328 RIVISTA POPOT.,ARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI stri marinai non esigono che si pensi ai. loro comodi, - una cosa bisogna dimenticare che essi sono uomini, e che hanno bisogno di respirare, di muoversi, di mangiare, di vivere. Tutto ciò è molto problematico su certe torpediniere e sui sottomarini. Ma non importa. La politica navale della Francia deve avere questa piattaforma: la sostituzione dei piccoli navigli alle corazzate. Losanna, 11 giugno 1902. ALFREDO NICEFORO. QUALCHE OSSERVAZIONE SULLA QUESTIONE DI NAPOLI I li.bri, gli opuscoli, gli articÒli nei quali. saggi medici e ciarlatani bestiali, cinici inservienti di sale anatomiche e becchini a spasso hanno esaminato la questione di ::'\apoli, formano, oramai, una vera biblioteca. La questione poi di Napoli è diventata la questione meridionale. I sintomi raccolti erano questi: amministrazioni corrotte, amministratori ladri, elettori che continuavano ad eleggere_,una maggioranza che soffriva lo sfruttamento di pochi disonesti. Una diagnosi presupponeva uno studio diligente delle cause, ed infatti chi conchiuse questo che il disagio economico era la vera ed unica causa di ogni male, chi invocò !"ambiente storico arretrato e chi continuò ancora a parlare di razze inferiori. 11 processo Casale segnò il principio del movimento che ha condotto a resultati certo utili. Seguì una commissione di inchiesta per il Comune e per la Provincia, la quale assodò responsabilità, smascherò disonesti, con relativa imparzialità, e mostrò se non altro che all'opera di repressione non sfuggono le irregolarità, le disonestà amministrative. Poi vennero le elezioni comuna! i ed i titolari della amministrazione incriminata non furono rieletti. Si festeggiò Napoli purificata, salva. Nessuno pensò che, in fondo, tutta l'azione fino allora spesa era di repressione, felice ed utile, ma di repressione; nessuno pensò che reprimere non è prevenire. Dimenticavo: fu nominata una commissione reale, ed un'altra comunale per studiare il problema economico della città, e i!Goyerno, stabilendo un pessimo precedente, promise milioni ed agevolazioni ed anche la economia di Napoli fu gridata, dai facili banditori, salva. .. . Ad un tratto si viene alle elezioni provinciali: con grande meraviglia (oh la ingenuità degli uomini!) si constata la candidatura di alcuni colpiti dall'inchiesta: privati e pubblicisti bandiscono delle vere crociate: il corpo elettorale, senza troppo commuoversi, rielegge Ali.berti e C.i. Allora grande scoramento: chi mormora : « povera città! • · chi sospira la vanità di ogni rigenerazione, e chi scopre, finalmente, con manifesta ingiuria, certe affinità fra Napoli e la 'l'urchia. Ebbene, io dico, tutta codesta disperazione, tutto codesto affanno eccitano semplicemente la ilal'itù. Chi ha ben studiato le cause del malessere lamentato? Fu presto detto: disagi0 economico. Oggi Arturn Labriola, è vero, confessa « la cor- « relazione fra miseria e con·uzione arn1ninistra- « tiva è 1nolte volte fantastica », e la confessione, tenuto conto del partito cui appartiene l'autore, è ben preziosa. Ma chi corse per le v-ie più dolorose di Napo! i. chi fece una inchiesta sul tenore di vita di 4uesto popolo? E perchè, certi grandi ad orntori delle cifre, non prepararono una di quelle inchieste dove nitidamente si espone come nasca, come viva, come muoia il popolo di una città? Perchè non si studiarono i vari bilanci domestici, perchè non si fece una inrlagine sul lavoro a domicilio? Perchè non si fece uno studio sulla distribuzione della ricchezza 1 Ma gli uni, accecati da uno effimero e nemmeno sperato trionfo, perdettero ogni lontana concezione della realtà, egli altri restarono assorti in quella olimpica soddisfazione ed in ttuella tragica indifferenza veramente no$trana. E da un anno circa assistiamo ad uno spettacolo di gente affamata di responsabilità e responsabili, che getta giù uomini fino ad ieri in alto, dimodocchè una signora, certo non molto sincera, ebbe a definire Napoli una città che muo1·e sul Mediter1·aneo. Ora, la morte, io la comprendo come Goethe, legge vera della vita, ma in quantocchè serva a dar maggior vita ed a preparar terreno ai gim-an i fiori. Napoli, nell'opera della Commissione. nell'opera dei magistrati, della pubblica opinione risvegliata, ha visto cadere tempi ed altari, sacerdoti e <ihierici, E quanti facili critici da queste rovine aspettavano il miracolo, e quanti italici musulmani da queste ceneri fumanti aspettavano il volo della fenice viva e ringiovanita! * * * Dopo le ultime elezioni provinciali è stato Lletto che il problema napoletano è elettor·ate, e si A chiesto una migliore compo ·izione delle liste elettorali ed una riforma della stes a legge. . Nessun dubbio che in questa tardiva analisi risieda gran parte cl i vero. Ma ciò non basta ancora. Ogni collettività, ristretta come sia, si compone di strati, dal cui giuoco ordinato, dipende la qualità e la quantità del suo sviluppo. Codesti strati, ad esempio. sarebbero tre: il popolo propriamente eletto, la borghesia, la nobiltà. La nobiltà meridionale chiusa nella sua cras,a e fenomenale ignornnza, spesso nella sua degr:1dante corruzione, rappresenta un fenomeno curioso.
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