452 RIVISTA POPOLARif bi POLIÌ'ICA, LÈTTERE B SCIÉNZÉ SOCiA.lJ realizzare la centesima parte dei desiderati, che si ritengono indispensabili per la risurreiione della regione lucana f Non lo potrà! Perché eRli potesse soddisfare ai bisogni della 811silicata occorrerehbe1·0: prima, una legislazione speci11le pe1· la regione·; secondo, denaro, denaro e denaro. Ora il regime unitario non consente la prima, e la politica generale seguita dallo Stato cd appro-vata dai deputati della regione - ad eccezione del Fortunato, da alcuni anni in qua - non permette che s'impieghino in Basilicata tulle quelle somme che 11011 ci sono nelle Casse dello Staio; non permette quella diminuzione della pressione tributaria ch'è la conditio sine qua non per iniziare il miglioramento del Mezzogiorno. Il viaggio del Presidente del Consiglio in Basilicata, quindi, a parte l'atto lodevole di voler conoscere de vistt i mali deJl11 nobile regione, non solo lascerà il tempo che avrà trovato, ma avrà servito anche a peggio1·11re le condizioni finanziarie della provincia e dei comuni, che, magari ricorrendo a prestiti usurai, spagnolescamente si abbandoneranno a festeggiamenti indecenti ed antidemocratici, e riacutizzeranno le. disillusioni e il malcontento. Un risultato parlamentare potrà forse averlo: sanzionerà la pace tra !'on. Lacava e il Gabinetto, preparando un portafoglio al prim0. Ma l'avvenimento lieto per un individuo non muterù di un elle la situazio11e della regione lucana..... · Per tutte queste considerazioni noi crediamo che abbiano torto i Calabresi e i Pugliesi che vorrebbero prolungala la visita dell'on. Zanardelli nelle loro regioni; noi comprende~emmo il loro b1·oncio !!-olonel caso in cui fosse dimostrato che l'illustre cittadino di Brescia possedesse la virtù di fare miracoli. .. Degenerazione politica e mora'le. A 1>ropo,-lto della elezione di Ha1.•i. - Se noi avessimo la pretesa di dirigere una fabbrica a vapore di coscienze; se fossimo giovani facili agli entusiasmi e agli scoramenti, come i nostri amici della Pl'opaganda di Napoli, dovremmo disperare dello avvenire politico e morale del Mezzogiorno, di fronte al risultato della elezione. di Ilari del giorno 7 .settembre. Ma guardiamo serenamente ai fatti, colla convinzione profonda che l'opera di molti secoli non si conegge né m un anno, né in dieci; e continuiamo imperturbati per la nostra strada, se!lza curarci d~i giudizi che di noi portano gli amici o i nemici. A Bari venne eletto un avvocato De Tullio, che non conosciamo e che non è in causa. Non ci arrecano ·né sorpresa né dolore i' duemila voti .circa, che si raccolsero sul suo nome: al povero e bravo De Nicolò che da conservatore sentì il dovere di combattere C,·ispi e di associarsi all'Estrema sinistra nella lotta dell'ostru- ::ionismo, è stato sostituito un altro conservatore, che si atteggia a z11nardelliano, e che ci auguriamo voglia rassomigliare al primo nella difesa delle magre libertà sta1utarie, se un giorno correranno altri pericoli. Nulla di più naturale e di più corretto di una tale sostituzione. Lo scandalo nella elezione di Bari è stato rappresentato dagli ottocento voti raccolti da Enrico Ferri. Siamo sicuri che gl'illusi e i ciarlatani - con voce più grossa gli ultimi dei primi - grideranno che quei voti sono ottocento coscienze guadagnate ijl socialismo; e ciò grideranno contro la evidenza, come lo gridarono quando Barbato - la cui personl\ e la cui posizione nel Mezzogiorno, intendiamoci bene, uon vogliamo affatto paragonare con quella di Ferri - venne eletto a Corato contro Giovanni Bovio. Invece è notissimo che in quelli ottocento voti il contributo dei socialisti è scarso: è maggiore quello degli avversa1·i dell'amministrazione locale, dei sostenitori delle candidature rientrale Petrone e Capruzzi, degli amici del generale Pelloux ed anche dei pochi repubblicani, - ahi! qual razza di repubblicani ... - che vivono in Bari. Il fa-tto che si siano uniti sul nome di Ferri elementi così disparati costituisce da solo una desolante, una enorme mostruosità morale e politica. Se si fosse trattato di combattere una battaglia in difesa della libertà insidiata si sarebbe compresa e si sarebbe imposta l'unione dei cosiddetti partiti o,ffini, come si comprese e s'impose nelle elezioni del 1900 contro Pelloux. Ma oggi la libertà non corre pericoli straordinari; v'è un ministero che ha avuto ripetuti v9ti di fiducia - compresi quelli del Ferri - da quasi tutta l'Estrema; stanno nel laido, nello sporco amalgama i nemici di ogni libe1là