472 RIVISTA POPOLA.RE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ mandano questa corrispondenza sulla quale richiamiamo tutta l'attenzione del governo, che . nulla dovrebbe tralasciare per vedere aumentare gli scambi tra l'Italia ed una regione nella quale vivono circa un milione e mezzo di nostri concittadini: Buenos-Ayres 30 luglio 1002. Il Commercio di esportazione dall'Italia per questi paesi risente moltissimo del caro dei noli. Quando tulle le altre nazioni, e le stesse compagnie estere di navigazione limitano i prezzi, appunto per agevolare l'espor• taiione, il nostro governo dorme della grossa e ci lascia mani e piedi legati in mano della potente compagni11 « La Navigazione Generale», che da riuando ha assorbito « LR Veloce » si permette tutto, anche di sopprimere qualche partenza ordinaria delle settimanali promesse al pubblico, con grave danno del commercio. - Ci fu un temJJOin cui la bandiera italiana batteva questi lidi con una certa supremazia sulle altre del Mediterraneo. I vapori italiani erano i favoriti sia per la comodità, sia per la velocità. - Tempi felici quelli. Da Genova al Plata si arrivava in 15 giorni, oggi che la lotta di tariffe e di capitali ha spazzato i concorrenti serii il minimo tempo è 18 giorni per una o due volte al mese, !'ordinario è di 20 e 22 giorni. Un ramo importante dell'esportazione si esercita a mezio dei piccoli colli dai 5 ai 50 !dli col\)e massimo Tanto è vero che è importante in rruantochè il governo per quelle linee che può dettare le tariffe per la sov• venzione che dà, ha stabililo un prez"zo atto a facilitare moltissimo il commercio. Difatti la tariffa andata in vigore il primo giugno c. a. per il trasporto dei piccoli colli da 5 a 55 chilogrammi sulle linee marittime sussi• diate dallo Stato é la seguente: Per tutti i porti del regno da L. 0,70 a L. 1,8g; Tunisia, Tripolitania e Asia Minore da L. 1,05 a L- 3,15; Danubio da L. 1,80 a L. 4,05; Mar Rosso da L. 1,35 a L. 3, 15; India da L. 2,50 a L. 5,00; Estremo Oriente da L. 4 a L. 8. - Sapete voi quanto riscuote la Navigazione Generale per un piccolo collo di 50 kili per Buenos-Ayres? Venti lire, ossia 400 lire la tonnellata. E' un vero ladrocinio. Un caricatore come me, che per la natura del suo commercio è costretto a ricevere d'Italia da 3 a 6 piccoli colli la settimana subisce addirittura una rapina. - Mi si potrebbe obbiettare: ·perché non ricorrete al carico? Non posso perché trattandosi di poca quantità di merce, tutte le spese, sia d'imbarco, che di sbarco unite al nolo raggiungono quasi l'istessa son,ma, con l'ag· gravante di avere la merce in casa al minimo otto giorni dopo l'arrivo del vapore, data la lungaggine delle operazioni doganali, - Invece il piccolo collo si ritira il giorno dopo l'arrivo del vapore e s'imbarca e sbarca senza bisogno di intermediarii; leggi: spedizionieri. Dalle tariffe Lestè andate in vigore si apprende C<'me per un percorso di navigazione uguale, uno stesso collo di 50 kili sulle linee sovvenzionate paga 5 e sulle non sovvenzionate paga 20, ossia un aumento del 300 010. - Le Indie su per giù distano tanto quanto le rive del Plata dai porti italiani. - Un piccolo collo di 50 kili per l'Estremo Oriente, per 45 giorni di navigazione paga 8 lire e per 20 giorni di navigazione per il Plat a paga 20 lire, ossia il 150 010 in più. Ora cosa fa il governo? Dove deve proteggere quelli che azzardano relazioni commerciali ipotetiche paga ed interviene, dove poi il commercio basta II sé stesso, lo abbandona e permeLLe che lo si strozzi. Per quanto non sovvenzioni questa linea, pure considerato che la compagnia è quella che asserve tullo quanto, il governo dovrebbe far pesare la sua mano ed impedire queste enormezze I Almeno dovrebbe imporre una riduzione del 50 010, da 20 lire portare a solamente 10 lire per un minimo di 50 kili. Div~rsamente sarebbe quasi meglio che si proponesse la sovvenzione anche per quelle linee, nella sicurezza che il denaro speso darebbe buoni frutti. A me manca cultura e facilità di esprimermi per dimost1•are lampantemente il danno che ne risente tutto il commercio; ma voi, così nutrito di studii economici, potete farvi un concetto sano del problema da risolvere, e nutrirlo di tali argomenti dimostrativi da riuscire al• l'intento. E per oggi basta, ed un'altra mia vi darà altri motivi per interessarvi ad un'altr11 campagn11. - Risolta questa nuova questione, si sarà fatto tanto lavo1·0 per la diffu- _sione delle lingua italiana per quanto non ne fa in un lustro la famosa Dante Alighieri, cuccagna di croci e commende. X. Y. STELLONCILNEITTERARI VII. llaccesso ai musei • Gaetano ~egri • Ancora il Campanile • Rivistt! i"1•ancesi * l,lhri italiani • l,ihri stranieri. La notizia di un decreto che trasporta.va dalla domenica al giovedì la facoltà di libero e gratuito ac• cesso per tutti ai Musei e Gallerie dello Stato, è corsa per i giornali, ha destato proteste e polemiche, sdegni e difese, poi fu smentila, ullimamenle, e non se ne pa1,lò più. Non è però fuo1· di luogo tornarci sopra un momento, per notare che, se non altro, quella frottola estiva rappresentava il segreto desiderio cti qualcheduno, dentro o fuo1·i della « Minerva»: e che sarà bene che quanti amano la coltura del popolo stiano in guardia contro le mène oscure dei forcajoli delrarte e dei monopolisti della scienza; e che intanto si continui a gridare e a tempestare che i musei e le gallerie, i tesori della bellezza e del sapere, non sono la proprietà privata nè dei custodi, né dei bibliotecari, nè dei direttori, nè dei ca• pi-divisione, nè dei ministi'i; ma il patrimonio sacro, inalienabile e inconfiscabile, di tutLo il popolo: son sue le idee che hanno inspiralo gli artisti, snoi gli elementi che i pensatori han sviluppati in teorie, suoi i materiali raccolti in patria o nei paesi lontani per le collezioni miner-alogiche, zoologiche, antropologiche: è con le braccia sue, col suo sudato denaro, con la sua instancabile attività, col suo in• gegno proteiforme, che tutto ciò si è fatto, adunato, ordinato. L'arte e la scienza non devono inter,lirsi a nessuno, con tasse e con barriere, come a nessuno si negano l'aria e la luce. Le imposte posson gravare, e gravan già bene, mi sembra, sui redditi e sugli affari, cioè sugl'interessi materiali; ma rappresentano un sacrilegio se incombono sulle cose superiori dello spirito, se, oltre al pane già scarso, Yengono a limitarci e a contenderci anche il pensiero. Largo, largo, e la domenica, e il giovedì, e ogni
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