Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 14 - 31 luglio 1902

376 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIAU della serva. Moltiplicando la prima colonna por la quinta del mio specchieLlo si ha la spesa totale d'esercizio, che per l'Italia risulta di L. 198,857,392. Abbiamo visto che l'Italia spende in proporzione 11 doppio, e cioè 44 millesimi per ogni unità di trasporto alla distanza di un chilometro; mentre l'Europa non ne spende in media che 22. Nella stessa maniera che 22 é la metà di 44; 99,428.946 é la metà della spesa d'esercizio delle nostre ferrovie, spesa in più nel confronto della media delle 5 gral)di potenze d'Europa. Confutate vittoriosamente le teorie dei privatisti (tendenti a giustificare lo sperpero colossale), con dati di fatto positivi, per raggiungere i 100 milioni di spreco, che formano il titolo del presente articolo, non mancherebbero che 671,054 lire. Ma a coprire questa piccola differenza, che potrebbe anche trascurarsi esprimendo in cifra rotonda, per ragione di approssimazione, la somma testé inàicata, basta considerare i 200 milioni circa passe.ti per la via delle casse p11trimoniali in 15 anni, e la cui parte maggiore deve addebitarsi in conto esercizio. E questo senza contare che il personale che laoora nello ferrovie italiane é il più mal pagato del mondo, come lo prova àel resto il fatto che lo stesso governo é intervenuto con 4 milioni all'anno a migliorare le paghe riconosciute insufficienti, per evitare lo sciopero generale. Certamente tutto il mondo troverà favoloso che in uno Stato civile e ricco di uomini politici· onesti e deooti alla patria, come sono stati tutti i preclari patrioti che hanno fatto l'Italia, si sia potuto lasciar passare inosservato uno spreco così colossale di pubblico denaro, mentre sarebbe stato cos\ facile a copiare l'esercizio austriaco cosl oicino e che dà cosi ottimi risultati; ma bisognava fare i conti con i privatisti i quali non vedono la salute della nazione che nell'es:rcizio del loro cuore sena-acontrollo. Pera la nazione, dicono i privatisti, pur che si salvino le teorie e si eviti il controllo. Ma pur restando nel campo privatista, se si fosse adottato il sistema Spaventa, introdotto r.elle sue Convenzioni presentale alla Camera dei Deputati nell'aprile 1874, l'esercizio delle nostre ferl'ovie sarebbe riuscito assai meno disastroso per la nazione. Lo Spaventa dava alla Socijltà esercente millesimi40 per ogni viaggiatore-chilometro di 1• classe; 25 millesimi per quelli di 2•; 12 per quelli di 3•; 10 per quelli di 4• e per i militari : una media calcolata in ragione della quantità e qualità di 15 millesimi per ogni viaggiatorechilometro. Dava 14 centesimi per ogni tonnellata-chilometro di merce a grande e bagagli, e 27 millesimi e mezzo per ogni tonnellata-chilomell'o di merce a piccola velocità Lire 2 per ogni chilometro utile percorso per i treni speciali ed il 40 per cento sopra tutti gli altri trasporti compreso i biglietti d'abbonamento. Più un fisso massimo di lire 4200 per chilometro di strada ferrata in esercizio e 50 centesimi por tonnellata di merce caricata e scaricata a cura della Società. Fondo di riserva non se ne co.;tituiva che uno, per porre in istato d'ordinaria manutenzione le ferrovie Calabro-Sicule e le Romane in esercizio all'inizio dell'app~lto, e pel rinnovamentodell'armamentostradale per qualsiasi parte dell'intera rete, con un versamento massimo di lire 1500 per chilometro e per 0gni anno d'esercizio. Tulle le altro spese erano a carico della Società. Le altre clausole della convenzione finanziariamente erano insie-nificanti. Come risulta dal mio specchietto la Mediterranea per l'esercizio 1899-900 ha fatto t&nti trasporti che corri- ~pondono a 400 mila unità, divisi precisamente in 200 mila viaggiatori-chilometro e 200 mila tonnellate-chilometro, donde la seguente operazione : 15 + 27 = 42; 42 : 2 = 21; 21 X 400 = a L. · 8.400 Calcolalo approssimativo per la grande e bagagli per i treni speciali il massimo del fisso in e il massimo del fondo di riserva in abbiamo un totale di » 1.000 » 200 » 4.200 » i.500 L. 15.300 che Spaventa dava all'esercente per chilometro. (Relazione ministeriale intorno ali' esercizio ferroviario dal 1885 al 1900). Invece lo stesso specchietto e per lo stesso lavoro sta ad indicare che la Mediterranea ne ha speso 17.400, senza quelli dei tre fondi di riserva coi quali arrivav~ a circa 20 mila, la cui differenza di maggior spesa (~ spreco) pur ridotta a sole L. 4.500, ed estesa ai 12.716 chilometri delle tre reti dello Stato ammonta alla bellezza di L. 57.267.000 lire. Mi si potrà osservare che i tre fondi di riserva sono tenuti a pagare 13.688.650 lire di interesse per i 265 milioni versati dalle Società al tesoro quale prezzo del materiale rotabile venduto alle Società; ma per il fatto eh il dividendo agli azionisti non figura come spesa d'e serc1Z10, questo interesRe non può esistere cho come compensatore, nel confronto del dividendo, che pur si sarebbe dovuto economizzare sulle 15.300 lire per chilometro ?he la Società riceveva dal sistema Spaventa. Di maniera che resta aritmeticamente dimostrato che se si fosse seguito il metodo Spaventa l'attuale spreco di 100 milioni all'anno sarebbe stato ridotto a circa la metà. Il guaio si é che i 100 milioni di spreco trov'ati sul confronto dell'esercizio del 1898 pare che non siano ancora sufficienti; poiché sta segnando un crescendo veramente rossiniano. _Infatti, la spesa della Mediterranea che pel 1898 era d1 L. 91.227.119,88, corrispondente a 15.700 lire pe1· chilometro, esclusi i fondi di riserva, del 1899 è salita a -- 9'..590.001,76, corrispondente a 16.800 (citato volume pagma 35) e dal 1900-901 a 109.734.438,23, corrispondente a 18.600 lire per chilometro, sempre escluse le riserve nel cui crescendo vengono sprecati anche i forti oua~ d . o agm delle costruzioni. (Relazione della stessa Mediierranea). E la manovra si capisce, perché é vecchia come le nostre ferrovie: é sempre la stessa, quella stessa che i nostri uomini di governo han sempre fatto finta di non capire, e che consiste nell'aumentare le spese, alla vigilia dei nuovi contratti d'esercizio, ingannando, almeno in apparenza, la pubblica opinione, per ottenere condizioni d'esercizio sempre più vantaggiose. Sono terribili i nostri Commendatori delle ferrovie ! I risultati delle inchieste sulla Banca Romana, del Comune e della Provincia di Napoli, sarebbero delle vere inezie nel confronto di quella sull'esercizio e sulle costruzioni delle nostre ferrovie che non si volle mai fare. / Eppure '100 milioni all'anno varrebbero bene un' inchiesta parlamentare, tanto più che sono 100milioni che la nazione deve risparmiare in sale, luce e pane. Si ha forse paura di dover deplorare tutto il nostro mondo politico e burocratico f E qui faccio punto perché andrei troppo oltre. Tornando dunque al sistema Spaventa che avrebbe ri4otto 111!11 metà l'in~ente spreco, si capisce che devq

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==