334 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI ciò destinato a perire. L'impero britaunico dovrà anch'esso peri1·e se spera per la p1·opria salve:i;za nelle sole forze che saranno ra ppresen Late all'incoronazione, ammenoché i consiglieri del Re non imparino che gli imperi non possono essere resi forti che dalla rcltitudine, e che le na✓,ioni, come gli individui, devono procurare non già d'essere invidiale e temute ma d'essere sLimaLe ed amate. Il Re fu assai mal consigliato quando decise di procedere quest'anno alle sfarzose feste per la sua incoronazione. Belshazzar, probabilmente, non avrebbe effelLuaLa la sua famosa festa se avesse saputo che una mano misteriosa avrebbe scritto le note pa1·ole sulla parete della sala del banchetto, e Macbeth non avrebbe cercata la gioia coi suoi amici se avesse saputo che un'apparizione avrebbe interroLLa la festa. Ed uno spirito dovrà apparire al prossimo banchetto dell'incoronazione. Potrà apparire solLo la forma d'uno dei tanti scheletri giacenti nei campi di concentramento dei sud dell'Africa, o dalle Indie dove la fame miete tante migliaia di vittime,o dai tanti luoghi a noi d'intorno ove l'inedia nei quartieri silenziosi offre delle scene cos·1 pietose. 1:: forse saggio l'organizzare pompose feste imperiali, che costeranno tesori, per far credere al mondo che siamo ricchi e potenti in una epoca in cui sopra 1000 persone del Regno Unito 939 muoiono miserabili, quando abbiamo non meno di 8.000.000 di uomini, donne e fanciulli « nella felice Inghilterra » che non hanno nutrimento sufficiente, e quando il trenta per cento dei' bambini nati nei quartieri operai delle noslre grandi città muoiono prima d'aver raggiunto un anno? In quesL'anno, l'anno dell'i11coronazione, 72.000 persone moriranno nei ricoveri, negli ospizi e negli ospedali d'Inghilterra, senza tener conto della Scozia e della miserabilissima Irlanda. Quale gioia poll'à recare l'incoronazione ai tre milioni e mezzo di persone che vivono accatastate in alloggi riconosciuti malsani, ai 30.000 mendi canti di Londra che passano le notti nei dormitori pubblici o alle migliaia d' infelici che ricorrono ai work-houses della capitale > 11,1a questi ultimi sono i veterani dèlle industrie, caduti' nella battaglia della vita e 1·imasti senza Lello. li chiamarli miserabili sarebbe insultarli. I va1·i miserabili sono i nostri reali e nobili pensionali che ingr,,ssano alle spese dei co11t1ibuenti con diecine di migliaia di lire sterline all'anno, acco1·date loro in compenso <li servigi che molto meglio sarebbe stato 11011avessero resi. (Reynold's ,Vqw,spoper). (1) • J. Jaw·ès: Organizazione agricola. - La produzione modema fa ogni sforzo per regola1·si, organizzarsi pe1· solsottomettere alla disciplina del pensiero e della volontà umana le forze anarchiche e cieche della concorrenza. Però lutti i tentativi per regolare I 11 produzione hanno uu carattere capitalista e propl'Ìctado, e i pl'Ol':ltari ne sono esclusi. La produzione moderna viene a confessare cosi che la legge della domanda e dell'offe1·ta non può più regolare i rapporti economici, e che l'uomo deve intervenire, dominare è gove1·nare i fenomeni sociali, come interviene per dominare e governare i t'enomeni naturali. E' il senso sociale dei trusts, e anche, nell'ordine agricolo, dei sindacati obbligatori su I tipo di r1uelli che si sta adottando in Austria-Ungheria. (I) Riprorluciamo questo articolo del giol'llale repubblicano iu• g-lese perchè dà la misura della libertà di giudizio sul Re lasciata alla stampa Ji Londra, anche nei momenti di massima ubbriaca· tura monarchica e nazionale