RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ 471 h,mno sofferto a produrrè i beni, o godono a consumarli. L'uomo, forza prima e vi.vente del fenomeno economico, è bandito dalla sua analisi: le merci diventano feticci, che hanno linguaggio proprio e che dominano i possessori. È la concezione oggettiva spinta all'estremo! Oggi invece l'Economia politica parte dall'uomo sensibile, e dalle sue ·valutazioni. E dal modo di manifestarsi delle sue azioni economiche deriva quella serie di teoremi cardinali, a cui si riferisce tùtta la realtà economica. Così sulla stessa soglia dell'Economia si rinviene quella forza competitrice, la cui kasquranza costituisce il segreto dei difetti dell'opera marxista. Partendo da tal forza equilibrante competitrice, l'economia odierna arriva all'assetto scientifico dei fenomeni economici. Così pel fenomeno del valore, non esiste più la quistione della sua causa determinante. Il valore non è determinato dal costo, dal lavoro; ma è il costo, il lavoro che tende a porsi in equilibrio col valore delle merci. Il passaggio compiuto da Marx. dall'equazione lavoro=valore alla identità loro sostanziale, è un errore che sul terreno della economia odierna appare a luce meridiana. Dalla nozione obbiettiva del valore dipende anche la limitazione che essa ha presso di Marx. e per cui esclude dalla sua comprensione, tutte le merci non riproducibili all'infinito, tutta la dettagliata disamina del valore della moneta, e dei titoli di credito ecc. La teoria generale del valore tale che abbraccia in sè tutti i casi possibili non poteva fornircela l'economia obbiettiva. Era compito del nuovo indirizzo. Non perchè in Marx. però non si trovi la teoria economica del valore, è da concludere che le analisi ch'egli fa - come economisti ortodossi si affrettano a concludere - siano tutte inficiate dell'errore. La conseguenza è diversa. te sue analisi possono essere con vincenti, probative, vere indipendentemente dagli errori annidati nel concetto fondamentale del valore. Soltanto le sue dottrine vivono fuori della sfera, del dominio proprio della Economia politica, propriamente intesa. Onde ben si disse che il • Capitale • è una grande monografia storico-sociologica, anzi che un trattato di Economia. Ma ciò non esclude che i problemi fondamentali affrontati dal Marx., compreso quello della plusvalenza, possono essere - e lo saranno - risoluti sul terreno della scienza economica, sulle fondamenta stessa degli odierni perfezionati principii della teoria del valore edoni.5tica e del la concezione meccanico-matematica della economia. E.>1RICO LEONE. ~ Gli abbonati che invieranno all' Amministrazione della Rivista Popolare l'importo dell'abbonamento scaduto e lire una e cinquanta, riceveranno,Jranco di porto, il volame Per l'economia uaziomtle e pel dazio sul griuto1 defl'on. Dott. Napoleone Colajanni, Le specsehseifannsoenzaautorizzazione del Parlamento ·••+-.:::t::'+·· È questo il titolo modesto di uno scritto di piccola mole del sig. G: De Flaminii ('l). Egli è un funzionario dello Stato di cui bisogna lodare incondizionatamente non solo la grande competenza recnièa, ma anche e più il coraggio che mostr11 mettendo in evidenza delle sconvenienze :nell'amministrazione del pubblico denaro e con parole che potrebbero riuscire ostiche ai Ministri e al Parlamento. È una gravissima sconvenier,za, infatti, lo spendere in ogni anno una ventina di milioni in più del previsto se11·1,al'autorizzazioP.e del Parlamento, rendendo illusoria qualunque discussione preventiva del · bilancio, ledendo il principio fondament.:ile del governo - costituzionale, come diceva il Busacca. E che cosa divengono le vivaci discussioni della Camera su di un capitolo che importa una spesa di un centinaio di migliaia di lire, che il Ministro si rifiuta di ammettere, quando lo stesso Ministero senza il permesso di chicchessia spende venti milioni all'anno? Q11este eccedenze di spese; pare che dica il De Flaminii, non vengono forse pagale dai contribuenti 't Il De Flaminii ci sembra che inclini all'abolizlone del nostro bilancio di competenza per vederlo sosliLuito da quello di cassa: all'inglese. E dell'Inghilterra vorrebbe trapiantata in Italia l'organi:lzazione e la funzione del Ministero del Tesoro. Ciò che egli osserva sulla farragine delle leggi e de~ decreti elle formano 180 volumi in folio di 1:200 pagine ciascuno, spiegano, lo scoraggiamento da cui son presi coloro che vorrebbero studiarli e le contraddizioni che si verificano tra una legge e l'altra sullo stesso a,·gomenlo. E contraddizioni ci sono tra le leggi, i decreti e gli ordini del giorno votati sulle eccedente delle spese, che tolgono ogni 5erietà ai bilanci preventivi e che trasformano talora in deficit i preannunziati avan;i. A proposito di queste eeceden:;e, il De Flaminii nota che è inutile vietarle quando ci sono leggi che dichiarano che esse occorrono ... E malinconicamente aggiunge: « In Italia avviene uno strano fenomeno: mentre la legge fondamentale sulla contabilità dello stato vieta assolutamente le eccedenze, non commina, però, alcuna sanzione penale per i funzio.nari, dai ministri in giù, che le commettono, cosicché fra le spese non autorizzate e le auto1-izzale dal Parlamento, non vi halin pratica che una semplice e lieve diffe1·enza, ossia che per le prime si presenta un progetto di legge dopo averle impegnate o eseguite e per le a Itre si presenta prima ... ,. La questione è importante; e per la solidità del bilancio e pe1· la serietà del Parlamento· c'é da augurar:;i, come fa il De Flaminii. che venga portata alla Camera. Il De Flaminii, poi, a noi sembr11 che dica assai meno di quello che saprebbe e vorreLbe dire ... (1) Roma 1902. LO ZOTICO. .,.. ...... ................... ...,..._ LE NOSTRE COLONIE Pel commercio coli'Argentina ~ Da Buenos-Ayres, dove nella stampa - Prensa, I'ays, Nacion - trovò accoglienza assai benevoli\, l'artico!o: Emirrazione e Colonie e vi l'u interpretato- in senso soverchiamevte ottimistic•>, ')Ì
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