Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 17 - 15 settembre 1902

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE • SCIENZE SOCIALI 465 Triplice non ha perduto il carattere che avern, nonostante una convenzione militare non rinnovata, e nonostante tutte le dichiarazioni del signor Prinetti. E ciò la Rivista ha sostenuto, fin dal momento in ct1i cominciò a delinearsi la nuova orientazioitaliana. Si comprende f'acilmente - in ciò Massimiliano IIarden ha torto - perchè il Governo te<lesco abbia cercato di dare un carattere spettacolosamente amichevole alla visita del Re d'Italia, ma si comprende altresì come le_esagerate manifestazioni, descritte clall'Agenzia Stefani, non possano esser state del tutto sincerr. da parte di un popolo, che ci sospetta troppo, nel momento attuale. Non crediamo che la visita possa avere una decisiva influenza sul trattato di commercio, per ragioni esposte tinte volte dall'on. Colajanni. Ad ogni modo se questo fosse tutto, aspetteremmo sempre con scettico sorriso i resultati della reale intervista. Ma c'è qualche cosa dippiù. Noi abbiamo osservato quale gravo pericolo rappre ·enti, per noi, una certa corrente ausfrofoba, incoraggiata da giornalisti, i quali inneggiano bestialmente a<l una politica dinastica, con la speranza di una ricolma rastrelliera. Vittorio Emanuele a malincuore ha preso la via di Potsdam. Si afferma financo che all'ultimo momento il suo brindisi, addirittura o tile ali' Austria, sia stato per fortuna modificato. La stampa francese ci ha mandato dei commenti agro-dolci, e qnella ru ·:sa ha. taciuto: questi dispetti ammoniscono pur troppo l Ora, noi dopo la vi ita di Berlino aspettiamo cl1e <lalle alte sfere si faccia cessare quel tale in• cliriz1.0 austrofobo. Poichè noi, ;;inceramente democratici, vogliamo la pace. SEPP. Nel prossimo numero pubblicheremo un articolo dell'illustre G. Sm.-el: la {,olla anlicl('?"icale in F;·ancia. VERIT A' ALNORO;MENZOGNA ALSUO La levata tli scudi della mafia sic iIiana e In costituzione del Pr·o Sicilia indusse molti cittadini "di Palermo e ciel resto dell'isola, ad associarsi. ai socialisti, cht3 vollero festeggiare la Iiberazione dal carcere <li Alessandt·o Tasca. Fui del numero, e per affetto verso il festeggiato e per ragioni µotitiche e morali, estranee alla sua persona. Venuta l'ora dei lll'in<li i - la festa ebbe forma di banchetto, - dopo Alessandro Tasca, ch'ehbe il torto di fare una lirica apologia della nnità quale ce la godiamo attualmente in Italia, fui chiamato in,-;istcntemente a parlare. La mia parola non poteva e:s ere menzognera o scialbo complimento, senza alcun ,;enti mento politico. Fu quindi un atto di coerenza ed un omaggio alla verità, cioè una risposta ad Alessandro Tasca, cui mi permisi di ricordare che l'Unità politica era Yenuta meno al suo scopo; aveva lasciata estranei gli uni agli altri gli uomini del Sud e quelli del Nord; non ci aveva dato l'unità mo1·ate. senza la quale l'unità materiale può essere oppressione, sfruttament-0 degli uni sugli altri, e non altro. .\Ila mia isola natìa, come sem,p,·e eta cb·ca 20 anni, indil'izzai parole asprissime 1 e tra le altre cose ripetei che pel' essere accolta alla pari di sorella dalle regioni del Settentrione, doveva pensare precitniarnente a liberarsi. dall'analfabetismo, dalla delinquenza e dall'iniquità che presiede ai rapporti tra le Yarie classi sociali. .. Queste macchie, che la Sicilia ha comuni col ;\[ezzogiorno, soggiunsi, ci rendono spregevoli agli occhi dei setten• trionali, che in ogni occasione, non ostante le con• venienze e l'interesse della poi itica che impongono una grande dose d'ipocrisia, ci fanno manifesti i loro sentimenti. Tra le altre c;ose, rapidamente accennate ed improvvisate, dissi che le sanguinose repressioni dei contadini siciliani nel 93 non eb· bero alcun eco di dolore nell' alla Italia. Non ricordo se queste siano state le mie precise parole; ma le riCerisco e le accetto quali le ha riferite un critico che contro le medesime protestò nel banchetto e nella stampa. Lasciai correre senza risposta la protesta in Pa• lermo dove sono conosciuti uomini e cose, e dove ogni mia rettifica sarebbe stata supernua; ma i.I protestante settentrionale volle t'ar conoscere l'incidente ai compagni suoi socialisti di tutta Italia, per mezzo dell'Avanti!, e questo pubblicando la sua lettern la quali fìcò cloverosa protesta contro la mia f1·asc disu,·aziata. Eccomi, adunque, nella condizione di accusato, che ha falsato la storia; ed ecco in me il diritto della difesa, ed il dovere di rettificare nello interesso della verità ed anche nello interesse della cosa pubblica, che non può mai prospera1·e quand0 le si dà per base la menzogna e l'ipocrisia. Anzitutto gli aneddoti che furono riportati contro di me per ti i.mostrare cJ1sle frase disgraiiata non corrispondeva alla verità. si riferiscono al 1894, e non al 1893. Ora tra un anno e l'altro ci corre una enorme differenza. Nel 1894 in seguito allo stato di assedio e alle violenze di ogni genere ed alle invenzioni calunniose del governo di Crispi - quasi tutte denunziate da me per il p1·imo, nei giornali e nella Camera - dall'Alta Italia ci fu un vero esodo di giornalisti e cli deputati, che Yen,1ero a studiare, anzi a scop1·ire la Sicilia. Prima la si conosceva tanto che Filippo Turati potè scri- ,·ere che io, proprio io. nella repressiontl dei Fasci ero il complice di (!rispi. Dell'erl'ore. è doveroso ricordare, che egli non tardò a ricredet·si. Che la Sicilia fosse stata scoperta in <1uell'occasione fu esplicitamente dichiarato in quasi tutte le corrispondenze dei giornali Llell'Alta Ctalia e di Roma, tra le quali notevolissime sotto ogni aspetto quelle di Alfredo Comandini e di (hovanni Barelli. ln seguito a questa scoperta miracolosa - che 11011 c'era stato tempo di fare in 33 anni cli regime unitario! - la verità cominciò a conoscct·si. le cose [urono messe a posto, e venne la reazione in favore della Sicilia anche nel ettentrione d'Italia; reazione di cui poterono essere li prodotto tutti quelli episodi ricordati, con molta sincera entimcnialit,i. e con molta gonfiatura, dal signor Daniele Rossi. ch'è il protestante settentrionale del banchetto, del Gio1·1wle rii Sicilia e cieli' Ai,a,ilil Tenendo conto dr Ile da.te, della cronologia. potrem ~1 o avere ragione tanto io che mi rif('rii

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