440 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI dal lavoro; riesce cristallizzato in una somma di nuove merci, le quali si ritrasformano in denaro. Questo, mediante il noto processo di plusvalore, dilucidato nel I voi u me, ha un valore su peri ore a quello anticipato. Marx apre le pagine del suo Il volume con una prolissa e in verità molto ovvìa analisi della formula: G (Danaro) - W (merce) P .... W' (merce nuova) G' (danaro accresciuto). La circolazione del capitale si risolve in nna specie di tempo variabile rlurante il quale si compie una serie di atti economici, di cùi alcuni influiscono sul valore, altri sul prezzo. I puntini della formula indicano l'interru;,:ione della circolazione per l'opera produttrice. Accade che per passare da uno ad un altro atto dell'opera produU.rice occorre un certo spazio di tempo. Così tra la semina, la coltivazione e il racco! to; tra la vendemmia, la pesbvione delle uve e la completa confezione riel vino. Secondo la teorica drl val0re marxista tali te,npi non influiscono sul valore delle merci, ma ne affettano però i pre;,:zi. Comrnel'cialmente il pre;,:zo delle rose si stabilisce in ragione 0omplessa della quantità dell'anticipo e del tempo di esso anticipo. r:; questa legge per cui il tempo di anticipo modifica i valori di mercato delle merct, una deroga al principio del valore i No, perché il valore di una merce prodotta in 8 giorni di lavoro varrà sempre quanto ogni altra.. JJrodotta con egual tempo, sia essa venduta ora, oppure da quì. ad un anno. Riguarda la distribuzione del reddito cc1.pitalistico il fatto per cui, l'anticipo di 1 anno rispetto alla z~ merce produce il rialzo del valore venalé di essa. Ma come è possibile tale rialzo~ Solo in quanto il valore venale della 1" merce di scende di tanto ·quanto si eleva il valore venale de'. la 2". Ecco dunque che il valore non é soltanto un ter·mine di paragone, ma una realtà, una legge coeva alla società capitalistica. in virtù della quale soltanto si spiegano la possibilità e le amviezze delle oscilla;,:ioni dei prezzi. Che esso poi esprima con esattezza tale dipenden;,:a dei prezzi e quindi degli scambi, è questione che resta completamente aperta. Ma é necessario il Gonst~tare, per chi voglia rendersi ragione della portata delle vedute economiche fondamentali del Marx, che questa, e non altra, è l'accezione <lei concetto di valore nel sistema marxista. (Continua) ~ Gli abbonati che invie1°an,io all' Ani1ninist,·a:rio,ie clella Rivista Popolal'e l' impo,.to dell'abbonamento scaclnto e lÙ'e una e l:i11quanta, riceve,·arino,f,.anco di porto, il volume Per l'economia uaziona.Iee pel dazio sul g1·ano, dell'on. Dott. Napoleone Colajanni. Rivoluziovneerbalerivoluziopnreatica {l) Nelle riunioni pubbliche si scnlc sempre qualche cosa del convcm.ionalismo teatrale. Non si sa enunciarvi una verità nella sua nudità, nella .sua semplicilil. Bisogna vestirla di colori abbaglianli: farle !'are dei grandi "'Csli. Bisogna darle delle proporzioni esagerale, a rischio di renderla irriconoscibile. Gli udit,ori, come nei lealri, s'incaricano di dare da sè stessi, e senza 1·ificllervi, lanlo vi sono abituali, l'inlcrpclrazionc del caso. Allorquando il lale riformatore parla, con periodi infiammati, di massacri generali, quelli che lo ascoltano, pure applaudendo, sanno benissimo che l'oratore non massacrerà nulla. Cosi si fa il più grande abuso delle pa1·ole. Certi focosi rivoluzionari che tulle le sere vorrebbero veder lullo demolito, sono nei loro alti, i più pacifici dei borghesi e, ciò che é peggio, i più allaccati alle potenze del passalo. Ma le parole li fanno piacere, come fan no piacere anche a quelli che li applaudiscono, perc:,é 11il gli uni né gli altri pensano, il più spesso, a imporsi il minimo sforzo ulteriore per tradun·c nei falli ciò che quelle parole esprimono. Dopo la piccola febbre di rivolta generosa che lì ha per un momenlo scossi, ritornano alla vila ordinaria, cb'essi accellano ·da ciechi, e 1·imetlo110a non so 'iuale caso imprevedulo la cura di realizzare la giustizia. La 9rr1·andc Rivoluzione, la santa Rivoluzione sociale, ve1·rà un giorno come un messia novello, in mezzo a luo11i ed incendi, e lullo ad un lrallo gli uomini caUivi diventeranno buoni, come i sofferenti e i Lrisli ddl'oggi diventeranno felici e sorridenli. Poid1è questa catastrofe benefica deve venire, basta attendere, spera11do nelle grandi crisi. Questo rivoluziona1·ismo puramente verbale mi pare molto spregevole, ed é sopratlutlo nel campo politico che si manifesta. Là pullulano le disastrose figul'c della rettorica, le frasi ampollose e sonore, le parole vuote e sprovviste di ogni concello predso. L'abuso é tale che la sincerità che vuole esprimersi, pe1· farlo 11011trova più che delle parole usale e avvilile da dei troppi com. promettenti equivoci. La professione di fede di un candidato è generalmente una così bizzarra traduzione delle sue idee ~he cessa d'essere comprensibile senza alcune spiegazioni preparatorie. Vi sono in f'Ssa degli enigmi curiosi coi quali si divertano gli specialisti, ma v'è una immensa confusione. Immensa e deplorevole, perché essa tende ad allontanare dall'azione sociale feconda le anime since1·c clic t'urorio sedotte dalle solenni proclamazioni di pt'incipi, e che sono poi 5:.concerlale dalla disonesta contraddizione de~li alli. E cosi che bisogna confessare che t1·a i rivoluzionari politici, vi sono molli slrani rivolul,ionari. Gli uni - e forse i più numerosi - sono ar1·abbiali contro l'aulorilà perché essa non è l'aulorità loro. Essi soffrono estremamente dei dinieghi di giustizia, degli abusi di potere, delle imposizioni o delle tiraunie finché ne sono vil~ime. Ma se una circostanza inattesa li 1·enderà più forti, essi ll'overanno scusabile, legittimo, eccellente, quel che hanno denuncialo come abominevole quando erano più deboli. Essi troveranno delle giustificazioni, delle ingegnosi Lii più fanlasli<:he, avranno delle compiacenze infinite per tulle le forme di oppressione, tutte le solligliezze della vanità, tulle le arti, quando, queste profitteranno a essi ed ai loro amici. Altri sono rivoluzionari e nient'altro, perch'essi trovano la società mal fatta e vorrebbero vedervi regnare un µo' più di equità· Questi non domandano e non sperano niente per sè stessi. La prosperità o la sfortuna non modificherà punto il loro temperamento. Se essi vogliono conservare l'autorità non è per usarne a loro po1·- tillo, ma per meglio organizzare la tutela sociale dei deboli. E il loro spiri lo di libertà ne augura, in conclusione la rovina progressiva. Ogni volta che un uomo, indignato da un'ingiustizia che gli fu dalo di vedere, si ribella contro la possibilità di questa ingius 1 .izia, e si adope1·a con pazienza perchè essa non possa rinnovarsi, (1.) Coufenoza fatta a Parigi al (;it•col<J deyli .;tudenti col• lettiQiSti,
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