Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 17 - 15 settembre 1902

466 RIVTSTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI al 1893, quanto il Rossi che ricordò fatti ed articoli del 1804. L'accordo, però, potrebbe riguitrdare il giudizio che si portava sulle cose di Sicilia dal Settentrione in genera.le·; ma non l'azione specifica del partito socialista sugli avvenimenti dolorosi che si svolsero nell'isola in quell'epoca. Non m'intratterrò della tardiva venuta di Agnini e Prampolini, che taluni giudicarono una farsa; non riferirò tutto ciò che è a mia conoscenza - e molte cose ebbi agio di conoscere e di sentire nei corridoi della Camera dei deputati, la bocca , de1la verità, e fuori; - ma l'arò appello ad un giudice non sospettabile :)nor. sospettato di parzialità in mio f'ayore contro il socialismo settentrionale. Otto anni dopo gli avvenimenti in discorso, quando le passioni erano sbollite e le prevenzioni tra gli uomini onesti dileguate. ci è stato chi ha scritto questo caratteristico periodo: « allorquando • sco,)piarono i moti di Sicilia <lei94 e furono do- « mati nel sangue, e f'u wi tolle generali? contro • cli essi del partito socialista italiano in nome • eletta formula legalitaria; rorse fu sola, insieme • al Prof. Antonio Labriola, la Critica sociale, « che insorse a protestare contro l'ingiustizia sto- • riea e l'ingenerosità rnornle <li l[uella stereo- • tlpata denigrazione ... • Queste frasi disgraziatissime - la verità pei gesuiti rossi è una disgrazia!... - sono di Filippo Turati; furono scritte a mente calma, con conoscenz t piena dei fatti, e senza poter menomamente sospettare che potessero giovare a me in Cj nesta polemica. Si lessero nella Critica Sociale del 1 e lo settembre 1901, e furono riprodotte nell'opuscolo: ll partito sociat,sta e l'attuale momento politico. a p. 37. A me tornerebbe comodo ritenere la data dell894; ma credo si tratti di un lapsus calami. e che il Turati volesse parlare ùegli avvenimenti del 1893. Si deve, però, rilevare che egli non biasima soltanto le mancate solidarietà coi Fasci in omaggio alla f'ormula legalitaria; ma insorge contro l'ingiustizia storica, contro l'ingener·osita morale, contro la stereotipata denigrazione ... Se Filippo Turati leamente ronstatò l'ingiustizia storica, l'ingenerosita rnorale e la stereotipata denigra:;ione dei socialisti italiani verso i Fasci di Sicilia, si può immaginare ciò che ne pensassero gli altri partiti del Settentrione. 'fra i moderati e i progressisti il meno che si dicesse dei Fascisti fu di ritener I i pagati dalla Francia per disfare l'unità d'Italia ... In tale stato d'a)limo generato dai moti del 1893, si trova la ragione precipua del largo consentimento nel Paese e nel Parlamento, che incontrò la formazione rlel Ministero Crispi. In Crispi tutti i rmrtiti costituzionali videro l'uomo adatto ad impedire il disfacimento dell'unità nazionale, per la sua energia. pel patriottismo e per la sua qualità di. siciliano. E bene poi avvertire che la denigrazione della Sicilia e del Mezzogiorno tutto, nel Settentrione, nell'intimo della coscienza, se non nelle colonne dei giornali, è sistematicd, benchè in leggera diminuizione al giorno d'oggi, perchè lassù non ci stimano e non ci amano, e credono c-he siamo un pugno cli straccioni, che viviamo alle loro spalle. Non ci stimano e non ci amano, sia per i difetti reali - non pochi e non lieYi -. dei siciliani e dei meridionali; sia perchè non conoscono la nostra storia e la loro responsabilità, non piccola, per la presente nostra condizione. Potrei addurre a centinaia le testimonianze su questa manc&nza di stima; ma mi limito. a ricordarne una caratteristica: La Giustizia del buon Prampolini, ripetendo lo stolto e sanguinoso calembour del Gabelli chiamò sudici... i meridionali. Tutti gli sdilinquimenti, tutte le manifestazioni di solidarietà del Settentrione pel Mezzogiorno e la Sicilia in generale, fatte le debite e nobili ecfezioni, sono menzogna, sono ipocrisia, sono convenienza politica. Niente altro. DOTT. NAPOLEONE COLAJANNI. Depulat.o al Parlamento. A chi piace L~ RIVISTAPOPOLARE, a chi cli-vide in ptwte o in tutto le site ùlee, U miglim· ,yn,odo pos'it·ivo pe'I' te,'4titnoniarle la, simpo,tiu è: 1, pagcwe PUNTUALMEN1'E l'<tbbonmnento anticipato; 2. procitnt1•e NUOVI ABBONATI CHE PAGHLNO ANTICIPA1.'l. I premi che ltt Bl VISTA dcì, twnto <ti suoi abbonati che ct coloro ché ne p-rocu1•tino, la 1•entlctno QUASI' GRATUITA. @@@@@@~@@@@@@@@@~~@@@~~~ RASSEGANGARICOLA - ECONOMICA LA CRISI VINICOLA. l,a produzione del ,•ino nei vari paesi. - Abbiamo crisi daperlulto. La crisi vinicola si manifesla in Italia, in Franria, Spagna, Portogallo e perfino in Svizzera. La Spagna ha una produzione media di 22.000.000 di ellolitri. Il consumo medio annuo por abitanle vien calcolato a litri 79, si ha cosi sui bisogni del consumo interno un'eccedenza di circa 9.000.000 di ettolitri, che si deve esportare. Il Portogallo ha una produzione media di 6.000.000 di etlolitri, ma il raccolto dell'ultimo anno è stato abbon · dantissimo e tale da far giacere nelle cantine più di 4.600.000 ettolitri. La Francia nel rac;olto del 1901 ebbe una produzione di ettolitri 63.710.514, compresa la produzione dell'Algeria e della Corsica. Nel 1900 la produzione raggiunse 72.000.000 di euolitri. A causa dell'abbondanza della pro• duiione la Francia si è trovata con un enorme stock di vino che non ha potuto collocare nei paesi esteri ove aveva una estesa clientela prima della distru:i.ione dei vigneti. L'Italia ha una produzione media di 32.000.000 di ellolilri. Però nel 1900 la produzione, abbondantissima ne! Nord e scarsa nel Sud, toccò i 33.000.000 di ettolitri pet· arTivare nel 1901 a 42.000.000 di ettolitri(!). La crisi si fa sentire grave in alcune regioni dell'Italia Settentrionale ed in alcuue plaghe del Mezzogiorno e delle Isole. Calcolando il consumo int,.•mo a 93 litri per individuo, (1) Questi dati e quelli che seguono sono tolti dal Bollettino del )linistero di Agricoltura, 1002, e dal lavoro di Carlo De Scherzer ~ La vita dei nopoli » Biblioteca dell'Economista.

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