RIVISTA.POPOLA!lB l)J POL!1'ICA.LEN'Ehll k SCIÈNZll jOCiA.t:.i 445 lor:, ma è necessario al bene soci~le. L'argomento che una legge sull'arbitrato obbligatorio sarebbe incostituzionale, perché violerebbe la libe1-tà individuale, non ha valore. Tutte le leg:13!limitano nell'interesse pubblico la libertà individuale. Né ha maggior valore l'altro argomento, che l'arbitra lo obbligato1·io sia una misura rivoluziona1·ia. Le nostre maggiori conquiste sono state, al loro tempo, considerate tali. F. la legge sull'ar·bitrato è in vigore nC'lla Nuova Zeland11 da parecchi anni. Essendo state obbligate le Unioni alla dichiarazione uflicialt>, un sistema di conlraui essendosi provveduto, e la legge sull'arbitrato obbligalo1·io messa in atto, si sa1·chbe fatto un buon passo nell'impedire gli scioperi. La legge non dov1·t-bbe applicarsi a tutte le discordie inclus',riali, ma solo nei casi in cui l'accordo fosse alI rimenti impossibile. Non si permette1·ebbero scioperi per solidarielit, né scioperi generali per dispute locali. La porle che contravvenisse al deltbC'rato degli arbitri, risponderebbe innanzi alla legge. Si av1·ebbero cos·1 relazioni più st.1·elle fra caf itale e lavorn, l'eliminazione del!li eserciti privati, meno intimidazioni, meno rivolte e ;;pa1·gimento di sangue, minor pe1·dita e<'o11omica per la socie là, sciope1·i rne1 o numerosi, e si preporrebbe ti vero l:i_e11esserepubb:i,·o ad un fittizio dir;tlo privato. (No1·f/1 A111eriran Review) .... John :\ti. Rouf'1·tson: Sociologidaellaguerra. - Sono grato l'orne inglese a coloro che ritengono spella1·e ai boe1·i la respons11bili:.il della gue1Ta sud-africana; ma l'amore della ve1·ilà mi costringe a 1·iconosce1·e che essa spelt11 all'l11ghillerra, mia patria. Perù si deve rico11oscere che in tale guetTa ingiusta nulla c't~ di c8l'allel'islico degli i;1glesi: qualunque altro popolo, posto nelle sue condizioni avrebbe agilo ugualmente. Tale guerra non fu la conseguenza del ca,·atterr, na.::ìonrile inglese, ma della morate 9enN·ale deliri n,usioni. L'insegnamento socioJogico, che scaturisce dalla medesima é questo: non c'è in Europa una sola nazione che non al,bia bisogno di migliorare la prqpria educazione politica per evitare un atto di pazzia o d'iniquità come fu l'ultima guerra dell'Afril'a del sud. La prova di questa affermazione si ha nel fatto che negli ultimi qual• l.ro anni, tre delle pr·incipali nazioni del mondn hanno mosl1·a10 all'evidenza la stessa incapacità e !a stessa mancanza di giudizio e di prudenza nei rapporti internazionali: Stati Unili, Spagna e Inghilterra. Al giorno d'oggi non c'è alcun popolo abbastanza ist1·uilo e padrone di sé stesso per resistere agli impeli di pnssione gene1 ati dall'ingiusl1zia e dall'interesse: e credo del pari che l'or909lio nazionale, in virtù del quale ogni popolo cred.isi superio1 e agli alt'1·i è la causa delln immor11lilà politica internazionale, che tutti gli uomini di spirito retto e sereno, cui i:la a cuore la causa della democrar.ia, dovrebbero combattere e correggere. Come il popolo inglese per mancanza di sufficiente luce inlel• leltuale ha sentito ultimamente un insensato amore all'impe1·ialismo che mina e distrugge la nostra libertà e sinanco minaccia la uoslra civiltà; cos·1 il proletariato di tulle le grandi nazioni corre il rischio di essere corrotto da falsi ideali, di arrivare alle peggiori esagerazioni passionali. Svezia, Austria, lnghillerra, Spagna sotto Curio V e Filippo Il, Franciij sotto Luigi XIV e Napoleone, lutti hanno voluto rappresentare la parte di Cesa,·e nei rapporli cogli allri popoli. Non c'è popolo senza peccato; perciò invece di muoversi dei reciproci rimprove1i, le nazioni dovrebl,ero fare un esame di coscienza e correggersi. Nella recente ·invasione della Cina da parle delle potenze alleale di Europa, queste han dimostrato che la causa della civiltà può esser·e sostenuta in maniera pili crudele e perversa che non la sia slala sinora quella della barbarie. Molte e grandi iniquità sono state commesse dagli inglesi nell'Afric11 del Sud; ma non sono slate tanto .abbominevoli _quanto 9uelle commesse dalle truppe tedesche, russe e francesi m Cina e dagli americani nelle Filippine. Sono dunque da denunziare e da condannare severamente lutti questi crimini, invece di occuparsi soltanto di quelli commessi dall'Inghilterra. D'onde In necessità impellente di una educazione polili<'.a internazionale più umana e più morale. Non c'è progresso umano che non sia precario sino a tanto che una nazione guidata dalle sue classi dirigenti censura gli errori dei suoi vicini e non bada ai