RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 349 e di moHe aggiunte particolari. La letteratura scientifica anche più recente è sottoposta a critica rigorosa e coordinata alle teoriche discusse, e copiosi fatti monetari vengono esaminati ed interpretati a suffragio delle dottrine deduttivamente presentate. Il Loria premette che la ragione di scambio fra i prodotti preesiste all'introduzione della moneta, e che l'unità di misura del valore, nella ipotesi di libera concorrenza, è costituita dal lavoro complesso, cui le ricchezze medesime possono ridursi. Ne deduce che la moneta possa, pure nelle nostre società incivilite, consistere in un assegno gratuito, convertibile nel prodotto di una data quantità di lavoro. « Infatti, scrive, un tale assegno é sempre accettato dai venditori in cambio delle loro merci, perchè essi sanno che possono convertirlo a loro piacimento nel prodotto della quantità di lavoro che esso rappresenta. D'altra parte, se la emissione di questi assegni gratuiti non eccede la giusta misura, é escluso il pericolo che le domande di conversione siano troppo frequenti e che l'Istituto debba tenere giacente una forte quantità di prodotti per soddisfarle; chè anzi, nelle condizioni normali della circolazione, la quantità ed il valore dei prodotti, richiestt a garanzia delle emissioni, tenderà verso una cifra evanescente» (p. 6). Questo assegno gratuito avrebbe, secondo l'autore, un valore invariabile, per ciò solo che sarebbe convertibile in una quantità costante di lavoro, e quindi eliminerebbe i più gravi inconvenienti, che si lamentano, dato il sistema di moneta metallica (p. 150-152). Se gli Stati moderni non sostituiscono alla moneta metallica un assegno convertibile in prodotti, é per assicurare la persistenza dell'economia capitalista, che richiede limiti all'accumulazione produttiva (p. 7-8) come l'autore ha tentato cli provare nella sua « Analisi della proprietà capitalista. » Ora la possibilità di un assegno gratuito convertibile in prodotti ci sembra assai contestabile, almeno nell'economia attuale. È vero, come afferma l'autore, che il rapporto di valore fra i p1·odotti non deriva dall'intermediario degli scambi, ma preesiste ad esso. Però la causa del valore non risiede nel lavoro, potendo il resultato del lavoro essere un oggetto inutile ed invendibile, né può elevarsi a legge universa del valore medesimo, quella delle ragioni respettive dei lavori complessi. La concorrenza non è efficace in tanti scambi interni, perché, a prescindere da vincoli giuridici, è attenuata dalla stessa specificazione degli impieghi, e si ha una schiera di gruppi non concorrenti. Ma, ammesso che tutti i prodotti si scambiassero in relazione ai costi di produzione, non ne deriverebbe che i contraenti, nelle nostre società incivilite, si accontentassero cli unas~egno convertibile in prodotti. Essi si accontentano di un assegno convertibile in moneta, perché questa può permutarsi con qualsiasi prodotto, senza discapito del compratore, in condizioni normali, e perché quindi il possesso della moneta o dell'assegno, che la rappresenta, è potenza generale d'acquisto, determinata dal corrente stato dei prezzi. Ma non possono soddisfarsi d'un assegno misurato in lavoro, regolandosi concretamente in base all'utilità dei singoli prodotti nella loro economia individuale e non volendo o potendo compiere nemmeno l'esatto calcolo del lavoro complesso, che implica la cognizione del lavoro contenuto nel capitale tecnico. La designa zione della quantità di lavoro semplice_o complesso, che l'assegno deve rappresentare é impossibile ; si urta contro ostacoli insuperabili di tarrifazione, anche nelle ipotesi più favorevoli alla dottrina del Loria. Quale assegno richiederà il produttore di una ricchezza che é costata 100 giorni di lavoro? non puo rispondersi un assegno rappresentante 100 giorni di lavoro, poiché rispetto a talune ricchezze può conseguire un prodotto cli oltre 100 giorni, rispetto ad altre un prodotto di meno che 100 giorni, a se- ' conda della competizione più o meno estesa fra gli uni produttori e gli .altri. Inoltre negli scambi effettivi la quantità esistente sul mercato d'ognuna delle merci, e tutto quel complesso di fattori, che determinano le valutazioni subbiettive dei contraenti, hanno influenza sul valore corrente, che è il valore, il quale prevale di fatto, mentre il normale rappresenta soltanto un centro, intorno a cui le oscillazioni si verificano. Queste circostanze sono attive nello scambio fra prodotto e prodotto e fra prodotto e moneta, quando la moneta è una ricchezza; non si possono manifestare nello scambio fra un prodotto ed un astratto assegno di valor•e. Del resto il Loria tiene gran conto di tutte le condizioni che influiscono sul valore corrente della moneta nella preziosa trattazione, che dedica all'argomento. Non ci è possibile seguire le !l,nalisi dell'A. minutamente. Egli studia il valore della moneta metallica, nei paesi con miniere ed in quelli senza miniere: combatte la teoria quantitativa, riduce al vero valore la dottrina dei depositi disponibili e descrive con esattezza l'efficacia del credito nella circolazione. li valore della moneta è il quoziente della somma dei valori circolanti divisa per la velocità della circolazione e secondo il Loria, influisce direttamente sulla quantità, non sul valore della moneta; solo indirettamente, scemandone la quantità rende possibile di sopperire al fabbisogno monetario colla coltivazione delle miniere produttive, sulle quali il costo é minore. Interessanti riflessi sono esposti rispetto al commercio ed ai valori internazionali. L' A. rettifica l'asserto del Ricardo e del Mili, secondo il quale, un aumento nella domanda dei prodotti cli un paese eia p4rte di un altro diminuisce proporzionalmente il costo d'acquisto cli tutte le merci nel primo paese importate. Questa diminuzione proporzionale non è fenomeno necessario, per quanto però il paese, che ottiene a miglior mercato un prodott6 importato, p. es., i metalli preziosi, ottenga a miglior mercato tutti gli altri articoli cli importazione. Quindi una elevazione specifica dei prezzi nazionali si può considerare come un indice abbastanza esatto della superiorità, di cui gode un paese nel commercio internazionale. Le alterazioni nella domanda reciproca fra due paesi che non hanno miniere determina un'alterazione nel rapporto di scambio fra quello dei due paesi che è in relazione col paese a miniere e quest'ultimo, e tali alterazioni sono chiarite correttamente in tutta la loro estensione ed importanza. Sono pure assai notevoli i rilievi sulle imposte e sulla divergenza temporanea fra il disagio di un metallo rispetto ad un altro e la sua diminuzione di valore rispetto alle merci. Accennammo alla esposizione della teoria dei devositi disponibili, che il Loria prova, con lunghe dimostrazioni, non modifichino per nulla la legge del valore internazionale, quantunque determinino influenze sul valore della moneta. E pure magistrale é lo svolgimento degli effetti della circolazione fiduciaria, in
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