Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 17 - 15 settembre 1902

JUV'ISTAPOPOT,ARÈ bi POLITICA, LETTERE B SCIENZÉ SOCIALI 4o7 l'Italia ha nel prcscnle un'eccedenza di 9.000.000 di elto!itri di cui ne esporla appena 1.500.000, rima1,endone così nelle cantine più di 7.000.000 con gravissimo danno dei produLl.ori. Nella Svizzera in seguito all'abbondante raccolto del 1900 del vino e del i,idro, e più nncora in seguilo allo aumentato consumo della birra, i p,·ezzi del vino discesero 1·apidamenle e i,1cominciarono le lagnanze dei produltori indigeni. . .. Crisi vluicola italiana e,I esportazione, - Come abbiamo visto più sopra non si può negare l'esistenza di una crisi ,·inicola in Italia, come non ,;i può negarh1 agli altri paesi. Ma constuLata la crisi in casa nostra, dobbiamo analizzare i modi con cui si lenta di risolveda. In primo luogo si pensa all'esportazione. Una volta che la produzione eccede i consumi, cerchiamo di riversarla negli altri paesi. Prima il paese preferito per 111 nostra esportazione era il francese. Più di 2.730.000 ettolitri di vino andavano, fino al 1887, in Francia. Oggi il mercato francese é completamente perduto. La Francia si trova in tale abbonda11za da doverd pensare se1·iamenle all'esportazione. L'impor-lozione di vino dall'Italia si riduce ora a poche migliaia di ettolitri. Al mercato francese che c'è sfuggito, ne abbiamo però sostituito degli altri, specialmente quello austro-unguico. Prima del 1892 l'esportazione di vino italiano in Au.slria non era che di quintali 30.000. Nel 1892, dopo la stipulazione del trattato commerciale e l'applicazione della nota clausola, l'esporta1.ione italiana si elevò a quintali 473.415, per arrivare a quintali 1.505.203 nel 1898. Ma ora principia anche nell'AusLria-Ungheria la dimi11uiLione della nosl1·a esportazione: nel 1899 fu di quinl. 1.389,668, nel 1900 discese ancora ad 1.002.1"16, nel t• semostre del 1901 l'esportazione fu di qu·utali 329.227. La ricostituzione dei vigneti in Ungheria ch"l é rapidissima, é la causa di que,lo diminuzione. Nel 1809 le richieste dall'Ungheria furono di 899,36:! quintali di vino in fusti mentre nel 1900 l'importazione discese a quintaji 483,845; e nel 1901 ancora a quintali 359,074. La Svizzera è slAla un buon mercato per i nostri vini, ma il 1901 é stato fatale per la nostra esportazione. Mentre nel 1900 la nostra esportazi0t1e fu di quintali 312.233, nel 1901 discese bruscamente a quintali 138.479. La Francia e la Spagna ci hanno superalo nell'esportazione e certamente fanno e faranno forte concorren- . za ai nostri vini per i prezzi bassi a cui vengono ceduti. Ma la diminuzione cos·1 rapida della nostra esportazione del 1901 oltreché alla concorrenza francese e spagnola, é dovuta all'abbondantissima raccolta locale del 1900, ed al contraccolpo della crisi economica ·della Germania. Nei paesi del Nord (Germania, Danimarca, Olanda, Belgio, Inghilterra), non è stata mai considerevole la nostra esportazione. In questi paesi, ad eccezione del Marsala e di poca quantità di Chianti ed Asti spumante, noi non importiamo che vino da taglio. Ma la quantità stessa di vino da taglio che finora abbiamo mantenuta in quei mercati é soggetta a fo1·le diminui:1.ione per _ due ragioni: Per la concorrenza dei vini da taglio spagnuoli, greci, ed algerini; e più ancora per la crescente sostituzione dei vini da pasto francesi ai nostri da taglio. La Germania nel 1900 importò dall'Italia quintali 88.959 fre vini rossi da taglio e di consumo diretto. Questa nostra esportazione discese a quintali 55.075 nel 1901; al