Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 13 - 15 luglio 1902

352 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI nazione p1u favorita, si estendevano a molli allri paesi, di modo che, direUamente o non, quasi tuUi gli Stati avrebbero risentito gli effetLi di qualunque cambiamento gabella rio. Però le speranze nutrite da coloro che vagheggiavano una politica doganale temperata non rimasero deluse poiché l'Italia, la Germania, l'Austria-Ungheria, la Svizzera e la Russia rinnovarono ed ampliarono· gli antichi patti di commercio. Né, dopo quasi un decennio, han ragione di dolersene, perché gli scambi reciproci si accrebbero in forte proporzione. La Germania fu quella che realizzò maggiori benefizi. Essa si vide aumentare la sua esportazione manufatturiera verso gli Stati contraenti e presto si accorse di qua!'!ta utilità fosse il sistema dei trattati, propugnato ed imposto dal cancelliere Caprivi. Intanto, caso assai strano, é proprio in Germania che attualmente si propugnano più alte gabelle di protezione. A capo del movimento protezionista sta la e< Lega degli agricoltori » la quale, sino al marzo del 1!)01, contava 232,000 soci, ed esercitava moltissima influenza su tutte le regioni dell'impero. Ad essa si é associato il « Fascio degl'industriali tedeschi» del qua'e fan parte i proprietari delle grandi ferriere e coloro che esercitano industrie bisognose di tutela, Accortisi, forse un pò tardi, dell'influenza, esercitata dalla « Lega degli agricoltori » gl'industriali tedeschi, ec cetto i grandi produttori di ferro, pensarono di neutralizzarne la propaganda unendosi in una associazione che prese il nome di « Lega a favore dei trattati commerciali ». Ma ormai é assodato che gli agrari,. si sono imposti al governo e al parlamento dell'impero, e che la nuova tariffa doganale s·inspirerà a c1·iteri apertamente protezionistici. Ma ad onta di ciò non pare che la politica dei trattati debba essere abbandonata dalla Germania. Certo é, però, che la nuova tariffa, se definitivamente approvata dal Reichstag, renderà più difficili le future negoziazioni coll'estero. L'agitazione agraria germanica si trapiantò nell'Austria-Ungheria. Anche là un largo movimento tende a rinvigorire quel principio protezionista, che, del resto, non é stato mai trascurato dalla vicina Monarchia. Riguardo all'Italia il movimento agrario austro-ungarico si oppone decisamente alla rinnovazione della clausola sul vino, che fu cosi feconda di benefizi per la viticoltura meridionale. In Svizzera, gl'industriali chiedono maggior tutela, non per meglio dominare il mercato interno, ma per ottene• re più forti concessioni sulle tariffe estere nelle s tipulazioni avvenire. D'altra parte, gli agrari elvetici, anche l'l vi sono degli agrari protezionisti!, vorrebbero ostacolare con nuovi e più alti dazi l'entrata delle merci alimentari. Ma ad onta di tante opposizioni e di tanti elementi contrari non sembra che il sistema dei trattati debba essere abbandonato da nessuno dei paesi dell'Europa centrale. . •• li Fontana-Russo passa poi ad esaminare i risultati dei trattati conchiusi dall'Italia coll'Austria-Ungheria, colla Germania e colla Svizxera nel 1891 e nel 1892. Le esportazioni austro-ungariche in Italia, dopo il 1891 si sono mantenute quasi stazionarie, mentre. quelle italiane verso la Monarchia sono aumentate in media di 22 milioni di lire. Infatti, le importazioni medie in Italia, nei periodi 1888-91 e 1897-900 sono state. rispettavimente di L. 140,700,000 e di L. 137,600,000; mentre quel! nell'Austria-Ungheria, negli stessi periodi, sono i;tate di L. 87.600.C.O0 e di L. 109,300,000. L'aumento della nostra esportazione quasi escusivamente si dovette al commermercio vinicolo. Perché le nostre vendile di vino nella Monarchia, da 320,000 corone che erano nel 1891, si elevarono a 33.202.000 nel 1898 e a 21.051.000 corone nel 1900. Anche il trattato colla Germania dimostrò che l'equivalenza economica era st11ta assicurata. Comparando gli anni che prdcedettero e seguirono l'ultimo trattato, osserviamo che nel periodo 1883-91, secondo le statistiche italiane, le importazioni ;dalla Germania ascesero in media a 134 milioni di lire. Invece, nel periodo 1892-900, esse conseguirono una media annua di 158 milioni. Dunque, la dogana italfana accusa un aumento medio di 24 milioni a vantaggio delle esportazioni germaniche. In quanto alle esportazioni nostre in Germauia, esse nel periodo 1883-91, secondo le statistiche tedesche, raggiunsero una media di quasi 130 milioni. Invece, nel periodo 1892-900, tali esportazioni salirono, in mP,diaa 186 milioni di lire. Si ebbe, dunque, un aumento annuo di 56 milioni. Riguardo agli effetti del trattato del 1891 nella Svizzera abbiat'no: esportazione di merci italiane nella confederazione, nel periodo 1892-900, aumento annuo di 37 milioni e mezzo rispetto al pe1·iodo 1886-91; l'importazione di merci elvetiche in Italia, nello stesso tempo, diminuì annualmente di L. 14,500,000. Questo aume11to a favore nostro renderà più difficile il negoziato futuro; essendo intenzione della Svizzera di modificare in tal modo il trattato da ottenere un ce1·to equilibrio negli scambi reciproci, . • • Prima di esaminare le condizioni ndle quali si svolgeranno le negoziazioni avvenire, l'Autore parla dell'educazione dell'Italia verso la civiltà industriale. Egli espone le condizioni di esercizio di og11i industl'ia, dalla siderurgica, alla cotoniera, alla serica, alla canapina ecc Trova che alcùne fabbriche, come quelle di tessuti di. cotone, sono troppo protette, e che la tutela va notevolmente ridotta. Ma queste ridu1.ioni gabellarie non dovranno aver luogo in forma autonoma ma bensì negoziando coll'estero. Vuol dire che quanto più notevoli saranno le facilitazioni date a favore dei prodotti fabbricati forestieri, tanto maggiori v11ntaggi l'Italia potrà ottenere per l'esportazione delle sue merci agricole. Infatti, l'esercizio agricolo si svolge in conùizioni assai misere. Esso, in gran parte, ha fatto le spese del protezionismo industriale, e si dovrebbe venire in suo aiuto mediante una politica doganale informata a larghi principi di equità. Certo, alcune industrie vi sono, degne di speciale riguardo. Per esse, anche non volendo adottare dazi più protettivi, bisognerà almeno mantenere immutate le attuali gabelle. . • • Come si svolgerano le future trattative'? Il Fontana-Russo, colle statistiche alla mano, prova che la Gdt·mania e la Svizzera, ad onta delle tariffe doganali attualmente in discussione, non potra11110colpire la più gran parte delle merci italiaue senza ferire gli nteressi delle fabbriche e degli esportatori elvetici e tedeschi. Prendendo per base le statistiche ufliciali tedesche del 1899, noi troviamo che le esportazioni uostre verso quel paese, le quali sommano a marciti 193.308.000 si divido ~no cosi:

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==