propri, credendosi migliore degli 11ltri, Il primo dovere d1 ogni democrazia è quello di acquistare 111scienza politica; il sec.ondo di applicarla a sè stessa mediante attento e ~iudizioso esame dei suoi propri atti. C'è da temere che 11 popolo britannico non si educhi e non si corregga dei suoi errori in forza delle critiche degli altri; esso lo potrebbe solo colla critica spassionata della propria condotta. È certo - se c'é qualche cosa di certo in sociologia - che se per ignoranz11 e decadenza dello spirito pubblico, come receritemenle è avvenuto in Inghilterra, viene falsato o sconos~iuto, come lo è stato, il principio della democrazia, rimane minacciata quest'ultima in Lutto il mondo. Ogni errore di questo genere implica necessari11mente un movim<lnlo di reazione in benefizio della 1i1·an11ia,del cesarismo, - sia questo eapitalistico o mHitare. Duranle il secolo X V Firenze per gli erro1·i della sua democrazia cadde sotto il giogo del· capitale, con;e le altre cillà ilaliane per eguali motivi erano cadute successivamente sollo la tirannia di un soldato. La più fatale di tutte le forze di regresso in Italia fu l'acrruiescenza del popolo alla dominazione del capit11lismo, c1•~dendo che essa fosse meno odiosa del gove1'no di una arislo~razia. In differenti condizioni é questo ora il pericolo che corre il proleta,-ialo inglese, la cui i111mensa maggioranza sedotta dai capitalisti ha favorito la guena originata dall'avanzi degli ultimi; impresa. favorita dai giornali sempre dii,posti a sfruttare a benefizio prop1·io e con qualull'que pretesto le passioni del paese. · L'errore in cui incorse l'Italia del Rinascimento e in cui caqde anche la Francia del terzo Impero, minaccia di continuo la democrazia europea e non se ne libe1·e1·àse non a condizione di educarsi meglio e pili, rendendo semp1·e un culto agli insegnamenti della storia, della verità e dell11 giustizia. Se il popolo inglese procede adesso in questa maniera e profitta della lezione che viene dalla guerra del Sud Africa e che ha generalo il presente stato di cose e,;istente in Inghilterra, si avrà un compenso della demoralizzazione sinoggi imperante: il popolo inglese avrà ricevuto un buon insegnamento di cui si gioveranno anche gli altri popoli. (La Lertw·a di Madii'.i - Luglio). ... Geo1·9e Henr.lJ Wond: La legislazionseullefabbricheconsiderata rispetto ai salari degli operai protetti da essa. - , Quantunque si sia spesso discusso degli effetti della legislazione sulle fabbriche, sui salari dei lavoratori, nessuno statistico ha finora raccolti i dati utili per t1•arre delle conclusioni al riguardo. Scopo di questo scritto è il conside1 are una serie di ali.i legislativi, ed i sal11ri degli operai che essi riguardano, per rintracciare il rapporl? - se esiste - tra i due or?ini di fatti. Le ~rime leggi - dal 181\J al 1825 - non riguardavano che I fanciulli - . Esse furono in seguito estese alle donne, e. nel 1850 la giornata normale di dieci ore fu altìne raggiunta. ,Nel 1901 tulle le leggi furono consolidate nel codice della le~i~lazione sglle Fabbl'iche. Più d11·ettamenle queste leggi potrebbero avere influito sui salari per mezzo della riduzione delle ore di lavoro. Meno direttamente, esse impongono restrizioni alle condizioni nelle quili potevano impieg11rsi i lavoratori, e si potrebbe aspettarsi che queste restrizioni mettessero impedimento alla produzione, aumentandone le spese. Dei differenti efletli che si potrebbero prevedere, possc•no essere esaminati statisticamente alcuni sollan to Scopo di questo scrillo é rispondere principalmente ali. due questioni: 1• la riduzione delle ore di lavoro ha cae gion11to una diminuzione nei salari 1 2° È aumentato inumero degli operai impiegati per unità di prodotto? Bisogna distinguere tra gli effetti immediati, e quelli mediati delle leggi sociali. Tanto gli uni che gli altri non son facili a ricercare. Il cambiamento dei salari verificatosi immediatamente dopo l'applicazione di una legge potrebbe attribuirsi ad essa, eguali le all1·e circostanze Ma queste, sfortunatamer\te, non son mai del tullo eguali. In primo luogo considereremo i salari prima e dopo ciascuna legge, e poi, mediante una serie di numeri-indici dei salari delle donne, paragone1·emo anche periodi più lunghi. Quanto alle prime leggi, i materiali sono molto scarsi. In Glasgow, nelle fabbriche della industria del carbone. i salari dei fanciulli variarono pochissimo dopo la legge, del 1818-19, che riduceva le ore da 12112 a 12 al giorno, e fino al 1831. La legge del 1833 ridusse le ore settilna-
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