Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 14 - 31 luglio 1902

380 RIVISTA POPOLARE 1.JJ JJOL1'11CA, LETl'ERE E SCIENZJ! SOCJA.L, ~l caso, quest•a deità enigmatica e capricciosa, la meUe in rappol'ti di vicinanza con Federica e Lea Legay-Sùa·ier, due giovani, impiegate in una grande fabbl'ica dei •'Sobborghi dì Parigi, l'una come capo-contabile, l'alLra 'Còm'é disegnatrice, e che un dramma di famiglia, doloroso qua11to comune, ha singolarmente predisposte ad accogliere la nuova semente-. La loro madre infatti, come tante po, ere ragazze della sua condizione, sedoUa e resa indnta d.al figlio di un ricchissimo banchiere, aveva acr,eltato dalle mani di lui una dote e un marito d'occasione, e da questo mercato, di cui era consapevole, -com~ pure dagli amori della madre coll'ignobile Sùrier; 'era rimasta nella figlia maggiore un'imp,:essio11e profonda di disgusto, inseparabilmente associala ad ogni idea di matrimonio e d'amore. In 11uanto a Lea, la figlia minore, la forte anima dell'altra ne aveva plasmalo fin dai primi anni lo spirito docile. Colia valida collabo1·azione delle due sorelle, e di al- ·cun<e~!'tre volonlerose, Pirnitz aspira a fondare, a Pa'- ~igi come già a Londra e a Budapest,, una scu'ola, diretta, amministrata, esercit~ta esclusivamente da donne. e tutta informata ai i,rincipi nuovi di educazione femminile. Mentre essa va sorgendo, Federica e Lea si recano ,a Lond,ra clove fanno la conoscenza, decisiva per le loro vite, di Tinka Ortsen e di suo fratello Giorgio, arnmis t·abile coppia d'artisti finlandesi. A poco a poco, insen- -sibi\mente, Lea e Giorgio si amano e si uniscono in uno di quei fidanzamenti mistici che non sono rari nel Nord. Ma in Lea l'anima antica, l'anima originaria ~ atavica si ridesta al soffio dell'amore, disotto l'anima e la coscien.za fittizie, foggiate da Federica e da PirniLz. Ella 'lima Giorgio come donna e come amante, non come puiro spirito solamente se ne accorge, e, :spaventata, fug- ~e da lui, ritorna a Parigi con Federica il cui gran cuo• ~·e n,rn h'8 nulla lasciato trapelare del suo doloroso se- ;greto~ \'amore che anch'ella nutre per Giorgio. A Parigi, tutto procede da prima a gonfie vele: ma dopo il primo anno di florida vita, e proprio quando lo avvenire sembra schiuderle un roseo orizzonte, la « Ecole des Arts de la Femme » sente premerle dinlorno il peso degli interessi da lei danneggiati, e coalizzati a distruggerla. Essa resiste dapprima, ma finisce in ultima coll'esser soppressa; e allora, mentre Federica si propone, coraggiosamente, di riprendere con Pirnitz l'interrotto lavoro, Lea, che si struggeva in vane lotte interiori, Lea, cui la rovina della scuola appare come una suprema liberazione, parte, va a Londra a raggiungervi ,l'amor suo. Ma é troppo tardi; e quando finalmente lo ritrova, muore fra le sue braccia dopo una breve convalescenza fittizia, consunta dalla tisi .... Questa in brevi parole la trama dei due romanzi ultimi di Marce) Prévost: F,-iJderique e Lèa. L'autore di quelle ammirabili Demi- Vierges clte anni fa suscitarono tanto r~more, ci ha dato qui dei tipi nuovi, e direi quasi in opposicione a quelli: Les Vier9esfortes. Sono ancora, come si vede, dei casi speciali di psicologia femminile, ma dal campo della patologia morale siamo passati ad uno più sano, e che, se non é generale tende almeno a divenirlo. li filo conduttore, nei due libri, il pensiero che ha guidato l'autore, é evidentemente la lotta della femminilità nuova nei paesi vecchi. Per questo appunto, attorno alle due protagoniste Ialine dei suoi romanzi, egli ha aggruppato nature diverse e diverse nazionalità: Romana Pirnitz, l' apostolo, nata in quella giovane e forte Ungh•wia, che, sorta pur d'ieri; già si affaccia armata e corazzala ad aflrontare la vita moderna nel suo senso più largo e nei suoi più ardui problemi; Daisy Craggs, l'idandese assetata