, l'economico, la condanna di quel regime rigidamente unitario, cui fu sottoposto il nostro paese, che noi federalisti quotidianamente denunziamo come causa della maggior parte dei mali presenti e della impotenza a porvi riparo? Quali possono essere i rimedi nei quali ha fede l' on. Ferraris possono bene immaginare i nostri lellori, che ne hanno conoscenza dai larghi rias,rnnti dei suoi articoli, che abbiamo pubblicalo, e dall'arti,·olo 01·iginale che deti,e alla nostra Rivista sullo Spirito della Riforma A91·aria. Su qualche punto, inta11lo, giova ritornare. Anzilulto ci piace riprodurre una decisa affermazione del Direttore della Nuova Antolugia che corrisponde a capello al no5tro intervenzionismo. « Le attuali solfe- « renze della Basilicata, che con diversa intensità si ri~ « presentano in Calabria, in Puglia, io Sicilia, i11 Sar- " degna ed altrove, sono, a nostro avviso, la condanna « più recisa della Scw•la individualista nel governo dei « popoli a progresso estensivo. Quarant'anni d'insucccssi « in Italia devono oramai aver tutti persuasi che le dot- « trine della iniziativa individuale sono inapplicabili « ai paesi che non hanno raggiunto il complesso di « energie morali e di I isorse materiali indispensabili a « provocare ed a promuovere le iniziative individuali. « Le .provincie del Mezzogiorno non possono riscattarsi cc dalle loro presenti condizioni, che mediante l'opera « colletti va delle fo1•ze intere del paese, che in p1·atica « si est1·inseca nell'Azione dello Stato, da non confon- ,, dersi coll'azione del Governo, che ne é soltanto una « pa1·te. Occorre, per il Mezzogiorno, determinare con « precisione, eseguil'e ,:on continuità di propositi una « politica di 1·icostruzir,nc e di restaurazione, che 1·av- « vivi, rinforzi e sviluppi gli elementi sani cd operosi « della costituzione morale ed economica di quelle po- « polazioni. » Ponendo mano allo studio dei rimedi ad evitare erro1·i vecchi, che daperlutlo si vorrebbero ripete1·e, il Fer1·a1·is riproduce il giudizio, che abbiamo fatto nostr-o altra volta, co11l1·0 il pregiudizio che vede nelle Fer-i-ovie il tocca sana, lo specifico miracoloso per tutti i mali. « Non basta avere strade e ferrovie: bisogna ere- « scere la produzione per alimentarne il traffico. Quando « anche si fosse destinato allo sviluppo della produzione « locale un solo decimo dei sei miliar-di finora spe~i in « lavori pubblici, l'Italia non vedrebbe oggidì imp1·odut- « tive tante opere costose, che attraversano regioni po- « vere e terre esauste.· Si é risolto il lato appa1·iscente, ,; popolRre, elelto1·ale del problema: costrul're la strada « o la ferrovia; ma si é <iimenlicato il la Lopratico, po- « sitivo, benefico del problema stesso: sviluppare ener- « gicamente le condizioni della produ:::ionee q11indi del « traffieo, lungo la sl1·ada. « ...... Molti e g1·andi sono l!ncora i bisogni della via- « bili là nelle campagne, soprotulto del Mezzogiorno, spe- « cialmente per quanto rigulirda le st1·ade ordinar-ie e ,, le tramvie rurali - vnlidamente patrocinate le ultime « dall'on. Cappelli e dal Senatore Cavasola. - Ma an- « ch'esse non daranno che poveri frutti, senza un'altra " poht1ca agraria, che mediante il credito, l' istruzione e la cooperi,zione sviluppi la produzione locale e « quindi il traffico delle nuove vie di comunicazione. » A questo p1'oposilo La Tribuna opportuna men te ha ricordato che ciuanto si spese per la Basilicata in ferrovie non si spese per parecchie altre regioni; eppure essa é la più travagliata dalla crisi economica ! Ciò dovrebbe servire di monito alla Sicilia e alla Calabria, che sembrano in questo momento invasate dal furor~ ferroviario !

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