428 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI cenLi delle signore della haute per gli aLLi di bravura non lodevoli, li mio accenno non é• suscettibile di dimostrazione statistica; potrebbe avere conforto con qualche aneddoto. Ma a parte la sconvenienza della esemplificazione, questa pot1·ebbe costarmi troppo cara. Non t!·overeste di vostro gusto, ne son certo, che mi venisse appioppato qualche anno di ca1·cere per la denunzia di qualche episodio, che pur essendo vero, verrebbe condannalo come diffamatorio. 2. Nella discussione sul posto che occupa la nostra isola nella scala della delinquenza italiana il contrasto non é tra Napoli e Palermo, tra il Mezzogioruo e la Sicilia, ma tra quest'ultima e il seLLenLrione d' ILalia. 'fra la Sicilia e il Mezwgiorno invece c' é grande rassomigliama di· fcnomenolQgia sociale, pel' la gl'an• dissirna rassomiglianza dei fattori che l'hanno geue1·ata, e .che d'I. me venne illustrala in Lutti gli scritti e in tutti i discorsi da venti anni in qua (1). Senza ricordare tutte la precedenti controversie tra Nord e Sud, che a voi son note, e che potrebbero servire a circosc1·ivere e designare i termini della comparazione, basta gua1·- dare all'ub'icazioue di Bologna, contro il cui oramai famoso verdello si reagisce tra noi, in modo che mi sembra assai deplo1·evole, pe1· giustificare il confronto come l'ho posto io. Non giova quindi nel dibaLLiLo ricordare che il Lazio, le Calabrie, la Campania ecc, tengano buona, o meglio cattivissima compagnia alla Sicilia nella· delinquenza totale; che diverse provincie ci battono nelle lesioni; altre quindici nei fut·ti, ecc., » poiché quasi tutte queste provincie appartengono .al Meaogiomo. Non si può e non si deve fare entrare nel paragone il Lazio perché: a) comprende una sola provincia, b) in questa provincia pa1·Le rilevantissima viene rappresentala da una sola grande città, Roma, ch'è anche la capitale del Regno. Ora è risaputo che le grandi città presentano una delinquenza maggiore del resto delle p1·ovincie - mi é nota l'eccezione di Napoli e questa eccezione forse dovrà ripetersi a Palermo -; e che le capitali quasi dappe1·tullo dànno il maximum. 3. La delinquenza di un paese non può essere mai misurala dalle cifre che nella Statistica penale del Regno d'Italia e delle alLr<?nazioni, ma vengono date dalla categoria: totale dei reati. In questa categoria si comprendono moltissimi reati, anzi i più numerosi, convenzionali, che non fanno parte di quello che· Garofalo chiama il delitto naturale e che offendono il sentimento di pietà o di probità. Tali reali convenzionali, quasi Lutti compresi nelle contravveuzioni, e di recente creazione, aumentano a misura che cresce la complessità dei rapporti sociali, a misura che crescono e l'intervento dello Stato nel regolarli e la civiltà di un popolo. Può crescere il totale dei l'eati e diminuire la delinquenza vera di un paese. Un esempio servirà a · dimostrare l'evidenza del fenomeno che a prima vista sembra paradossale. In Inghilterra in un trentennio sono diminuiti considerevolmente i più gravi reati conLl'O le persone e conll'O le proprietà; ma é aumentato enormemente il totale dei reati. L'aumento viene dato quasi esclusivamente dai reati di recente creazione: contravvenzioni alle leggi scolastiche, ubbriachezza, reati contro le ferrovie, i telegrafi ecc., ecc. Non ha quindi alcuna importanza il fallo su cui insiste L'O,.a suita superio1·ità del totale d,1i reati di alcune regioni nel paragone colla Sicilia. Questo to- (1) 8i legga ad esempio ciò che ho scritto in: La delinqitenzci clellct Sicilia sin <lai 1885 ed ho ripetuto in: Gli ao1Jenimenti in Sicitùt (1894) e nel Regno cletlct .\fajlci (1900) a pa~. 