Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 14 - 31 luglio 1902

390 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI da un l11lo di fare un esame cti coscienza della recenle <'Ondolla politica dei pa,'lili popolal'i, clall'allra parle di ragionare dei proponimenti che intorn_o alla propria condotta avveni,:e, debbono prendere i faulori della Democrazia. So noi che facciamo pa,·le del parlilo popolare, se il Popolo non torna a disciplinare sé medesimo e non prende vigorosa men le in mano lo scudiscio, scacciando i farisei dal tempio, se non torna a rendersi conto dei propl'Ì v·eri bisogni e a formulare la propl'ia volonlà e ad impoda, a calcolare gli efTetli nccessori dei propri aLLi e a lener ferma una linea di condolla : il 1·egime semi-democralico, o semi-popolare, inizialo dopo le ultime elezioni, con ogni probal.,ililil, o non avl'à seguilo alcuno, ovvero degenererà in una caricatura di regime democratico, che sarà il regno di piccole oligarchie formatosi in seno alle masse popolai·i, sarà il regno di nuovi pl'ivilegiali pe{?giori degli antichi. La democrazia aveva scritto nel suo programma che avrebbe fallo cessare, sia' pui·e gradalamPnle e con ogni riguudo pei capilali personali e mobiliari investiti, lo ~frullamento delle masse per parte di industriali e propriela, i organizza Lisi in modo da poler intascare, mediante dazi p1·oletlori, un sopraprezzo sui prezzi delle loro aziende: ebbene queslo genere di spogliazione continua intenso, multiforme ed eflìcace quanto prima, e la democrazia nulla di efficace ha fallo per debellare il prolezionismo. Si era dello che le spese mil_itari si sarebbero, se non diminuite, per lo m·eno non accresciute: invece nessuno ignora che, per quanlo non di molto, lullavia in una certa misu,·a, le spese per l'esercito e l'armala sono andate :rncora crescendo. Nel programma politico della democrazia v'era che i rapporti t,·a gli uomini che co:npiono, o uniti o associali, servizi induslriali e commerciali, che questi rappo1'li del.,ba110 essere conlraltuttli e non già di status: e invece si é adollala una politica di spogliazione di una classe per parte di un'all,·a, ammettendo che il lavoro che scioperanti non compiono sia fallo comp:ere da altri, o ammettendo che gli scioperanti costringano con la violenza diretta o mediante l'intervento dell'autorità politica, chi non vuole pagare un prezzo, a pagarlo, o chi vuole lavorare, a non acceLLare il lavoro. Il caso concreto più recente é stato quello dei ferrovieri. La soluzione che si delle al conflitto' significò, in conclusione, che la massa i11tiera dei ciLLadini pagasse un tributo a una classe speciale: quello che hanno pagalo i contril.,uenti ai ferrovieri l'hanno pagalo in meno gli azionisti delle compagnie ferroviarie. Rra loro la lite c-d un terzo ha pagato. Lo sciopero ferroviario av1•ebbe svolto la questione nel solo modo in cui é solubile quando ambo le parti non vogliono cedere. Né il mondo sarebbe andato a sfascio per questo. La ridulione del servizio ferroviario in molti luoghi, l'arresto in altri, avrebbero nettamente posto dinanzi al pubblico In questione: quale sia il prezzo che s'intende pagare pur di avere il servizio; e allora se i ferrovieri aves1ero vinto, ciò sarebbe avvenuto col pieno e libero consenso cfel pubblico, e il rincarimento del consumo del servizio ferroviario, si sarebbe distribuito sugli altri titoli di spesa d.i ogni cittadino, a quel modo con cui si ripartisce un rincaro del prezzo delle scarpe, o degli abiti, o di altro titolo qualsiasi. Il programma della democrazia portava ancora altre promes~e e, tra queste segnal11menle quella di una