Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 12 - 30 giugno 1902

320 RIVISTA. PnPQLA.RE DI POLITJCA, LETTERE B SCIE'NZE SOCl,H.J cordati al Credito Agrario dallo Stato prussiano possono essere ritenuti più che sufficienti. L'esempio nuovo, da me precedentemente ricordato, fu accennato dall'Onorevole Maggiorino Ferraris in un discorso pronunziato nella Camera dei deputati il 7 Maggio del corrente anno, ed è stato più ampiamente svolto nella Nuova Antologia del -1. 0 Giugno; l'esempio nuovo ci viene dall' Egitto. Quale esso sia lo lascerò dire allo stesso mio onorevole amico. Le relazioni annuali di lord Cromer, specialmente quelle del 1899 e del 1900, contengono interessanti infor.oazioni circa la necessità di combattere l'usura nei villaggi, circa i primi esperimenti con tanta cura iniziati ed i felici risultati tosto conseguiti. Ma di particolare importanza sono le notizie che si leggono nella recente relazione per l'anno 1901, in data 21 febbraio 1902, nel capitolo: Indebitamento dei fellah (Indebtedness of the Fellah). Le traduciamo testualmente: Nelle mie precedenti relazioni ho spiegato che il carattere distintivo del piano egiziano per trattare questo interessante ed importante soggetto (dei debiti dei fcllah) consiste nello stabilire un certo grado di. cooperazione fra il Governo e la Banca Nazionale. La Banca fa le anticipazioni ed incorre nell'intiera responsabilità finanziaria dell'intrapresa. li Governo, mediante l'opera dei suoi esattori delle imposte, riscuote le somme dovute alla Banca, nel tempo stesso in cui esige la lassa fondiaria. Così la Banca, venendo dispensata dall'onere di mantenere un impianto costoso di impiegati, può anticipare danaro ai contadini ad una misura di interesse relativamente mite, Dall'ottobre 1900 al settembre 1901, si fecero 18.191 anticipazioni per un ammontare totale di lire italiane 7.178.600. Di esse 13.030 per rn ammontare complessivo di lire italiane 2.038.400 scadevano entro l'anno. Le altre 5161 anticipazioni, che ammontavano a lire italiane 5.140.200 erano restituibili in cinque anni. Dei 13.030 prestiti ad un anno, più di una metà, ossia 7427 di essi, erano per somme inferiori a 130 lire italiane (5 lire egiziane); il numero totale dei prestiti per somme inferiori a lire 260 (IO lire egiziane) fu di 10.116. Dei 5161 prestiti restituibili in 5 anni, più di una metà (2604) erano per somme che non eccedevano 520 lire italiane. Queste cifre dimostrano chiaramente che fu raggiunto il principale scopo di piano proposto: l'assistenza fu accordata ai piccoli proprietarii. Daeché la Banca cominciò questi prestiti nel 1899, se ne stipularono oltre a 34.000: si è quindi venuto in aiuto ad un numero •!orrispondente di piccoli proprietari. Vi sono ora in corso 15.269 prestiti, per un ammontare totale di lire italiane 10.452.000: di essi 3.326 scadono nell' anno, ed 11.943 sono rimborsabili in 5 anni. Lord Cromer dopo questo primo saggio a distanza di pochi mesi ne fece uno più ardito la cui importanza si può rilevare del seguente dispaccio pubblicato dal Times di Londra del 12 Maggio : < Cairo 10 - I negoziati fra il governo egiziano, Sir Ernesto Casse! e la Banca Nazionale di Egitto per la fondazione di una Banca Agricola sono praticamente riusciti. Il nuovo istituto ha un capitale di lire italiane 62.500.000 da impiegarsi in prestiti ai Fetlah a miti condizioni. " Il Governo garentisce il rimborso dei prestiti ed il tre par cento d'interesse sul capitale. Scopo di questo progetto è di venire in aiuto aifellah per riscattarli dalle mani degli usurai di villaggi, che esigono dal 40 al 100 010 sopra i lo,o prestiti. Si fecero già espe1·ime11ti su piccola scala che ebbero un grande successo. L'eslensione di codesto sistema è dovunque richiesta dalle popolazioni e la nuova banca rapp,·esenterà certa1r>ente un immenso benefi :io per le classi agricole. Ecco ciò che sa fare un governo davvero intel• ligente e che vuole agire sul serio e non minchionare i poveri agricoltori che hanno bisogno del credito agrario! Ma siamo lontani dai miliardi di cui si è parlato? Oh no I Basta vedere alla superficie coltivata dell'Egitto, ai cui bisogni si cteve provvedere, per convincersi che, fatte le debite propor- :doni, se lo stato italiano vuol fare ciò che lo Stato ha fatto in Egitto occorrono molte centinaia di milioni; da poichè l'area coltivata dell'Egitto è appena di 12.976 miglia quadr., cioè supera di_poco quella delle singole regioni d'Italia: il solo Piemonte ha una superficie di 11.340 mi• glia. Superfluo avvertire che le stesse cause che rendono necessario il credito agrario in Egitto agiscono in Italia. Ed ora al dissenso con l'onorevole Ferraris; dissenso che racchiude la morale di questo articolo e giustifica il titolo di quella parte di esso a lui consacrato. Il Ferraris, dopo avere ricordato che il Ministro Miquel ebbe il coraggio di proporre la concessione dei 50 milioni di marchi alla Cassa Cooperativa Centrale prussiana, soggiunge: « Se in Italia un qualche disgraziato avesse mai fatto la proposta di emettere rendita per fondare un istituto di credito agrario o cooperativo egli sarebbe stato immediatamente schiacciato da tutti i fautori del bilancio forte e della povertà nazionale ». Così dev'essere I il bilancio prussiano è veramente forte; la sua costituzione è sana come è sana tutta quella parte .dell'economia che ha relazione col bilancio; questo ha delle entrate per circa 700 milioni di marchi che non gravano menomamente sulle spalle dei contribuenti (demanii e foreste, miniere, saline e ferrovie); il bilancio prw;- siano infine per molti anni si è chìuso con un avanzo più o meno considerevole. Poteva, dunque, spaventarsi il Parlamento prussiano della domanda fatta dal Miquel di un concorso di 50 milioni di marchi in favore della Cassa Cooperativa Y Ben diversa è la condizione del bilancio italiano, e crederei di offendere l'Onorevole Ferraris se volessi insistere sulle differenze. Inoltre se lo Stato italiano volesse fare cosa davvero efficace, e non da suscitare l'ironia dello stesso onorevole Ferraris, dovrebbe per lo meno assegnare ad una Casia Cooperativa un mezzo miliardo. Si comprende quindi che nelle condizioni presenti del bilancio nostro, anche coloro che hanno

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