Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 14 - 31 luglio 1902

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE B SCIENZE SOCIALJ 381 energie non furon tutte sprecate; qualc-he piccolo frutto pur ne rimane. E Lea stessa, l'indimenticabile Lea, pur nel suo doloroso calvario non afferma essa la forza e la grandezza dell'ideale onde é animai a'? Poiché, dice Pimitz, ogni religione nuova vuole i suoi martiri, che importa se il puro e fragile fiore di passione e di morte é caduto, vittima della sua fede 1 Che importa, poichè la sua vi~a fu bella? Lea fu la santa, « la vergine forte e l'Eva novella, precorrente i tempi per un destino meraviglioso ». Già a Gilder Rock, lassù nella piccola cappella mezzo diroccata dell'isolotto roccioso, erto in mezzo al mare, dove Lea e Giorgio si sono uniti per la prima, per l'unica volta, essi si erano resi conto di ciò, avevamo avuta la trionfale, esultante coscienza di essere veramente l'uomo e la donna futuri, riassumenti e personificanti nel breve ciclo della loro giovinezza la storia avvenire di lunghe generazioni. Partita come essi dalla casta ignoranza, da una purezza ingenua ed esaltata insieme, l'umanità, come essi ridestata al senso, a sua volta ne trionferebbe per la pura forza dell'idea. Sbalestrati lontano, divisi l'uno dall'altra da un'insormontabile barriera morale, l'umanità femminile e l'umanità maschile, al pari di Lea e Giorgio soffrirebbe lungamente nella separazione, dilaniata, que - sta dal desiderio, quella dalla rivolta, gettandosi sguardi iracondi e carichi d'odio. Sinché un giorno, finalmente, infranti i suoi ceppi, caduto l'ostacolo, così come Lea, la donna muoverebbe incontro a l'uomo, raggiungerebbe lo sposo, redenta e libera, per darsi a lui nell'amplesso voluto e cosciente di due esseri uguali. E mentre agli occhi estasiati dei due amanti, in quell'ora di gaudio e di luce suprema, la propria storia, la storia del loro amore, appare così, ingrandita e trasfigurata quasi in un simbolo, ecco sorgere dinanzi a loro, in cospetto del loro bacio, dal lontano orizzonte del mare, in un fantastico miraggio di nuvole, la Città r:.uova, la Città futura dell'umanità redenta, oggi più che mai l'anelito di questa povera umanità travagliata di miseria e assetata di giustizia -- la Città ideale, aspirazione d'ogni anima nobile concretata in luminosa realtà per questi due esseri privilegiati: e i loro occhi si chiudono a continuare la visione inetlabile, abbacinati dalla sfolgorante luce meridiana, e le loro labbra si uniscono in quella piena, esultante felicità .... Su quella roccia stessa, dove si è destata alla consapevolezza dell'amore, Lea viene più tardi a dormire l'eterno sonno, sotto la semplice pietra che la ricopre: LEA ORTSEN DORME QUÌ NELL'ATTESA DELLA CITTÀ FUTURA. MargheritaGresslniSarfatli. Ilmeto~~eollse~ie~mzeorealsiociali edi rappordtiellqauestiocnoelSocialismo Un discorso inaugurale del Prof. Pasquale Villari alla scuola di scienze sociali di Firenze con tiene profonde osservazioni sulla diversità del metodo nei nuovi rami della scienza. Egli ricorda un prezioso avvertimento, che il Prof. Gabba va da tempo facendo ai cultori delle scienze morali e sociali, mostrando loro che in tali scienze non basta la ricerca teorico obiettiva. Se nelle scienze fisiche e naturali è sufficiente conoscere quello che é, e spiegarlo, non é così per le scien:1.0 morali, dove occorre altresì sapere quello che deve essere. Il Prof. Villari criticando quasi la frase del suo illustre collega, e pur accettandone il concetto, lo rettifica, dicendo che invece delle parole ciò che deoe essere si dovrebbe dire ciò che può essere. In questa disputa intorno al metodo si racchiude una interessante questione non solo per la scienza, ma eziandio per la vita politit:a contemporanea. Il lavoro del Prof. Villari, il quale tocca ma non risolve rurgente questione, mi ha fatto risovvenire di questi appunti, tempo fa suggeritimi dalla nota polemica fra il Bernstein il Kautsky ed il Rappoport; ed ora che si ri'5ol!eva tanto autorevolmente la questione del metodo nelle scienze morali e sociali, li mando alla Rivista. • •• Talune pubblicazioni del Bernstein e del Kautsky hanno dato luogo a gravi considerazioni sull'essen-· za del socialismo e del marxismo. Il Bernstein combattendo la teoria di Marx sul plus valore e la teoria catastrofica, dice che il socialismo non ha nulla di scientifico. La teoria del plus valore, basata su di un fatto, è un11.constatazione obiettiva, che vale solo nel senso che ogni operaio produce più di quanto consuma. Sino a che la teoria si limita a questo significato non conduce a nessuna conclusione borghese o socialista. Il fatto è fatto. Ma nel senso dato al plus valore dal Marx ci entra l'apprezzamento soggettivo della ingiustizia del fatto. Vi si contiene una tendenza ideale, una tendenza a realizzare un fine che si proietta nell'avvenire. In ciò il Bernstein ravvisa un elemento utopista ribelle ad ogni costruzione scientifica. La scienza é divisa dalla pratica ed hanno l'una e l'altra diverse esigenze. Non si accomoda col carattere obiettivo ed impersonale della scienza una tendenza pratica. La scienza constata ciò che é, il socialismo é la teoria di ciò che sarà. Ed il Bernstein induce da tutto questo una opposizione inevitabile fra la scienza ed il socialismo, 13 conclude che non vi può essere un socialismo scientifico. Il Kautsky esamina queste idee e le trova non del tutto esatte. Dice che la scienza é qualche cosa di più della cognizione dei rapporti delle cose; é la cognizione delle cause. Se vi ha ostacolo al caratteré scientifico del socialismo, nella presenza di un fondo subiettivo, di un interesse, questo ostacolo si ha in tutte le scienze sociali, che si trovano nelle stesse condizioni. E il chiaro scrittore difende il carattere scientifico del Marxismo rilevando che, a suo parere, la concezione marxista è eminentemente scientifica e positiva, perché si fonda sopra osservazioni di fatto. Egli scrive: « La produzione capitalistica va assumendo sempre maggior predominio; d'altra parte il proletariato nasce e si afferma con lo sviluppo del capitale. La massa della popolazione si compone sempre più di proletariato. Questo si trova in opposizione sistematica col capitale. La lotta delle cìas- :;ii contro il capitale $ adunque nella natura ·delle cose. Essendo dato che gli interessi del proletariato sia.-·

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