di carità, cervello ribelle ad ogni freno d'ordine come ad o• gni imposizione di autorilà; buyvecke Ì-lespel; la buona fiamminga placida e grassa, che rinuncia, non ai slloi Idea 11, ma a combaltt re per essi, attirata da un prepotente bisogno di maternità; la sorellastra di Daisy Edith, l'inglese p1·atica ed idealista insieme, metodista fervente che iu un versetto della Bibbia o del Vangelo trova risposta a tutto, ma che però tali massime sa mettere in pratica, interamente dedila al bene dell'umanità 1 sia come operaia fra le operale d'una gran fabbrica, sia come nur§e (infermiera) negli ospedali o. presso i privati. E finalmente Tinka e Giorgio Ortsen, scesi, come un semi-dio odinico e una fata scandinava da quel nord « dove sono le più nobili coscienze del mondo ». Per tutti, press'a poco, i paesi così rappresentali, qual più qual meno, l'emancipazione della donna non è una idea nuova: essa ha già occupato ti preoccupalo Ìnlere gènerationi, ha ratto la sua strada lentamente, fatalmente; e tutti·, anche gli uomini, se pure la avversano, l'accolgono con rispetto, o sono abituali ad essa. In paese latino invece le diffidenze, i sospetti, le antipatie invincibili sono ancora ciò ch'essa ln<,onlra nella immensa maggioranza. È questione di razza, o é questione di tempof siamo noi diversi dai paesi in cui già il femminismo è alla sua aurora trionfale, o siamo soltanto più indietro? Ecco, io credo, il pl'Oblema che l'autore si é posto. Ed esso lo risolve in favore della seconda ipolesi, con una risolutezza tanto più convincente perché imparziale. È vero: la scuola di St. Charles, l'ideale tentativo di Pirnitz, fallisce; é vero: la v,~cchia società ligia ai suoi pregiudizi tradizionali; gli uomini, in essa cresciuti,non sanno né possono sopportare quest'audacia femminile fermamente risoluta a fai' da sé; è vero: dellè francesi che han preso parte all'ardita iniziativa, oltre a Léa che l'abbandona per Giorgio, Luisa Heurteau, l'ex-maestra governativa, la Lradisce per gli onori, le palenti e le cariche uffidali; Genoveffa Soubize, la figlia d'adozione della caritatevole Daisy, sotto la terribile fatalità della sua ascendenza alcoolica, uccide ed impazza, spinta da inconsapevoli bisogni sessuali; Mademoiselle de Sainte-Parade, presidentessa dell'opera ed elargitrice dei capitali necessari, non é in fondo che una povera zitellona inferma, d'ottimo cuore, ma di cervello assai debole; e persino Federica, la vergine forte per eccellenza, avrebbe forse l'esistito se il suo amore per Giorgio fosse stato ricambiato f e dopo la morte di Lea, dopo quella dolorosa, straziante agonia (di cui ben pochi certo potranno Jeg~ere la descrizione senza esserne rimescolati e .co'.nmossi), non si senle ella medesima scossa nelle ptù. intime fibre, scoraggiata a proseguir l'opera di redenzione in Francia, b:sognosa di rinfrancarsi nella sua fede collo spettacolo di paesi giovani e di più fecondi terreni dove già l'idea nuova germoglia, e ha profonde radici f non parte ella, spinta da un impulso incoercibile, per quell'Australia, Lert'a promessa del feminismo, dov'esso ha già come a Hopetowdn, le sue fiorenti colonie stabilite in base alla completa parità dei sessi? Si, é vero tutto questo; ma pure, anche governativa, e anche sotto la sola Luisa Heurteau, la scuola « des Arts de la Femme », serberà un'impronta più larga e sp1·egiudicata di qualunr1ue altro istituto simile; ma pure le allieve che usciranno di là, specie le prime, le maggiori, cui già Pirnilz ha infuso il fuoco s_acro , ;;prann? trasfonderlo altrove; ma Pirnitz stessa rimane " : ar1g1, a lavorare ancora, impet'lerrita come il buon seni .. atore, che dopo l'uragano e la gragnuola si rimette ,·. reno al lavoro, fiducioso in una messe novella. Tullo dunque non è $lato perduto - tanti sforzi, tante ~abili

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