conlrar:o è aumentala l'esportazione francese e spagnuola. Nella Danimarca e nei Paesi Bassi la nostra esportazione é stata sempre debolissima; ma oggi questa stessa é in continua diminuizione. Noi siamo mdllo al di sotto della Francia, della Spagna, del Po1-Logallo e della Germania. I vini da taglio ed i vini giovani del Piemonte erano prima in certo modo ricercali in questi paesi, p~rché con essi si manipolava una ce1 la bevanda che, paragonata alle falsificazioni e sofi~licazioni di quell'epoca, aveva qualche pregio. Ma ora la Francia manda direttamente dei vini fini da pasto ben preparati, ed a prezzo basso, in modo da sostituirli a tulle le miscele preparate prima con acqua, alcool, uva passa, e vino rli taglio. La nostra esportazione cosi é destinata a scomparir-, e difatti essa dal 1898 al 1901 é diminuita della metà. In Inghilt.erra il vino è considerato come un articolo di lusso. L'importazione in quel paese é insignificante; malgrado l'aumento della ricchezza e della popopolazione, non supera i 15.000.000 di galloni (I), di cui da 5 . a 6 milioni é rappresentalo da vini di lusso o vino da dessert, qu<1li il Xeres, Madera, Po1·lo ecc. È ve1·0 che in questi ultimi tempi è un poco aumentalo il consumo di vino leggiero, ma sempre in piccola proporzione di fronte alla popolazione. E pertanto il vino leggiero é forni Lo in massima parte dall'Australia, dalla Francia e poi dal Portogallo. Gli Stati Unili d'America non potranno mai essere un serio mercato per i nostri vini. Colà si esige vini leggieri e fini ed a basso prezzo. li consumo é limitalo alle classi ricche perché le classi popolari trovano maggior; tornaconto a bevere birr-a. La nostra esportazione in quelle regioni é stata nel 1900-rn0l di galloni 251.934 di vino in bolli e di 37.150 vino in casse; in confronto all'esportazione del 1899-900 si é avuto una diminuzione di galloni 14.000 di vino in bolli; i vini preferiti sono il Chianti ed il Marsala. L'esportazione francese é però in aumento, specialmente di vi11i in cas·se, come é pure in aumento la produzione della California; quella del ·1901 era calcolata ad etlolit1·i 1.500.00u. Atteso riuindi il continuo aumento della produzione locale, e la concorrenza francese, la nostra esportazione negli SI.ali Unili, non ostante gli sforzi dt!ll'enolecnico governativo RossaLi, é destinata a subire diminuiLione o a mantenersi stazionaria. L'America del Sud potrebbe offrire un buon mercato alla nostra esporlazione, specialmente la Repubblica Argentina. Ma colà é fortissima la concorrenza della Spagna, la quale cede vino a prezzo bassissimo. Fino al 1899 il primo posto nell'esportazione l'aveva l'Italia con 184,506 ettolitri; ma nel 1900 ci siamo fatti sorpassare dal vino spagnolo, che ha preso il prime posto con 198,157 eltolilri. A questo si aggiunga la produzione locale, in con-, tinuo aumento e che nel 1901 fu calcolata, dal Moniteur Vinicole di Parigi, ed ettolitri 2.100.000. Riassumendo; nell'esporlazione del vino abbiamo perduto completamente il mercato francese; perderemo presto quello austro-ungherese sia che si rinnovi o no la clausola, e ciò per la 1·icostituzione dei vitigni di Ungheria; difficilmente potremo mantenere quello con la Repubblica Argentina, e perderemo con certezza quello con la Germania. Nessuna speranza di introdurre vini in nazioni che ne fanno poco uso, come l'Inghilterra, l'Olanda, Danimarca, Germania, Scozia, Russia, e ciò perché il vino ha dei temibili concorrenLi, di cui parleremo. (1) Un gallone equivale a litri 3,53,

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