Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 17 - 15 settembre 1902

450 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA., LETTERE E SCIENZE SOCIALI .La loro sonora sconfiUa, quindi, era prevedibile e del tutto meritala. Il guascone, del resto, non ne resterà addolorato: egli desiderava 11 successo oratorio. E questo l'ha avuto, e non poteva mancargli. Su di un miglior terreno si trovava la corrente riformista o turatiana, che trionfò completamente. Del suo trionfo siamo lieti, e lo saremmo aticora di riù - anzi ci confonderemmo colla medesima - se 11 suo · capo smettesse dalla acredine si~tematica, dai travasi -di Lile elegantemente manipolati, cont1·0 la .repubblica e i repubblicani. E di più l'avremmo 11mmu-ata se non fosse in essa l'artifizio continuo a mascherare la propria tendenza bernsteiniana - anzi l'inti1na essenza sua be1·11steiniana -, che venne soltanto affermata esplicitamente da uno dei suoi più vigorosi alfi.lrt in una polemica sporca e disonesta col nostro direttore. Che il turatismo si distingua dal socialismo colleuivista classico in questo, risulta da lutti i discorsi e da tutti gli scriUi dei suoi adt'pti - meno gl'ingenui, che non sanno cosa sia il collettivismo. Per Tui-·ati come per Bernslei11 il· collettivismo è la mèta-fiualo lontaua; ma è il movimento, cioè le riforme, che sopl'atuuo interessa. Repubblica e collettivismo, infatti, per Filippo Tul'ati s·ono in uno sfondo cosi distante che appena appena si int 1·avedono. Ora perché tanto studio nel negare che ci siano due tendenze nel socialismo italiano r Questa e maucanza di since!'Ìtà riprovevole. Nè si diminuisce od oscura il fatto fondamentale affermando - ciò ch'è verissimo, e venne da noi rilevato sin dal primo momento in cui si parlò delle due tendeuze - che a determinarle o 11 dai-le i conto1·ni contribuiscono rnoltiss,mo la di versitil dei ,temperamenti, i ranco,·i e le gelo~ie personali. Questi elemeuli hanno agito in tutti gli scismi e iu tutte le secessioni; ma uon pe,· quest,i scismi e s1::cessio11i hanno cessato di essere cosa rea le. Un'altra osservazi()ne. li turatismo -• che sa,·ebbe la stessa cosa del merlinismo - se le antipatie pe1·sonali nou tenessero lontani l'uno dall'altro Turati e Mci-11110 - vorrebbe dare ad intendere che esso si allit:ne al sociHlismo marxista rigo1·osamente, in quanto riconosce per capisaldi: la prop1·1età col!t,ttiva e la lotta di classe, capisaldi pu,·e dei ferriani; d'onde l'u11ità nella varietà del partito socialista italiano ... - Ma avviene per la lolla di classe turaliana qualche cosa di più d1 quello che è avvenuto per la proprietà colll'Ltiva. Si può riconoscere la interezza di questo clesideratum perché non è cosa presente, ma assai remota; si mutila il principio della tolta di classe, perché è cosa attuale .. E lo si mutilo 1·iconoscendo che la bor·ghesia non costituisce un unico blocco che dev'essere combattuto nello stesso modo e colla stessa intenaitù. li riformismo del resto non avrebbe consiste11za e serietà se non ammettesse una lotta di classe a scartamento ridotto. . Da I ulto ciò dovrebbe s"aturire, e scaturisce, la giustificazione dell'cf.Dinismo e del pnpol,arismo. E Tu1·ati lo ricouosce e mostra le sue simpatie pe1 borghesi radicali; le antipatie e i rancori personali lo &ospingono a detestare i repubblicani. Questi sono borghesi - almeno devono essere tali secondo la classificazione socialista - ma hanno il torto di essere repubblicani. E <lire che il çollettivis,no, per ,·onfessione dello stesso Turali, non potrà germogliare che su terreno repubblicano..... . Arrestiamoci che n'è tempo, poiché il Congresso di Imola ci potrebbe trascinare a molte altre considerazioni, che faremo in altre occasioni. Stil Conp;resso rilorueremo forse noi stessi, e ne diranno oggi e nel prossimo numLro altri scrittori che rispecchiano autorevolmente le due correnti àntagonistiche. <O li ,·iaggio di Zanardelli in Uasilieata. Illusioni attuali e delusioni prossime. - Ment1·e va in macchina la Rivista, Giuseppe Zanard,elli parla in Napoli e si apparecchia a partire per la Basilicata. C'è molta aspellazione per questo discorso perché da I medesimo s1 potrà apprendere quale programma il ministero intenda svolgere sulla quistione meridionale. Noi dopo averìo lello lo esa1nineremo serenamente! e senza alcuna prevenzione. Tt·at tanto anlic·piamo alcune conside,·azioni sul viaggio in Basilicata che d1fficilmen Le, a nostro ayvis?, potranno esser e corrette a viaggio compiuto Al v1Bgg10dell'on. Zanardelli nella forte ed intelligente regione)ucana si attribuis~e