Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 17 - 15 settembre 1902

.\56 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA., LETTERE E SCIENZE ~OCIAll Una strana lezione, tenuta nel grande Circo Barnum, sotto una tenda, innanzi ad un pubblico di cinquemila persone. I most_ri del C\rc~ Bern'!m av_eva1:10fallo una grande impressione sull ammo. dei ber-lmes1_:n:olle pole• miche si erano accese, molte mesattezze s1 ripetevano. Fu allora che alcune illustri persone pregarono il Virchow di tenere una lezione. In un bel pomeriggio il bianco maestro sali sulla cal~edra improvvisata parlò, chiaro, lento, dei mostri innanzi a lui bellamente allineati: parlò della natura, senza cordoglio, senza amarezza, guistificandola, scusandola; parlò delle altre mostruosità morali e sociali, incitando il popolo a correggerle come la medicina avrebbe potuto correggere quelli di Barnum; pariò della vita « che deve esser bene vissuta» dopo che bene è data. E quando venne la yolta di esaminare i mostricciattoli, mostro una delicatezza commovente nel toccare, nell'additare, nello spiegare. A un tratto, esaminando una piccola bimba con tre arti, si fermò: - Ha la febbre - disse. E la lezione si arrestò. - Rudolf Virchow, usci dalla grande tenda, portando ,•ia, tra le braccia il piccolo mostro dalle tre gambe, quieto, solenne, nel tramonto profumato del maggio. Non é morto solo l'autore della patologia cellulare, é morto un uomo uno scien;;iato un democratico vero. Largo, o politicanti e demagoghi! P. NOI. DOPOIL CONGRESSDO'IMOLA Il partito socialista italiano ha prese\ allegramente una voltata decisiva. Se si tratterrà dal percorrerla tutta, il merito sarà piuttosto di coloro che presero l'iniziativa del movimento, anzichè della massa. Ora come ora prevale il senso della monarchica adorazione degli uomini. Altro che tendenze I Il congresso d'Imola è per i.ae in due fatti: nella scrosciante ovazion~ largita al Berenini, quando sì presentò alla tribuna, non già per fare le pro-· prie difese, ma per attaccare sdegnosamente il Ferri, che s'era permesso intercalare il suo caso nella lunga esemplificazione del moto degenerativo del partito; nella feroce intolleranza onlle la prevalente massa degli adunati dette prova a danno di coloro che dissentivano dal Turati. Il partito socialista italiano, pensavo fra di me, potrà fare di gran passi ancora e magari traere in sua mano mezza Italia, ma che sia più capace di contribuire alla restaurazione morale del nostro paese, sembra in verità alquanto dubbio. Gli organi socialisti, grossi e piccini, hanno già spesa, a proposito di questo congresso, tutta la lira del loro entusiasmo sulla riconfermata unità del partito, sulla vitalità di cui esso dà segno, sul trionfo illuminato e sagace del più comune buon senso. Anzi nella espressione di questo loro entusiasmo trovano il consenso pieno e illimitato della stampa monarchica e ministeriale. Quel che io diceva da vari mesi si conferma ormai come un fatto innegabile; l'opinione pubblica, schiettamente e intelligentemente conservatrice, non considera più come un pericolo per gl'interessi della causa dell'ordine lo sviluppo del partito socialista, al cui incremento è disposto a collaborare.• Onde se i ministri della •borghesia» consentono ai rappresentanti del • proletariato » ribassi ferroviari, che facilitino agli elementi moderati del partito di sconfiggere a morte i loro avversari della parte estrenu (1); la stampa borghese è pronta a cantare il quotidiano panegirico dell'ingegno, dell'abilità, del buon senso etc. del « compagno • Turati e dei suoi innumerevoli adoratori. Questo fatto è degno della più alta considerazione. Perchè delle due l'una: o la borghesia, mn.- gra volpe scaltrita dai lunghi digiuni, ha inopinatamente perduta la bussola e s'è messa ad aiutare i propri seppellitori; o i dirigenti del partito del proletariato non sanno più il loro fnestiere. Certo tutto questo battaglione di tendenze, di correnti e d'indirizzi dice una cosa sola, che c'è qualcuno che o non conosce il suo mestiere, o lo conosce tanto bene che riesce ad ingannare molti altri. • •• Al congresso d'Imola furono dette cose molto gravi. Lasciamo da parte gl'irnbecilli, che, con molta prosopopea di positivismo, vennero a fare dei giuochi di parole sul socialismo « che è riformista perchè rivoluzionario e rivoluzionario perchè riformista », e accantoniamo quegli altri molto più positivisti che nella critica al Ferri vedono il collegio da occupare e i vantaggi da conseguire. Si guardi al capo. Il Turati va in fretta. Cominciò questa sua evoluzione a destra, proponendo alleanze momentanee con le mule rognose del vecchio liberalismo; progredì diventando il più furioso e sistematico sostenitore del ministero Giolitti-Zanardelli; accennò poi vagamente a possibilità d'intesa con le istituzioni vigenti, ed al congresso d'Imola disse apertamente che la monarchia può esser d'aiuto al proletariato nella sua lotta (risurn teneatis) contro la borghesia. Ma c'è di meglio. Al congresso d'Imola il Turati s'era fatto precedere da una specie di manifesto, che era poi tutto un numero della Critica Sociale, distribuito con in~olita larghezza, gratuitamente ai congressisti. E' lecito supporre che il 'l'urati pensasse condensato in quelle pagine il meglio del suo pensiero, diremo così, politico, per quanto gli scritti di maggiore interesse non vi fossero sottoscritti dal Turati stesso. Agli onori dell'articolo di fondo era stato elevato un'abile recensione delle mie idee ·teoriche sul movimento sociale, che doveva assai praticamente servire a preparare l'onesto linciaggio dell'umile sottoscritto, se egli non avesse saputo sventare l'infantile giochetto. C'era poi un secondo articolo a firma D. S. ove si stampa va, senza troppe cerimonie, che era tem- (1) Tali ribaMi ferroviari consentirono agli emiliani e ai roma• gnoli d'invadere ad ora fissa il congresso e gettare nella bilancia del socialismo il peso risolutivo dei loro cluecento ooti, antifer• riani, autireprrbblicani, riformisti e contadineschi. Oh, l'avversione di Carlo Marx per « l'idiozia dei campi! ~ - Le grandi città vo• tarono coi rivoluzionari.

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