17 e. 19. tate, ad esempio, appari1·ebbe assai più in alto se in ◄ Italia ci fossero di fallo sanzioni penali per l'inadempimento della osservanza della legge sull'istruzione obbligatoria come ci sono in Inghilterra. E in questo caso l'aumento nel totale dei reati avrebbe un significalo veramente civile. 4. Assegnai il p1·imato della delinquenza comples~iV<l alla Sicilia. Tale primato si può negal'e se pe1· delinquenza complessiva s'inle11de la cifra compresa nella slaLisLica penale italia11a nella categoria: Totale dei ◄ ,·eaii, del cui sig11ificalo mi sono occupaLo precedcnte111ente. Io invece intesi accennare allo insieme dei reali contro le persone e contro la proprietà. < )ra dalle statistiche recenti e dalle più antiche - e chi ne avesse vagh,izza potrà riscontrai· le ultime in : Delinquen::;adella Sicilia (188_5-) risulta che sono altissime le cifre per l'una e per l'altra grande catego1·ia di reati tra noi, specialmente di fronte a Lutto il Settentrione d'Italia. li fatto è notevole e smentisce una delle asserzioni o pretese leggi delta scuola penale positiva, che per bocca del Feni, vuole tl'ovare una inve1·sione tra i reati con~ lro la proprieLit e (1uelti contro le persone;· inversione smentita dalle statistiche italiane, francesi, inglesi ecc., e che se fosse vera dovrebbe servi1·e a rifermare la inlluenza del fattore fisico, su cui ha tanto insistilo la stessa scuola positiva (1). Affel'lnai poi il primato assoluto della Sicilia 11ell'omicidio, e colle cifre da me riportale sfido chicchessia a negarlo. Questo primato assoluto lo affermai pel solo omicidio, di cui tace pi-udentemenle L'Ora, che cerca far intendere che io lo abbia invece esteso al Totale dei reati. Questa può essere abilità polemica; ma coufcsso che non é di mio gusto. 5. Non mi s01·prendono e 111ierano note le tiuolc dei reati, i cui auto1·i 1·imango110 ignoti in Sicilia e nel ... SeLLenlrione; mi fa me1·aviglia, invece, come a sosteg110 I della lesi sostenuta dall'Ora, non si sia rico1·dato che la 1·ecicliva in lutto il Mezzogiorno é minore che uel Settentrione. Questi daLi veri, però, bisogna saperli interpreta re. Per interprelrarli rettamente ci dobbiamo riferire alla distinzione Lra delinquenza barbara e delinquenza civile o evoluta; nella prima, i me1,zi con cui sono pe1·- pelrati i reati e la loro gravilù rendono più difficile l'occultamento; viceversa l'astuzia e la frode che può adope1·arsi da persone più colle ranno aumcnLBl'e il nume1·0 dei delinquenti scaltri e fortunati, illustrali brillantemente da Ferriani (2). Cosi del pari sembra evidente la tendenza - si badi : pal'lo di trmden::;a - os-· servala tra i popoli civili a vedere ci1·coscrivere la delinquenza, quasi a fame un carattere professionale, Lra (]) Questa cleliuqueuza complessiva della Sicilia è superiore anche a quella del mezzogioruo d'Italia. lnlatti mentre su sette provincie deUa Sicilia solo due rimangono al disotto della media del regno, nelle categorie: tofole dei 1'w/i, oiole n::;c e oli raygi, ,l'alsiiù ccc, ed una nei .fiwti. negli o,nfridii e nelle Lesioni; invece tra 16 provincie del conlinente rneri<liouale ri111angono al disotto della media: 3 uei furti, O nelle falsità, lI uell.~ t1•1t.J)è, frocli, ,14 nell~ rctpine. X. della R. (2) Dal primo articolo i lellori avrauuo visto che uella deliuquenza eoo{ittci (t,•uJfe ,f,·odi, ecc.) l'Alta Italia dà uu numero di proviucie che superauo la media più elevata che nelle altre categorie. Anche in Inghilterra, mentre la diminu,ionc degli altri reati è notevole, c'è uu sensibile aumento nelle froùi ecc. dal 1885 al 18W; vi duninuisce iuversarnente il numero delle persone processate per tali reati <lai 54,6 010 al 38,6 010 tra i quinquenni l 885-80 e i895-W; c;oè vi aumenta il numero dei delinquenti .sectli,·i e /ol'{un,citi ! N. della R. ◄
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