Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 16 - 31 agosto 1902

436 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI pessimismo. Scipio _Sighclc, il rruale ha conosciuto il popolo belga davvicino, crede che il danno non sa1·à mollo, qualo1·a i socialisti sappiano emendarsi di qualche grave difello. A quest'opera di educazione si sono già dati con fervore il Fischer e il Berlrand, sollevando non poche discussioni. li sentimento rivoluzionario è vivo nel Belgio, pe1·chè le rivolte di piazza erano state sperimentale in due occasioni, nel ·1893 e nel '99, con successo vittorioso. Allora avevano anche avuto l'appoggio di tuLLa la stampa liberale. Ora non µiù. Ora la tattica dei socialisti, dice il Fischer, per il suo « aspello di est1·ema violenza )), aveva allontanato e impaurito una inte,·a categol"ia di cittadini: « il cullo ardente della fraseologia rivoluzionaria e il ricorso pe1·mane11le alla minaccia creano nel pubblico uno stato d'animo contrario alla penetrazione delle idee socialiste e a qualsiasi propaganda melodica >➔• E il Bertrand, rincalzando, osserva che la frase rivoluzionaria « ha il grave torlo di fissare nel cen·ello della moltitudine idee pericolose,,; epperò bisogna « avere il coraggio di dire ai nostri amici ch'è lempo d'abbandonare la tattica spinta, la quale non ci può rendere servizio e che, se fosse presa sul serio, sarebbe supremamente dan11osa ». E r.:onlinua biasimando la propaganda tcipageuse. Qui si nota la somiglianza tra 11uesta specie di socialismo e certo socialismo nostrano. Gli avvenimenti del Belgio sono diffe1·enlissirni da quelli che vanno svolgendosi da noi; dive1·si sono pure i 111etodi nelle fo1·me e nelle appareuze, diverse le condizioni ci1·eosta11ti;diverso il fine immedi11lo. Ma qua o li.i, in una parte dei socialisti, sono identici i rnc,tivi psicologici. Se in Italia avessimo dato 1·ella al socialismo rumoroso, gli scioperi si sarebbero rinr.orsi all'impazzala •!Ome barberi stimolati dalle pereLle. Noi fummc designali quali moderatori, perché non volemmo sperimentare la frase rivoluzionada sulla pe!le degli operai. Oh! i contadini, nella groppa larga e pa.-:iente portano il peso dei secoli, secoli di preti e di feudatari; ma non noi li Lormenleremo co11le 11ostrn impazienze, non avremo la crudt:lllà di soLLoporli ai nostri esperimenti di rivoluzione sociale I Nou sono conigli nè porcellini d'India! li mondo ha fretta. O~gi gli avvenimenti matu1·ano con una 1·apidità sconosciuta agli antichi. Ma la fa-ella è diventata febbre in alcuni dei nostri. Nè sarebbe g1·an male. Il male comincia quando si srna1-risce il senso della misura e l'abitudine della prudenza. Una grande illusione occupa l'animo di molli compagni; e •ruell'illusione è una grande leggerezza. Si pensa o si dice: Dallo stato presente vogliamo giungere al collettivismo. E non si pensa affatto al modo . . .. ' .. La proprietà eollelliva è la meta sicu1·a. Ogni giorno ne siamo più convinti. L'esame di lutti i fenomeni sociali, grandi e piccoli, economici e morali, fo1·lifica il nostro convincimento. Anzi, il collettivismo diviene. I falli principiano a darci ragio:ie. Con la partecipazione del proletariato alla vita pubblica, si tlisegnano, nei nostri rapporti sociali, i primi lineamenti di nuove sLrutture, le prime forme ancor vaghe del nuovo diritto umano. Ma appunLo parchè cominciano i falli, . . . . noi dobbiamo provvedere ai mezzi: dopo il disegno della cosa, comincia il lavoro melodico per la costruzione. Alla proprietà collettiva