372 RIVlSTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALl tato cui inevitabilmente tendono tutti i paesi; che sono ad una volta fertili, liberi e intelligenti». Questa sintesi anticipata dalla documentata dimostrazione Jel bene e del male, che derivano ad una volta dall'urbanismo, viene integrata colle parole di Kingslef che l' Adua W~ber riporta a conclusione dell'importantissima opera e che esprimono il suo desideratum: • una completa inter- « penetrazione della città e della campagna, una « fusione completa dei loro differenti modi di vita « ed una combinazione dei vantaggi dell'una e del- • l'altra, come in veruna contrada del mondo si- « nora si sono viste: ecco l'ideale, che si dovreb- << be realizzare ». Dottor NAPOLEONECOLAJANNI. Deputato al Parlamento MAZZINI,BOVIOE I SOCIALISTI Leggo nella Rivista Popolare un giudizio di Napoleone Colajanni sopra una monografia biografica del dottor Giovanni LombarJi. Il giudizio è laudativo, ma con una riserva che ricorda anche una volta quella franchezza che nel Colajanni è carattere. Nota il valentuomo che il problema sociale inerente alla dottrina politica del partito republicano fu veduto non da uno, ma da tutta quanta la scuola e,. prima, da Mazzini, che in tanta parte de' suoi scritti discorre, con sapienza, delle più vive quistioni sociali. Lasciando a quel grande - se valgono - le riparazioni postume, io ricordo che non pochi de' nostri intesero le quistioni sociali non come un sottinteso ma trattandole di proposito con ampiezza e metodo. Fra questi il Colajanni occupa il posto che gli deriva da lunghi, dotti e particolareggiati studi: prova irrefragabile che nessuno di noi, e prima ed oggi, ha inteso le quistioni politiche come puramente formali. Una inesattezza noto nelle osservazioni del Colajanni, dove parla della mia canditatura al Consiglio p.rovinciale di Bari. Non fui mai candidato a nessun consesso amministrativo, meno forse per mie attitudini che per miei convincimenti dottrinali. Io credo che la democrazia dovrà, un giorno o l'altro, esaminare a fondo la dottrina dell'unità o pluraliti del mandato. G1ovANNIBov1O ~ Gli abbonati che invieranno all' Amministrazione della Rivista Popolare l' importo dell'abbonamento scaduto e lire una e cinquanta, riceveranno.franco di porto, il volume Per l'economia nazionale e pel dazio sul grano, dell'on. Dott. Napoleone Colajanni. LE NOSTRE COLONIE IL BRASILE, (Postilla). Era già stampato l'articolo che nel passato numero com;acrammo al Brasile, quando ci pervennero. le tre seguenti pubblicazioni d'indole diversa: 1' La Tribuna_ italiana di S. Paolo (9-10 Giugno) con un articolo intitolato: Becchini; 2° La relazione ufficiale della missione affidata all'on. Vito de Bellis dal governo italiano (Tr·a l' Italia e il Brasile. Roma, Tipografia Bertero ); 3' Una lettera aperta del sig. Epaminonda Lugatti all'on. Pantano quale membro del Commissariato per l'emigrazione. Giova riassumere le tre accennate pubblicazioni per chiarire o ribadire quanto fu sopra esposto. 1° L'articolo dèlla Tribuna italiana é tutto consacrato all'on. Colajanni che sarebbe il... becchino, non dei morti - e in questo caso nessuno gli vorrebbe male! - ma degli itali ani.. .. vivi. N<Jn ·credevamo che il Direttore della Rivista fosse un siffatto ribaldo nemico della patria! Perché l'autore dell'articolo ... becchino, che si nasconde sotto lo pseudonimo di Ape - e certo non pretenderà. di avere qualche cosa di comune coli' apuz:.a nica dell'abate Meli - ce l'ha cosi forte coll'on. Colajanni da considerarlo come un becchino dei propri connazionali, come uno scellerato che vorrebbe distruggere il sentimento della patria dopo avere fatto qualche cosa - Ape lo confessa con parole molto benevoli per il becchino - per vederla costituita? Perché egli ha scritto: nuoce agli italiani all'estero la spercmza di ritornare in patria. L'on. Colajanni potrebbe rispondere che egli ha constatato un fatto e non lo ha creato lui. Che colpa ne ha lui se gli americani deplorano che gl'italiani siano troppo sobri, risparmino troppo e diano origine ad una forma particolare di assenteismo a danno del paese in cui immigrano, mandando ogni anno centinaia di milioni in patria'? Ma noi crediamo di essere in terpetri del pensiero dell'on. Colajanni aggiungendo che sintanto che c'è una emigrazione dall'Italia di centinaia di migliai~ di persone all'anno, bisogna far si che essa procuri ai disgraziati, che lasciano la patria, il massimo benefizio possibile. Essi potranno ricavarlo pren.:. dendo <limora stabile nel paese nuovo in cui vanno, e prendendone la cittadinanza che assicurerà loro i diritti politici e amministrativi, che potranno far valere in ogni occasione. Cosi fanno in generale i tedeschi, gl'irl:,.ndesi, gl'inglesi, gli scandinavi... Cosi non fanno i polacchi, i russi, che rappresentano in una agli italiani - questa è la verità dolorosa - gli elementi più scadenti dell'emigrazione europea. E nessuno si sognò mai di considerare i primi come nemici dei rispettivi paesi.. .. Anzi passano per buoni patriotti, e del loro attaccamento alla patria danno prove frequenti. L'avviso dell' on. Colajanni su questo argomento viene anche esposto da un Regio .... becchino. li Con• sole generale d'Italia in S. Paolo, Cav. Attilio Monaco, infatti, in una sua relazione sul!' Immigrazione italiana nello Stato cli S. Paolo del Brasile, scrive: ~ È da credere che la tendenza degli italiani a rimpatriare col tempo si attenuerà .... Ques~a. evolu-
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