una importanza che non può avere in alcun modo e che non può misurarsi affatto dalle intenzioni, che noi non troviamo difficoltà a riconoscere eccellenti, superlative, nell'on. P1·es1dente del Consiglio. Che le cond1z1011i economiche dt:lla Basilicata siano trist, è tuori dubbio; non c1·ediamo, però che siano peg· giori di quelle dello Calabrie o della provincia di L, cce. È la sola regione dor,e_sia diminuita ~a popote;:.ione dal 1881 al 1901, s1 dice. E vero; ma 11 fatto dev essere apprezzato meglio. La diminui:ione della popolazione, se fosse dovuta ad aumento di mortalità o a minorata natalità, rappresenterebbe un sintom() grave di degenerazione biologica, spec111lme11te se pre_valease il pruno f1tttore - J'au111ento della mortalità. E stata invece l'effolto della copiosissima emigrazione, che può essere guardata si11istrame11te dai prop1·ietari foud1ari, ch'é sicurameute uu'indizio di malessere, ma ch'è un rimedio automatico contro la cousa che la genera: essa rarefà le b.-11ccia,e pe, c.ò dirni11uisce la concorrenza del lavoro, e rialza I salari; nella regione imetta nuovi capitali, accumulati a forza di sacritizi inauditi nelle lontaue Americhe. Hirnane la tl'iste condizione dei proprietari fondiari; e in parte questi meritano la loro sorte presente. Non s0110 stati essi a volere la politica fastosa't Non sono stati essi i fanatici sostenitori riel prese11te regime d1 unità mastodontica - tl'a i quali con profondo rammarico vediamo ancora che si trovano uom111idel valo1·e di Giustiuo Fortunato e di F. S. Nilt1 '? Ebbene: subiscano le conseguenze dei loro fallii Diciamo che in parte spetta a loro la responsabilità della triste condizione economica; ma parte maggiore di sicu1·0 spelta ad avvenimeuti che si soLlraggouo all'azione degli italiani lutti - g•ivernanli e governali - e che sono stati esposti lucidamente dall'ou. l:kauca e soprattutto spella alla co11co1-renza dei prodolli agricoli stranieri e alla diminuita ricluesla dei nostri. S1 divide la responsabilità tra governa,,ti e governati i11 quanto alla leggerezza colla quale i proprieta,·i di Basilicata - e di tutto il l\lezzogiorno e dalla Sicili11, agg1u11gia1110noi - si a!TretLa.-0110 a censire o a compra1·e I beni dernauiali e dell'Asse eccle51astico, creando un 11ss,·nle1srno vampirico, che ha succhiato il sangue capitalistico - non abbo1,dante mai veli! - di quelle regioui. E sentiamo il dovern di aggiungere pure che la rovina deda prop1·ietà foudia:·ia fu aggravala ed accelerala dal soccorso fatale cui si ricorse del Credito fondiario. I Cllpitali che se ne olleunero, anche quando realmente investiti nella terra - e spesso non lo furono - non potevano produrre effetti utili per la semplice ragione che 111terra non dava tanto da pagare gl'interes,,i e la quota annua di ammorL,zzazione. D'o11de la in;;o!·,enza dei propriela1·i e la esprop1·iaz1onc e l'i111ba1·azzo dellb Banche che si sono trovate p1·npriela1·ie ... per- forza. Co,ne la visit~ dell'on. Za11arclclli poL,·à riuscire a migliorare la condiz1011e econo111ica della Ba,,ilicata f Per risponde1·e a questa domanda vediamo ciò che si ritiene utile pe1· la 1·isurrezione della Lucania. ' Ecco tutto uu prog,·a,nma di provvedimenti che legaiamo nel Roma di Nap ili, e ch'è dovuto ad uno studioso che cono-;ce la regione natia, Emid<lio Loscalzo, che noi riproduciamo integralmente anche in ciò che c'è d inaccettabile. ' « Le popolazioni lucane, dice Loscalzo, non potranno risorgere s1::nz11che prima ~i rivolga il pensiero benefico alle loro terre: queste d.;:vono es-;ere sgravqte dall'enorme, disuguale pe.so foudiario chegra vita su di esse, uon solo affrettando e p1·omovendo le operazioni di pe1·equazione fondiaria, simultaneamente nell'intera provinci11, ma riducendo l'aliquota in proporzione delle somme maggiori pagate e dèl loro attuale impoverimento. Devono essere alleggerite dall'enorme peso ipotecari~, _prolungando le scadenze almeno ad altri 60 aum, d1mrnuendo l'aggio al 2 °10 , e la quota di ammortamento al mezzo per cento ». « Facilitare la smobilizzazione del debito ipotecario, non costituito da contralto di prestito fondiario, agevolando i debitori verso lo Stato e le Banche, a fare pagamenti mimmi rateali, divisi per 50 anni almeno, pa- ~ando il capitale ed una quota d'interessi non composti Ciel 2 °10 • Mettere in circolazione un capitale non derisorio pe1' credilo agrario, e con i privilegi dovuti i11maniera che possa tornare eminentemente proficuo al proprietario e colono nella lavorazione e miglioramento degli

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