ci prepariamo con l'elevamento graduale del prolelarialo. L'elevamento si consegue con le riforme. Le riforme sono monche e irrisorie ove non siano concretale e proseguite da chi v'ha inleresse. Sono problemi _che accenno e non isvolgo, ma che dovranno essere svolli dal partilo socialista. Nè questo od altrn metodo ci porterà a un collellivi- . srno puro fin dal p1·incipio, non contaminato di privilegio borghese. Questo dico, contro un'altra illusione assai diffusa. La storia non è fatta a strali co111e un terreno vulcanico. Il pe1·iodo della economia a schiavi non è sepa1·alo di un taglio netto dal periodo susseguenle. La domi nazione feudale e monacale 11011.finisce con l'anno 1789, per dare principio alla vita bo1·ghese. La bol'ghesia era nata da secoli ed aveva di steso nel mondo civile le propaggini delle industrie, dei commerci e delle banche. E il feudalesimo resiste tullavia e si spegne iu un'agonia Larda . A molti, i quali coltivano ce1·Lo gene1'e d'illusioni, è piaciuto dividere il mondo in due cla:;si- distinte, borghesia e prolela1-ialo, eletti e reietti de\ Signore. La lolla di classe 110n è così semplice; ma si scompone in tante fonne ·di lolla quante sono le classi e i celi intc1'ffiedi l1·a quei due termini estremi. Possiamo noi, per un giuoco metafisico di astrazione, d11l chiuso dei nostri Ci1·coli figurarci il mondo secondo il nostro desiderio e tagliarlo in due fette . . , . . . . . . Fuori dei nostri Circoli, il p1·oletariato, il quale vive di bisogni, rompe il giuoco della nostra fantasia e delle 110• st1·e illusioni. Noi slavamo fermi: egli si muove. Di queste illusioni partecipano molli dei nostri: la società si divide in due classi; il primo passo del proletariato è il collettivismo. Se cos·t è, perché sciupare il tempo con le riforme t A que.,L'ercore di ottica e di filosofia della sloria deve avere ceduto una parte del p1·0letarialo belga. É certo d1e Enrico Ferri si faceva iuLerprele di uu sentimento a3sai diffuso uel Belgio quando profetava che in capo a selle anni il Belgio ci avrebb0 dato « il p1·imo esperimento di governo socialisLa » E che r Dalla dominazione bol'ghese e ('.le1·icale del Belgio dovremmo saltare alla proprietà collettiva t Eppu1·e, c'è chi fa i conti sulle dita, quando si pada di borghesia e di collelLivis1110c, ome se avessimo in Lasr.:a l'uno e l'altra. Facciamo della propaganda, si di<:e; forn,iamo dei socialisti. E' molte volte si dice cos·1 con la persua,,ione che il socialismo sia bell'e fallo il gior:10 che la 111aggiocanza si convinca della sua bontà. Facciamo pure i sociali:3li, ma facciamo anche il socialismo: il quale non si crea per sola volontà di uomini, ma 11asce e si matura nei falli . . . GAR1/.lA CASSOLA. Sull"aPostuma ,,diKarl Marx Con la traùu7.ione dei Volumi Il e lll del « Capitale,, di 1\iarx. (1) si aprirà una discussione molto più larga di quella cl1e finora era stata possibile, intorno alle idee fondamentali del -sistema economico svolto in quel celebratissimo libro. La veste tedesca originaria del « Capitale• en1. pei più come il fitto velario che ascondeva ai loro occhi il gagliardo edificio teorico, che con così maestosa concezione di linee, avea eretto il pensatore di. Treviri. Uomini anche pi.ù in vista nelle fila del socialismo teorico, erano costretti, (]) Carlo Marx - Le Capitai. Livre li Le procès de circulation du capitai - Line Ili Le procès d' ensemble de la production capitaliste. Paris, Gi&rd el Briére, 1901. L. 20.

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