370 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE B SCIENZE SOCIALI che le ripetizioni storiche - se pur ce ne sono - non sono equidistanti nel tempo, quando videro al timone dello Stato i Guizot, i Thiers italiani con tutti i fenomeni della spaventevole corruzione, dello scetticismo corrodente, che caratterizzò la loro epoca; ma in vece delle attese barricate di febbraio videro pervenire il governo nelle mani dei nòstri Odillon Barroi, che con scarso sforzo deviarono certi avvenimenti, che sembravano imminenti. Ciò nonostante il partito repubblicano non ha 1wrduto terreno; ne ha guadagnato non poco, come sarebbe facile dimostrare storicamente e statisticamente. I suoi progressi hanno singolare valore: furono conseguiti contro nemici di parte opposta; contro coloro che volevano conservare le istituzioni vigenti, e contro gli altri che volevano trasformarle ab imis m·utando l'assetto economico presente e che nella finalità ultima strombazzavano di voler sorpassare i repubblicani. Avvenne, inoltre, questo fenomeno apparentemente incomprensibile: i monarchici furono i migliori alleati dei socialisti; ai quali dettero un prestigio, un'autorità incalcolabile, proclamanilo ripetutamente la superiorità del loro programma. Non i modesti gregari, ma i capi più autorevoli, da Di Rudinì a Giolitti, affermarono, colla più grande sicumera, che i socialisti combattono per la sostanza e i repubblicani perseguono le ombre. Gli atti accompagnarono alle parole, riserbando, specialmente negli ultimi tempi, tutte le ire della polizia contro la propaganda repubblicana. Nè ciò facendo tradirono gl'interessi delle istituzioni. Come abbiamo osservato più, volte, i monarchici videro nella propaganda repubblicana il pericolo prossimo e ritennero remotissimo o addirittura impossibile l'avvento del collettivismo. Accortamente quindi si valsero dei socialisti per combattere i repubblicani. Ma nel successo del partito socialista, che per la sua rapidità ed estensione non trova riscontro altrove, sarebbe disonestà non riconoscere che le sue condizioni intrinseche vi contribuirono per molto. La forte organizzazione, la disciplina, l'abn'egazione, l'attività perseverante dei suoi propagandisti in Italia furono davvero impareggiabili. Fu merito dei socialisti italiani l'aver saputo adottare il meglio dei socialisti stranieri nei metodi di lotta: dagli opuscoli a due centesimi, alle conferenze, ai segretari pagati delle sezioni. Ma.- gnifica istituzione questa dei segretari e dei propagandisti pagati! E' riuscita a legare alle sorti del socialismo molti borghesi famelici e disoccupati ..... che nella propaganda trovano un mestiere che assicura molti applausi ed un poco di pane. Figurarsi se lo esercitano con entusiasmo! Il partito socialista, in un paese che vive sotto la pressione del bisogno economico, con scarsa educazione politica ed intellettuale, ha una base formidabile in una propaganda. i cui capisaldi stanno nel miglioramento materiale. E non facciamo un rimprovero se parlano allo stomaco: questo ha i suoi diritti, che sono anche anteriori a tutti gli altri e devono essere riconosciuti. La sua migliore condizione, infine, per fare larga breccia l'ha nella duplicità del suo program• ma e della sua tattica. Il partito socialista italiano è bifronte: ha un programma massimo ed un programma minimo; una tattica evoluzionista ed una rivoluzionaria. Il programma massimo, come scriveva Otello Masini, serve per le grandi occasioni, e può benissimo ripiegarsi e mettersi in tasca tutte le volte che riesca incomodo o compromettente, per sostituirlo·con quello minimo che, cedibile come l'elastico, oggi serve per le elezioni amministrative, domani per quelle poli· tkhe, un altro giorno per mettere d'accordo la monarchia col socialismo. Ma che cosa è poi questo programma minimo che i socialisti italiani fanno valere con suprema abilità, confinante con la massima impudenza? Niente altro che il programma mazziniano, che fu poi rinfrescato nel Patto di Roma. Sicchè essi compiono una vera truffa politica, quando con parole mirabolanti danno per roba nuova e colla loro marca di fabbrica, ciò ch'è degli altri ed ha tanto di barba. I benefizi della duplicità del programma vengono completati dalla duplicità della tattica. S'incontrano essi in borghesi pacifici? Parlano di evoluzione e condannano la violenza. Si trovano di fronte ad uno spiri io bollente? Innalzano f\vviva al socialismo rivoluzionarioooo ... Allo stringere dei conti, però, la rivoluzione poi bisogna intenderla sempre in senso scientifico... astronomico. Così può avvenire che i rivoluzionari più ardenti del · socialismo italiano sieno coloro che han messo cura suprema nel conservare sempre la pancia per i fichi... Con questi mezzi e con queste idee, e con le notate condizioni di ambiente, suffragati da una disinvoltura piramidale nel negare agli altri tutto, nell'attribuire~ a loro stessi ogni merito, i socialisti ita.liani sono riusciti ad ottenere risultati insperati, che li farebbero credere vicini ad avere nel loro pugno l'Italia. Ma hanno essi conquistato le coscienze, specialmente nel Mezzogiorno dove i loro trionfi sono più sorprendenti? Lo vedremo un'altra volta ed avremo occasione di ribadire le osservazioni che furono qui esposte sulla fabbrica elette coscienze. LA RIVISTA .8~ Lo sviluppo delle grandi città Uno dei fenomeni demografici e sociali, che contraddistinse maggiormente il secolo XIX fu lo sviluppo rapido delle grandi città tra i popoli civili. Il fenomeno non è del tutto nuovo; ma nulla di simile nelle proporzioni e nella sua universalità si era visto per lo passato. Esso da un pezzo richiama l'attenzione dei mo-
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