Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 17 - 15 settembre 1902

474 RIVISTA POPOLAkE DI POLitICA, LETTERE E SCIENZÈ SOCÌALl di classe, da scrupoli cli religione, da reliquati atavistici. L'Humanité rinasce, novella fenice, dalla grave crisi in cui, dopo più anni di vita avventurosa e batt11gliera, l'aveva gettata la lungH. lite coi prop1•i editori: la lite fu vinta dalla Rivista, ma con una sentenza formulata cosi sottil men te dai sapientissimi legulei, Ja costringerla a trascinare ancora fino in Cassazione, e per altri due arini almeno, il dibattito. Sicchè l'Hamon ha deciso di romper gl'indugi e riprendere intanto, in ogni modo e ad ogni costo. la· pubblicazione del suo periodico. È apei·ta la sottoscrizione, a 25 lire, pe1· essere abbonati all'annata prossima, e per far pa1·te della costituenda società fondatrice ed editrice della Rivista. * Solamente ora mi è capitata sott'occhio la « Revue Bianche», con le risposte alla sua Inchiesta sull'injluenza della educazione ricevu la a scuc,Ja dagli uomini celebri crrntemporanei in Francia: come ad ogni H.!tra inchiesta, qt:i pure le risposte son varie e di tutti i gusti: m,i, tr L le tante, segnalo que!lf\ del Maeterlinck, educato dai gesuiti, il qualedidtiara che gli son voluti dieci iurni, dopo, a riacquistare la sna sa.Iute morale ed in.tellettuale; quella del Mirbeau, idem, il quale è ancorn indignato adesso di quella pedagogia che si frrnda sulla paura e suiripo• crisia, e da cui. impasto_j,-1,toe paralizzato nell'adolescenzH., non s'è liberato da grande éhe a furia di sforzi supremi e disperati; e quella dello Zola, infine, che ·ra voti per la soppressione totale e definitiva d'ogni insegnamento religioso, perchè organicamente antisociale, an tiu mano, ed an tiscientifìco, e quindi criminale, e quindi non tollerabile in una societ~t civile. Se io fossi un uomo celeure, e francese, e consul- ·tato dalla « Revue BlH.nche >>, avrei risposto . a un dipresso al medesimo modo: avrei tuttavia soggiunto che non so se all'educazione fondata su principi· francamente teocratici e rt>azionari come quelli cosi. condannati dai nostri valorosi confratelli di Francia, sia molto preferibile l'educazione più comunemente i_mpartita nelle nostre scuole ufficiali, e che non si fonda sopra principio alcuno: un'educazione tuttH. scappatoje ed equivoci, ti-a il bianco e il nero, il rosso e l'azzurro, il ti vedo e il non ti vedo, il diavolo e la màdonna, il si" e· il se, il sicuro e il • però. Per parte mia, se si facesse un'inchiesta ·fra noi in tal senso, dovrei proclamat·e che è un vero miracolo se ancorn l'ra tanti scettici e cinici, e·sce talvolta dalle nostre scuole qualche convinto e· qualche galantuomo. i( * * Libri italiani: mi ~oc~a fare pochissimo più che.un · elenco, avendo speso in conversazioni, forse non vane, del resto, quasi tutto lo spazio. Qualche nota all'Inferno dantesco, di ErnestoA!lzalone, Catania, Galati editore: buon saggio d'un maggior libro futuro, inteso a lumeggiar la figura del Poeta in relazione coi peccatori, cioè la sua varia psicologia d'uomo vivo e vibrante di tutte le passioni terrene, di fronte all'immane e sbalorditiva visione di tutta la storia umana adden-,ata nel mondo dei reprobi: punto di vista non del tutto nuovo, ma d'onde realmente il giovine autore riesce.ascovrire qualche nuovo particolare. * Fumo e fiamma: elegante volume di novelle edito dallo Streglio a Torino, e dovuto alla penna signorile di quel bizzarro e multiforme ingegno che è DomenicoTumiatl: agli antipodi. in mate,·ia di critica d'arte, dall'inventore, o rinnovatore che sia, del molologo, io ero un pochino mal prevenuto anche per le novelle: devo dire, invece, che le ho lette con mollo gusto, e che posso, malgrado qualche meno simpatica preziosità di stile, cordialmente raccomandarle agli amatori di buona prosa. * Teatro nuooo drammelòdieo (Milano, Lu PoligrH.fica), è un'altra delle solite quasi tolstoiane fantasie di quel singolarissimo e simpatico genialoide, che si cela s.ottò lo pseudonimo di Umano: in sostanza, UmH.nçifa una diffusa e gustosa critica del teatro melodrammatico H.ttuale, e ne propone la riforma radicale, nel senso (se ho ben compreso attraverso le bizzarrie della forma), che il dramma debba riprendere il sopravvento sulla musica, e questa l'ufficio antico di colorii-e e accentuare semplicemente la parola, o meglio l'interiezione, il gemito, il sospiro cantato. * Nel titolo del nuovo libro di BenedettoCroce, Estetiea come seienza dell'espressione e linguistica genercile, è tutta già la sostanza della sua tesi: cioè che ogni parola, ogni gesto, ogni immagin~ anche soltanto pensata, è già arte, e che quindi l'estetica ha un territorio ed un compito immensamente più vasti di queili assegnatile fino ad oggi dai più. Seri- . verò altrove diffusamente e criticamente di ·questo importante lavoro: qui basti l'annuncio, ma come di cosa che merita la più deferente attènzione. * E torniamo al teatro: preceduto da una bella prefazione storica sull'evoluzi_one del teatro italiano, di G. Agnoli, il dramma in versi, Agostino du Tagaste, di LuigiRatti, (Cremona, tip. coop. operaia), traccia in rapido ed efficace scorcio la gioventù scioperata e tumultuosa del santo futuro, del formidabile polemista che doveva più tardi confonder gli eretici e glori_fic;:tre la fede; e la pone in quel tipico ambiente dél secolo quarto, che segna un punto culminante della coscienza umana, un momento critico, una svoltata nella storia delia ciYiltà. li dramma, più che storico, è psicologico, e malgrndo il frasario un tantino antiquato, si legge col rimpianto cli non aver fatto in tempo a vederlo rappresentar sulle sc.:ene: ciò che, si dice, avrà luogo tra poco e degnamente, a Milano. *** Lil,ri forestieri: Mindowe re di Lituania, quadro storico in cinque atti, e Il padre degli appestati poemetto di GiulioSlowacki (pron. Slovaski) t1·adotti lètte"ralmente dall'originale polacco eia ·Aglauro Ungherini, sono raccolti io un nitido volume di Roux e Viarengo, a soli cinquecento esemplari numerati e firmati. li traduttore narra d'essere stato letteralmente ossessionato dall'originale, tanto da non potersen~ più liberare se non sfogandosi col farne un libro italiano. Ci sono infatti, tra altre inassimilabili a noi latini, e di oggi, delle scene e delle pagine che fanno venire· la pelle d'oc,a. E la pelle d'oca, diceva con arguzia profonda un vecchio pubblicista lombardo, è quella che riv_ela la presenza del genio. * Nell'antica, e sempre crescente, e. sempre più cara intimità, anzi oramai parentela stretta ed affettuosa, che unisce l'Italia all'Argentina, diventa un dovere ed insieme un bisogno del sentimento e dell'intelletto, quello di domandarci e di raccontarci a

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==