360 RIVISTA POPULARE l.JJ l:'OLJ'J.1CA, LETl'ERE E SCIENL-JI SOCIA.Li * Le Api sono cento e più epigrammi di GiulioNatali, di cui il Liccione di Melfi stampa la 2" edizione. Udite questo, piccante e suggestivo:« Dantista esimio, finissimo ingegno! Ha scritto una dozzina d'opuscoli, di Guido sul disdegno; e ha scritto una ventina d'opuscoli sul veltro; quei che non ciberà terra nè peltro, conclude, é un papa od un imperatore ». « .... valgagli il lungo studio e il grande amore! » Valgagli, vuol dire, ad ottenere il nostro compatimento. * L'editore Giannotta, di Catania, pubblica in volumetto illustrato i ritratti e le biografie dei primi dieci Cavalieri del lavoro (il biografo si cela sotto lo pseudonimo di Gigo), e promette di continuarne regolarmente la serie. Ebbene, io che ho In, più costituzionale ed incurabile anestesia ammirativa per le decorazioni e pei decorati, applaudo all'idea di questa pubblicazione: nella quale io vedo la migliore e più moderna forma di onorare e segnalare la brava gente, cioè appunto la gente che lavora, per sè e per gli altri; solamente, io vorrei che l'indice dei cavalieri non fosse dettato soltanto dal ministro competente, né da alcun altro illustre personaggio ufficiale; e che non fosse necessario nè sufficiente il diploma cavalleresco, per figurare in questo libro d'oro della nobiltà operaia, ma che ne fosse decretato dagli altri lavoratori, per suffragio universale, il meritato privilegio. * EttoreZòccoli ha pubblicato (editore Bocca) la sua traduzione della grand,e opera di Max Stirner, L'Unico, la quale contiene il più celebre tent!ltivo di sistemazione della morale dell'egoismo. che mni sia stato compiuto, e quasi dicevo perpetrato, in qualsiasi letteramr:1: va segnalata, come vero modello Jel genere, la magnifica prefazione storica, esegetica e critica del traduttore. * Un altro potente volume è la Storia naturale dello sviluppo sociale del genere umano, di VincenzoPeretti, editore Lapi di Città di Castello: ì'autore vi di• mostra una rara coltura ed un forte ingegno; e l'opera sua è senz'altro una delle migliori ch'io conosca, sulla moderna filosofia della storia; solamente, la lettura ne riesce un po' pesante, perché la mancanza assoluta non solo di sottotitoli ai capitoli ed ai paragrafi, ma anche d'un indice qualsivoglia, e sia pure il più breve e schematico, ingenera il senso come d'un viaggio alla cieca, senza itinerario conosciuto prima, in balia d'una guida muta, che si guadagna sin dalle prime stazioni la vostra fiducia, ma che vi irrita un poco col non volervi dire il nome delle seguenti nè della méta finale. * Tutto l'opposto è l'esposizione critica delle Teorie psicc,logiehe di Heloetius, di Lodovico Limentani (Padova, Fr.lli Drucker), con prefazione cielnostro Groppali: in cui l'opera dotta e diligente è invece tutta ben distribuita e classificata, in modo che lo studioso vi ritrova facilmente, quando gli occorra un riscontro o una citazione, il punto che l'interessa, la notizia che gli occorre: sicché l'opera, a pari merito, si legge con maggior gusto e profitto. • Per finire. - Iersera, stanco del lungo e pesante lavoro della giornata, ero al caffè Barattucci, a ritemprarmi ·iJ corpo e lo spirito con una bibita refrigerante, e a contemplare con occhio beatamente inespressivo la lanterna magica della gente elegante e folta che in doppia fila passeggiava su e giù per il Corso: quando fui colpito dalle strane cose che dicevano alcune signorine sedute a un deschetto vicino al mio. Parlavano, con la maggior serietà del mondo, senza la minima intonazione satirica, senza il più lieve sorriso epigrammatico, senza la più innocente sottolineatura maligna, d'un loro professore di legno, d'una maestra di paglia, d'una signorina di fil di ferro, d'un insegnante cli cartoncino, d'un maestro di gesso .... Dapprima, rimasi ... di stucco anch'io; ma poi, pocoa 1,oco, riuscii a capire che erano maestrine reduci dal corso di lavoro manuale a Ripatransone, e che quella era laggiù l'abitualo maniera di designare i rispettabili e benemeriti membri del corpo insegnante. Ed allora, certo un sorriso mefistofelico dovette inconsciamente disegnarmisi s0tto i baffi: in quante mai scuole, ahimè, ahimè, dall'asilo infantile all'ateneo glorioso per tradizion secolare, non abbiamo noi più che metà dei maestri e dei professori (e son proprio quasi sempre i più onorati dai numi della" Minerva,,) a cui sarebbe applicabile nel senso più grottesco la singolare nomenclatura di Ripatransone! Chieti. MARIO PILO. RIVISTADELLERIVISTE Wolf von Schierbrand: Il problemapolacco in Russia. - La Polonia prussiana, quantunque sia la parte più prospera, ed anche la più progredita intellettualmente, di tutta la Polonia, é anche la parle dove lo spirito nazionale polacco si afferma più vigorosamente che altrove. La Galizia, considerata dal punto di vista ecònomico ed intellettuale, é molto meno progredita della Polonia prussiana. E ciò é vero anche in nìaggior misura per la Polonia russa. Per quanto riguarda lo sviluopo materiale delle provincie polacche, la Russia merita ogni lode. Nei primi quindici anni che scorsero dalla conquista di Federico il Grande, la popolazione crebbe quasi del 50 per cento, ma il maggiore sviluppo economico data dal 1863. Negli ultimi quarant'anni la ricchezza delle provincie polacche della Prussia si é quadruplicata. l nobili sono diventati industriosi, e si é formata una classe media attiva, ed abbastanza prospera. l mercanti, i banchieri, i bottegai, i meccanici, gli artigiani, i medici, gli avvocati e gli ingegneri polacchi formano ora la maggioranza. Il Dr. von Miquel fo1·mulò un programma che obbligava lo Stato ad una spesa annua di un milione di sterline, per l'erezione di nuovi edifici scolastici biblioteche, musei ed edifici per l'istruzione superiore. La proporzione dei popolacchi che studiano nell'UniversiLà tedesche è cresciuta dieci volte dal 1880. Le principali difficoltà politiche del governo prussiano nelle provincie polacche datano dal Kulturkampf di Bismark. Egli fu battuto dal Papa, ma la sua .resa non rimediò al !Uale cbe aveva prodotto. Da quell'epoca l'odio religioso dei polacchi verso la Prussia protestante si è intensificato, e cinque o sei anni fa il presente imperatore ed il gabinetto prussiano decisero di adottare una politica più energica verso i polacchi. I leaders polacchi hanno pronunziati dei discorsi e scritti degli a1·ticoli, proelamando apertamente la loro ambizioue di ricostituire una grande Polonia, che si estenderebbe dal Baltico al Mar Nero, e conterrebbe 35 milioni di abitanti, fra i quali il 60 per cenlo di analfabeti.
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