392 RIVISTA POPOJ,ARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI e i catlolici, nuovi e meglio preparati mornlmente. posson9 provarvisi con grande successo. Inolt1·e noi siamo fuori della vila politica: il che, quantunque ci abbia offerto e possa offrire anche oggi notevolissimi vantaggi, ci melle tutlavia, dinanzi agli allri partili, in condizioni di inferiorità tali da compromettere seriamente tutlo il noslro lavoro avvenire, se 11011 si trova qualche modo di ripararvi. È quindi supremo interess~ nostro che la conquista dei municipi sia preparata nella miglior maniera possibile, con la minima dispersione di forze e con gli scopi il più possibilmente precisi: e che ogni posto conquislato si cerchi di con5ervarlo e di profilt.ame per guadagnar la fiducia del pubblico e per l'esplicazione del nostro programma. Disperso, sporadico, abbandonato a sé stesso, questo movimento condurrebbe per lunga via a modesti risultati: disciplinai.o, ben diretto, sotto l'impulso d'una direzione consapevole dell'altissima méta eh e l'attende, e capace di imprimergli energia ed unità, esso potrà p.-epararci una magnifica base di azione nella vita pubblica. Ed allora sorge spontanea la questione del come unificare e dirigere questa attività municipale dei cattolici. Lo scopo deìl'iniziativa o delle iniziative dovrebbe essere doppio; riallacciare cioè tulta l'attività individuale di ricerche, di studi, di esperimenti sulle nuove funzioni sociali del municipio moderno, e tutta l'attività pratica, coordinando gli sforzi, unificando per alcune parti il lavoro ~ dando ad esso un'anima e una direzrone comuni. E in tre auni molta via si potrebbe percorrere, preparando per le nuove elezioni amministralive delle conquiste incalcolabilmente maggiori. Pensiamoci, e battiamo il.ferro ora che è caldo. (Cultura sociale - 16 luglio). ... A. Auiard: Napoleone l'ateoLalande. - Si sa che il filosofo Lalande faceva professione di ateismo in un'epoca in cui quasi tmti gli spiriti còlti credevano ancora al Dio di Voltaire o di Rousseau. Si sa che Napoleone I gli fece una colpa di questa opinione e lo biasimò officialmente; ma di questo incidente quasi celebre le circostanze sono poco conosciute, e studiandolo nei suoi veri e autentici documenti, mi semb1·a che vi si veda meglio, non soltanto la figura del buon Lalande, ma i coslu 1.i, il regime d'allora e il carattere di Napoleone I. Lalande fu un grande astronorno '? lo non lo so, ma è certo ch'egli aveva alla fine dell'antico regime, un'onorevole reputazione scientifica, che si mantenne durante la rivoluzione, tanto ch'egli fece parte dell'Istituto nazionale scienti;i.co. Ma la sua reputazione non andava scompagnata da un po' di ridi,~olo. Non so se sia vero 0h'egli facesse colazione con un pialto di ragni, come dicevano i suoi nemici, ma è certo ch'egli era un po' eccenlric:o, amanle di metlersi in vista, di scrivere sui giornali dicendo la sua opinione su tullo, e parlando in pubblico tutte le volte che gli capilava. Il suo ateismo lo espresse soprattutto in un opuscolo che mise in veudita nel 1805 sotlo il titolo di Notice sur Syloain Marechal, avec des supplements pour le Diction,1aire des athées. Sy!vain Marechal era morto in quel!' anno e il suo Dictionnaire des Athèes era composto nell'anno Vili. Tollerante quanto lo era stato Marechal, ch'ebbe un gran rispello per la libertà di coscienza degli altri, La lande e1·a fiero della sua filosofia. « lo sono mol:o lusingato, scrisse egli, e io m'applaudisco spesso da me stesso, per aver trovato la verità con la forza e la continuità di cinquant'anni di riflessioni profonde, e di non aver alcun dubbio in una cosa. in cui quasi lutti gli uomini sono nell'errore o nel dubbio. » E quindi riassunse in dodici pagine di ragiona-- menti stringenlissimi i suoi argomenti contro l'esistenza di Dio. Però, versv la fine dell' opuscolo, si vede con. sorpre$a apparire in Lalande una specie di ateo cristiano. « Io amo la religione, scrive, perché essa mette nelle mani dei suoi ministri dei mezzi per contribuire alla felicità dell'umanità. Un buon cu1·alo è un buon. tesoro. Ma i preti hanno abusalo del loro impero, ed essi mi devono perdonare se diffido di loro.» E poi, in modo più preciso: « Menge mi disse dinanzi al grande Bonaparte,. che io ei'o un ateo cristiano; ed io gli risposi: il mio ateismo è il resullalo delle mie meditazioni sull'universo,. il mio crislianesimo è il frutto della mia esperienza su-- gli uomini. » Ecco quel che era l'ateismo di Lalande. Ma Napoleone se ne offese, e scrisse al ministro del!' Interno Champigny la seguente lettera: « È con sentimento di_dolore che io apprendo che un membro dell'Istituto, celebre per le sue cognizioni, ma. oggi rimbambito, non abbia la saggezza di tacere e cerchi di far parlare di lui, ora con ar·ticoli indegni della sua antica reputazione e del corpo al quale appartielle, • ora professando l'ateismo, principio distrultore di ogni. organizazione morale, che toglie agli uomini tutte leloro speranze e tutte le loro consolazioni. La mia intenzione è che voi chiamate il Presidente e il Segretario dell'Istituto, e che li incarichiate di far conosce1·e a. quel corpo illustre, di cui mi onoro di far pa1·le, che. debba ingiungere al signor Lalande, di non slampare più nulla e di non oscurare nella sua veccl,iaia ciò che. ha fatto nei suoi giorni di forza per otten.ire Ja· slima degli scienziati. Se questi inviti fraterni riuscissero in,- sufficienti, io sa1·ò obbligalo di , i·icordarmi che il mio. pri,no dovere è d'impedire che si avveleni la morale del mio popolo, perché l'ateismo è il distruttore di. ogni morale, se non degli individui, almeno delle nazioni. NAPOLEONE Nella seduta ch'l'bbe luogo all'Istituto, Lalande, dopo che fu comunicata la leltera del!' Imperatore, dichiarò e che si conformerebbe alle intenzioni di Sua Maestà. che gli venivano notificale dal Presidente dell'Istituto ». Ma Napoleone non fu contento e volle che l'Istituto esprimesse anche il suo biasimo speciale: il che fu fatto, come risulta dalla seduta st1·aordinaria del 5 nevoso. Si è spesso pariato del Terrore dell'anno li, del Terrore repubblicano: esso per lo meno però non aveva spezzato tutti i coraggi, ghiaccialo tulle le parole, chiuse• tutte le bocche, Vi fu in questo Terrore dei tralli d'eroismo, delle parole da uomini liberi: persecutori e perseguitali seppel'O parla1·e, battersi, morire. li Terrore Imperiale invece curvò tutte le teste nel silenzio, e, ad eccezione d'una piccola minoranza, degradò i Francesi. Trattato da imbecille dal pad,·one, Lalande balbellò un grazie, poi si chiuse nello spavento, e morì due anni dopo. (Revue Bleue_ - 12 luglio). Dott. NapoleoneColajanni, proprietario, direttore-responsabile. Roma - Tipografia, Piazza S. Apollinare, 46
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