diminuizione del ca1·ico tributario: invece, in modo quasi inconscio, abbiamo volato spese nuove per più di 12 milioni, e ridotto il bilancio dello Stalo 1 di cui si vanno vanLAndo gli avanzi, a riuscire in deficit di 30 milioni, se nuove imposte 11011sa1·a11110volali>, o se l'isorse eccezionali non saranno Yenute in suo soccorso. Si era dello che si sarebbe,·o ridolle determinalo imposte; ma quando siamo stati dinanzi all'erta, si é agilo come si t1·11llasse di risolvere un problema di alla matematica. Si é sacrificato u11 primo ministro, il Vollemboi·g, dopo avedo lasciato studiare un pezzo. Cos'i si é guadagnalo tempo. Poi se n'è preso un'altro che si é rimesso à studiare, e così si é guadagnalo del!' allro tempo. Poi si è comincialo a far circolar l'idea che, per fare unn riforma proprio per bene, occorreva allendere a accumulare un avanzo. E mentre si perdeva così il tempo si sono scatenali gli anti,;hi appetiti, e siamo Lutti quanti tornali agli antichi vizi e ogni margine del bilancio é sparito. Noi non al.,biamo ancora una politica democratica, e non l'avremo finché continueremo ad aYere una politica militarista, una politic11 protezionista, una polil1c11 di violentaziane dei rappoi·ti cont,·alluali, una politica -di burocrazia; e non l'avremo aggiungendo nuove for,ne di politica di classe, un' aristocrazin di nuove clieulelc-. Le ideali là della democrazia si compendiano sopra - lutto in due mire: da un lato nella mira di frazional'e il polCl'e politico; dall'altro in quella di aprire fa via oi migli<>ri, in ogni discussione in cui esplicasi I' aLlivitll umana. La primo idealilù, la lil.,ertà politica, si olliene in moli.i modi, ma sopralullo con una vasta decentralizzazione lerr:loriale, e con un ampliamento delle autonomie locali, in modo che in sostanza si ahbia un governo federale a piccole unità politiche. Essa si completa col referenclwn. La seconda idealità politica della democra1.ia é l'uguaglianza politica che praticamente si ottiene distruggendo ogni forma di monopolio: dalla casta alla corporazione di arti e mestieri, dalle cama, ille alla classe-, soltopo • nendo tutti agli stessi giudici, e ulta legge comune, non riconoscendo altri gradi che quelli che la relazione dei migliori crea quando ad armi ug-uali si é lottalo. (Gio,·- nale degli Economisti - Luglio) • Arnold Wite (1): L'Inghilterra,la Franciae il Mediterraneo. - L'impero britan11ico dipende da tre cose: dal valore della sua fiolla del Mediterraneo, dal posse~so di Malta e di Gibillcrra per vellovagliare In sua Rolla, dalla vigilanza dell'Inghilterra che deve esser pronta sempre a dar baLLaglia ai suoi. nemici. Queste tre condizioni indi• spensabili alta durata dell'Impero non sono in conclusione che i tre termini d'una stessa neces~itù: la supremazia della Rolla. Vi é una scuola politica che starebbe per l'evacuazione del Mediterraneo, e che ha degli argomenti che meritano di esser considerati. Evacuare il Mediterraneo significherebbe tre cose: 1° cominciando una guerra schivare una battaglia nel Mediterraneo; 2° abbandonare l'Egitto, Malta e Cipro; 3° rinunziare all'alleanza italiana e degli altri alleati che potrebbero restare all'Inghilterra nella Catalogna e 11ell'isole Baleari, nello stesso che si farebbe sapere al mondo ir.Liero che dallo strello di Bab-el-Mandeb alle colonne d'Ercole, Ì'lnghilterra ha abbassalo la sua bandiera. (1) L'aulorilà di cui gode in Tnghillerra Arootd While, autore di lavori cosi notevoli, come Tlic English Democracy, P,·oblc,11sof a (Jrcat City elc. d:\ una ~peciale imporluoza a questo arlicolo che riassumiamo. N. d. R.

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