.. RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 333 11c sempre piu forte, persuasi di far cosi i loro interessi e quelli dei lavoratori di cui hanno necessità per la riuscita. Essi vedono nelle relazioni tra capitale e lavoro un affare in cui ciascuno si sforza di ottenere le migliori condizioni possibili, e mentre essi creano dei sindacati e dei trusts, non ostacolano gli operai che si organi:1.za• no nei sindacati e nelle federazioni dei sindacati. Ciò che é più notevole è che tanto da una parte che dall'allra non vi é alcun odio di classe, alcun idea di rivoluzione; ciascuno difende il proprio interesse, ma questa preoccupazione non iu,pedisce in alcun modo la mutua cordialità. Gli Stati Uniti sono presentemente 10· Stato più l'icco del mondo: si valuta infatti la ricchezza degli Stati Unili a 400 miliardi, quella della Gran Bretlagna a 285 e quella della Francia a 240. La loro esportazione si avvicina a 7 miliardi, quella della G1·an Brettagna a 8, e quella della Francia a 3 314. L'ammontare dei depositi nelle casse di risparmio è di 12 miliardi e 114 per 6 milioni di depositanti, ossia una media di più di 2000 lire per depositante. La popolazione degli Stati Uniti aumentando di 'l milione e mezzo all'anno, e la ricchezza pubblica seguendo una progressione sempre più rapida, l'industria americana troverà dei nuovi alimenti al suo sviluppo nelle risorse considerevoli a sua disposizione. La materia prima in generale poco costosa, i prezzi di trasporto molto economici, non oltrepassanti in media 2 centesimi e 1(4 nei casi in cui raggiungono i 4 centesimi in Francia, un macchinario perfezionato che compensa gli alti salari, dei mezzi finanziari di prim'ordine: tulle queste cauce permetteranno agli Stati Uniti di poter entrare in lotta con l'industria europea. Già l'industria americana è giunta a questo risultato e la Gran Brettagna s'impensierisce della concorren·1,a che la minaccia. In quel che concerne il carbone, l'America, che ha delle riserve minerarie considerevoli, entrerà presto in lizza, e per poco che in Inghilterra e in Francia gli scioperi per l'aumento dei salari e la diminuzione delle ore di l11vor<> continuino, per poco che gl'inglesi :~:::-:tengano il diritto d'uscita re.!entemente stabilito, l'America manderà in Europa delle quantiLà considerevoli di carbone. Bisogna dunque aspettarsi di vedere ingrandire aucora la prosperità americana. Fino a oggi la tendenza è stata ultra protezionista, ma le circostanze nuove cangeranno necessariamente la disposizione degli spiriti, ed é probabile che la necessità di trovare 11uovi sbocchi condurrà un gran numero d'industriali a reclamare dei trattati di commercio, prima col continente americano, poi con le principali nazioni europee. * * * In queste condizioni quale dovrà essere l'aUitudinc della Francia? Dovrà essa persistere in una politica di un protezionismo esagerato, o entrare nella via dei trattati di commercio? li primo sistema avrebbe per conseguenza, pel rincarimento di tutti gli oggetti di consumo, l'aumento del costo della vita e per conseguenza quello dei prodotti manifatturati. Che diventerebbe in questo caso l'esportazione della mercanzia francese'? Essa non potrebbe che diminuire con grave danno dei nostri industr,ali e sopratutto dei nostri operai, perché ogni aumento di salario sarebbe impossibile, e la diminuzione di essa sarebbe anzi probabile. Col secondo sistema, facendo delle concessioni sulle nostre tariffe doganali contro altre riduzioni pei nostri prodotti, noi apriremo senza dubbio più largamente la porta a certi prodotti, ma i nostri articoli ent1·erebbel'o più facilmente negli altri paesi, creando cosi dei nuovi sbocchi al nostro commercio. Sarebbe un vantaggio considerevole per la Francia aprire un mercato come quello degli Stati Unili in cui 80 milior.i di abitanti spendono ciascuno il doppio dei nostri. Se la Francia vuole, però, lottare con l'industria americana, bisogna che adotti i suoi metodi e i suoi procedimenti, e tenti migliorare, sull'esempio della grande Repubblica, le relazioni tra le classi della società. Gli americani hanno conservato per noi una viva riconoscenza pei servizi che loro abbiamo resi durante la guerra d'indipendenza, e non mancano di testimonia1·- celo. Essi erano deboli il secolo scorso, quando noi li abbiamo soccorsi, ma essi hanno acquistato una grande impo1-tanza, e diventeranno, in questo secolo, la più grande potenza del mondo. Noi abbiamo dunque inte1·esse, tanto dal punto di vista economico che politico, di stringere sempre più con dei ll'attati di commercio i legami di simpi,tia e di amicizia che esistono da molto tempo tra la Francia e la grande Repubblica americana. RIVISTADELLERIVISTE L'incoronazione. - I parchi e i giardini di Londra sono verdeggianti, coperti di fiori ed i viali di Hampton Court sono splendidi di fogliami e profumati. Lond1·.:1quest'anno avrà una season dtlle più gaie. Salomone nella sua gloria non sarà stato più pomposamente rivestito di Edoardo VII nei ricchi suoi abbigliamenti pe1·l'Incoronazione. l .e processioni reali, le illuminazioni, le baldorie che seguiranno la cerimonia in Westminster Abbey richiameranno alla memoria le scene descritte nel libro di Esther sull'mcoronazione del re Assuero e di Vashti la sua regina. Assuero regnò dall'India alla Etiopia, sopra cento e ventisette provincie. « In quei giardini, qunndo Assu~ro sedeva sul trono nel suo vasto impero, nel terzo anno del suo regno ordinò a tutti i principi e suoi dipendenti della Persia e della Media di prender parte ad una gra1J festa, nella quale spiegò tutti i tesori del suo regno per molti giorni, e quando questi furono passati il Re fece un'altra gl'Sn festa che durò sette giorni per tutLi gli abitanti di Shuschan ove era il suo palazzo. ,> È bene ricordare la storia del re Assuero in questi tempi in cui Re Edoardo sembra volerne imitare le pazzie come pure la sua politica, una politica che coudussc alla rovina del suo impero vastissimo. Assuero non è che un altro nome pel' Zerse le di cui innumerevoli soldatesche furono sbaragliale da un pugno di Greci che il potente despota credeva schiacciare colla stessa facilità colla quale molta gente da noi credeva debellare i Boeri. Le esagerate pompe, le feste, le riviste per la prossima incoronazione non proveranno la stabilità dell'Impero di Re Edoardo più che non lo facessero le sciocche stravaganze di Assuero per la prosperità dei suoi dominii. Queste feste pompose possono inganuara il volgo, ma alle persone riflessive non sono che manifestazioni della debolezza anziché della forza del potere imperiale. L'impero di Zerse, come quello di Re Edoardo, aveva per base il materialismo e la forza brutale, epper,
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