Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 14 - 31 luglio 1902

374 RIVISTA POPOLARE bi POLITiCA, LÉTTÉRE E SCIENZE SOCIALI della clausola della nazione più favorita, della riduzione dei dazi brasiliani si gioverebbero i nostri concorrenti portoghesi, spagnuoli ecc ... AI fìsco i tali ano rimarrebbe il danno, e all'economia nazionale verrebbe inadeguato giovamento. Nella relazione del De Bellis c'è una parte nuova e interessante: il colloquio suo col D. Olyntho de Magalhaes, ministro degli affari esteri della repubblica brasiliana, sulla denunzia in {'orma villana e inusitata del modus oioencli, che regolava i rapporti commerciali tra l'Italia e il Brasile, e di cui si parlò precedente men te. Secondo il D. de Megalhaes, alla cui parola il Dc Bellis presta piena fede, la colpa dell'avvenut0 l'avrebbero il Conte Antonelli, che morì inopportunamente ... e il successore Principe di Cariati che interpellato dal Ministro della repubblica l'ispose di non avere avuto alcuna istruzione dal governo italiano. Non tutti i torti, quindi, li avrebbe il governo brasiliano, stando alla na1Tazione dell'on. De Bellis. Se poi la sua buona fede sia stata sorpresa dal ministro della repubblica transoceanica ci sarà modo di appurarlo in qualche adatta di cussionc nella Camera dei Deputati. :3° La nota più giusta, sebbene alquanto pessimista, l'ha portata il sig. Epaminonda Lugatti, e in gran parte si accorda colla nostra. Egli, scrivendo alla buona, senza preten:doni letteritrie o politiche, guidato dal buon senso e dalla conoscenza Jel paese, dimostra quanto segue: a) La crisi del caffè deriva da sopraproduzione che venne stimolata per riparare alla crisi fondiaria generata dalla sostituzione del lavo1·0 salariato a quello a schiavi. b) C'è poco da sperare nella sostituzione delle colture per ragioni di clima e di suolo. e) Sa1·ebbe follia stimo!:J.re ancora di più la produzione del caffé. Essa è già soverchia nel Brasile. e potrehbe arrivare a cifre enormi - a 72 milioni di quintali, e non a 36 quanto e1·1·oneamente dice il Lugatti, nel solo Stato di S. Paolo. Ivi il terreno adatto alla coHura del cafle è di oltre G milioni di ettari, dei quali soli 500.000 ettari attualmente danno G milioni di quintali. Tenendo conto della potenzialità produttiva dei territori di Mina.s Geraes, Rio de J aneir·o, Espirito Santo si potrebbe arrivare a 100.000 quintali! I 4° Come corollario di questi dati rimane sicuramente giustificata la sospensione cieli' emigrazione ria parte del governo italiano, e dovrebbe essen1c lieto lo stesso governo brasiliano, che ha tutto l'interesse a veder alleggerire la crisi attuale e non ad aggravarla. E si aggraverebbe con una nuova ondata cli immigrati italiani, che non potrebbero trovare collocamento se non nelle Jazenclas da caffè. E noi possiamo aggiungere che la. opportunità della misura del governo italiano contro l'emigrazione gratuita venne implicita.mente riconosciuta dal decreto del Vice-Presidente dello Stato di San Paolo, che l'abolisce. Tutto questo ci parve opportuno rilevare in questa postilla, che chiudiamo]riparando ad una dimenticanza commessa nel primo articolo nel quale non facemmo menzione del giornale repubblicano L' Italia clemoeratiea, cui mandiamo il nostro saluto. SICDLDS. AGLI AMICI Chiunque procurerà un nuovo .A.bbonato,che pag1tz·per·òanlicipalamente, riceverà in dono, a scelta, una delle seguenti pubblicazioni del1' on. Dott. Napoleone Colajanni: JJ!1oiivemmitssociciiix en Italie; Ire e sv1"opositi di Oesare Lornb1"oso; Nel regno della Mafia; Gli Uffici del lavo'ro; La G1"ctnde Battaglia del lavo1·0. G hiu nque procurerà due nuovi Abbonati, e/te pajhz'no però anlzcipatamente, ricevera, a scelta, tre delle suaccennate pubblicazioni, oppure l' A.ttrcive1·so la Svizze1Yt dell.'on. prof. Ettore Ciccotti. 100.MILIONI ALL'ANNO SPRECA nall'asarcizlo dalla ferrovia italiana Concludevo l'ultimo mio a1·ticolo nella Rivista del 15 marzo u. s., Una grande camorra nazionale, assumendo ì'impegno di dimostrare - lo spreco di nn centinaio di milioni all'anno, e/te Sf' ne passano trnnquìLlamente per la !}l'an oia incontrollata delt'esel'ci.;io pricato delle nostre ferrooie di stato. Questa mia affermazione, ed impegno ad un tempo, daLa l'importanza della somma, sa1·à certo stata giudicala audace ed avrà rorse anche fallo sorridel'e di incredulità più d'uno fra i pontefici della materia, militanti nel campo privatista; però, se è sempre vero che l'aritmetica non è un'opinione, gl'1llustrissimi di(ensori delle Società e del regime atLuale, penso che cesseranno di sorridere non appena avranno consultalo, con la 101·0 alta ed inconLeslata competenza, il seguente specchieLlo, che raccomando al proto; tale specchietto, specie per i compeLenti e gli studiosi, basta da solo per la dimostrazione. Non ho alcuna ragion) per riLenere che i signo1·i privatisti siano in mala fede, allorquando affermano nella stampa e nelle riviste che van per la maggiore, che: « l'inferiorità delle nostre ferrovie non è dovuta a cat- « livi sistemi di esercizio quanto a povertà di lraflì"o, « giacché ~ ovvio che le spese fisse unitarie risultano « più basse se si ripartiscono su maggior quanliLà di « trasporli "· E voglio anzi credere che se avessero avuto p1·ima sotl' occhio uno specchietto come quello mio non solo non avrebbero scritta l'erronea affermazione, ma si sarebbero forse anche ricreduti. ..

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