e coloro clre dovrebbero essel'lle i difensori ..... Dunque 1 Della condotta di Enrico Ferri non ci occupiamo e non ci preoccupiamo. Egli di Lutto è capijce. Non si Ctuse conservai ore per ottenere I?. cattedra? No11 combatté il socialismo marxi,ta nel 1883, pur co111'essa11do di non a,·er letto i lib1·i di Man: che <-ir,'.11dieci anni dopo i' :-Sulla, quindi, di più logico clte egli intransigente,. egli nemic,o dell'a}lìnism-i e del popolarismo, raccolga e cerchi i voli dei socialisti, dei repubblicani ... e dei reaziona1·i. Ed egli è capace di sostenere che precisamente il conl1·ibuto dei reazionari lo /:(Ìustdiclri e lo mantenga sul terreno dell'avversione all'aj}ìnisnio e al popota,·ismo; ... e che conl!·additto1·io con sè stesso lo si sarebbe potuto considera,·e soltanto nel caso in cui gli ottocento voli fossero venuti da socialisti, da 1·epubblicani e da radicali. I voti reazionari hanno agito da dissolvente dell'affinità ed hanno, quindi, eliminata la conlraddizione ..... ( I J Del resto non abbiamo bisogno di biasimare noi la condotta coutraddiLLoria dell'on. Ferri in questa occa~ sione; il biasimo severo gliel'hanno inflitto i s-uoi compagni nella prima seduta del Congresso d'Imola. Le nostre staffilate invece vanno 11ll'indirizzo di quelli ottocento votanti pe1· la loro (juahtà di meridionali. In quanto alla loro qualità politica, lasciando eh~ Il Giornale d'Italia tiri le orecchie ai suoi amici, 1101c1 sentiamo nel dovere di rirnlgere u11a . speciale e dura parola a quelli che si dicono repubblicani, e fan capo_ 111 giornale li popolo. I r.cpubblicani che volano per Enrico Ferri, eggi come oggi, ci tanno l'effetto, nella miglio1·e delle ipotesi, di suicidi inetti, che danno spettacolo nauseante di viltà. Non si può, no:1 si deve votare dai 1·epubblicani per chi da tempo è stato e continua ad essere il più implacabile avversario della 1·epul,blica; per· chi nelle Romagne ha riaperto colla sua stolta propa• ganda antimazz1nia11a l'era infausta degli assassini politici. E quale sia stata l'opera sua nelle Romagne lo ha dtillo nel C,)llgresso d'Imola, Gaetano Zizardini, un socialista dei più autentici e dei più antichi, che ~-er ragioni di partito avrebl,e potuto sorgere per difend_ere il Fe1·ri, e che n'è stato invece l'accusatore ... Il g1ud1z10 del forte romagnolo, perciò, suona come una scudisciata sul volto del Popolo che a Bari si atteggia a repubblicano I , Gli ottocento voli dati ad Enrico Ferri da meridionali ci addolorano, perché dimostrano che ci sono nel Mezzogiorno ·individui - poco c'imporla se socialisti, rea- - zionari o repubblicani - che meritano di essere considerati come degenerati o appartenenti ad una razza inferiore. E tali devono essere ritenuti quanti ringraziano chi li schiaffeggia; quanti dànno testimonianze di affello non a chi dice loM la verità dura, ma educatrice d 1·isanatrice, ma a chi ripetutamente e sistematicamente li calunnia, ed anche di recente - dopo la negatagli solidarietà di tutta l'Estr·ema Sinistra - fatto audace dall'incoscienza e dal senilismo delle masse lavoratrici e dei socialisti meridionali, della calunnia si è vantato come di un titolo di onore. Questa condotta non è da uomini liberi, ma da schiav.i, da cani, che leccano la mano del padrone che li bastona. E per,og"i non diciamo di più perché ci manca lo sp11zio,1·iserbandoci di ritornare sull'argomento per rettificare le inesattezze di socialisti meridionali che, contro l'evidenza, giustificano se non ammirano l'on. FerrL L'insistenza nostra non è inopportuna, pe1·ché 1101 abbiamo la sicurezza che l'indecente spettacolo di Bari sarà ripetuto in molli altri collegi del Mezzogiorno. E noi continueremo a combattere - benché conv111l1 che (I) Investito <la più parli, l"ou. Ferri nel Congresso d'Imola <lette uu saggio della sua burlesc&. intransigenza, affermando • che nel Mezzogiorno con condizioni ecouomiche semi-feudali • occorre prima formare ,una borghesia radicale, e che sol" dopo • di questa potrà venire il socialismo ». Ora i nostri lettori ricorderanno che quando noi criticammo il partito socialista cbe riconosceva la necessità di uu altro partilo - radicale o repubblicano - nel Mezzogiorno, ed attribuimmo, all'on. Ferri un articolo dell'.loanti I in cui tale necPssità veniva esplicitamente ricono• sciut&, l'on. deputato per Ravenna protestò e il sig. · Bonomi ne rivendicò a sè la paternità. Oggi si vede che noi fummo profeti, Ritorperemo un'altra volta su questo tasto.
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