jingoista. (X. d. R.) La legge austro-ungherese, in faUi, sta organizzando obbligatoriamente i coltivatori. Essa ha avuto senza dubbio il doppio scopo di accelerare i progressi della coltura e di permettere ai proprietari e affittuari di resister meglio alle domande dei proletari rurali, le di cui rivendicazioni p:·eoccupa110 sempre più la grande p1·0prietù. Non é soltanto la compt·a, la vendita, il credito, l'assicurazione c-he entrano nelle attribuzioni di questi siuda:ati obbligatori. Essi intervengono anche nel mercato della produzione, incoraggiando e favorendo la coltu1·a in comune e aiutando la realizzazione dei miglioi·amenti d'ordine tecnico. Essi sperano cos·1 organizzare meglio la produzione e tener più al posto i salariati. Vi sono infatti degli articoli strani nella legge che pel'mette a questi sindacati (ove i salariati non sono né ammessi nè rappresentati) « di regolare i salari con la « pubblicazione di tipi di contraUi. ,. Inoltre questi sindacati sono autorizzati a fare da lt'ibunali arbitrali nei conAilti tra i proprietari e i loro salariati. È insomma una specie di socialismo burocratico e feudale che è al'- dito, perchò subordina il diritto di proprietà all'interesse della produ;,.ione, ma che è ret1·ogrado perchò sottopone e lega il proletariato rurale. Peeò se nella legge austro-ungherese fossero inll'OdolLc delle garanzie democraticl1e, se i salai·iaLi e i prolelal'i vi fossero ammessi alle stesse condi:1.ioni dei possidenti, l'applicazione del sindacalo ol,bligatorio agricolo potrebbe rapidamente rivoluzionare non solo il modo di coltura, ma il modo di pl'OprieLà. I socialisti avrebbero molto torlo di sdegnarn questo movimento di organiiza:lione che si manifesta anche i11 F1·ancia, con a capo dei conservato1·i come Meliue e quei della Società degli ag1·icc,Itori di Francia. Questo movimento è un segno dècisivo della dis~oluzione lenta dell'antico mondo, della condizio11c individuale e parcellare della proprietà e della vita. l socialisti dovl'elibero collaboral'e a questo movimento, ma penet1·andolo di democ1·azia e di diriUo proletal'io. Un lavoro pt·ofondo si compie, una rivoluzio1te profouda comincia. (Petite Republique). ~ • • • Alcuni insegnamenti della guerra sud-alriaana. - La guena snd-africana dà degli insegnamenti da cui gli eserciti continentali possono t1·a1Te profitto 1 Cci-ti •professori di arte militare lo negano, e particola1·mentc quelli che vedono nella storia delle campagne napoleoniche il vangelo della scieuza strategica e tattica, e si ostinano a volei· applicare cou le armi nuo1'c i procedimenli di altt·i le<11pi.Questo sentimento di resistenza al progl'esso esiste sopratlullo negli eserciti che datano da secoli. I metodi ar,tichi sono dei legati sacri che ciascuno si c1·ede i11dovere di tras111elte1·e in talli. La Prussia, a Jeua, uc Ila subite le conseguenze. Prima della rivoluzione l'arte militare si riduceva a una copia servile dei mclodi di Fede1·ico : il fuoco contava poco, era l'arma bianca elle decideva. Napoleone vide l'importanza elle aveva il fuoc-o, e se ne servL Le baUaglie fulminee dell'lcnperatol'C hanno condoUo gli esei·citi del secolo XIX a modellarsi sui suoi metodi, come quelli di Fede1·ico erano stati i1nitaLi alla fine del secolo X.VIII. Ma l'adorazione cicca pcl passalo può condurre ancora oggi ai disastri che colpirono la Prussia nel 1806. C0me lutto ciò che ci ci1·conda anche I' art0 della gue1-ra ò in continua el"oluzione. U11 genio come Annibale o Napoleone dà la sua imp1·onta alla scienza militare, mostra con esempi ammirevoli ciò che conviene
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