RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE ,SOCIALJ aumentano e flagellano anuo per anno le nostre contrade più fortili ed ubertose. Altri paesi, vicini a noi, ci danno l'esempio luminoso della rovina e dello squallore che può derivare ad un paese dalla distruzione delle foreste. La Palestina, che alimentava numerosi popoli, è divenuta una sterile terra dopoché spar·1, per la di . struzione aelle foreste, IR naturale umidità. La Spagn~, 'la Grecia, anch'esse soffrono come ne>i i danni delle tempeste e degli alluvioni. I fiumi ina•rid1ti per molti mesi dell'anno quando ricevono acqua, di vagono dal loro corso naturale recando miseria e sterilità. L11 festa degli alberi può rappresentare q11alche cosa di gentile e .dj elegante per richiamare l'attenz:one dei cittadini al problema del rimboschimento, ma rimarrà anch'essa ·senza alcuno effetto pratico, se i Governi non imiteranno • quelli della Germania e della Francia, stanziando cioè nel bilancio un11 cifra non ir.feriore ai 3 milioni di lire annue. Ad ogni modo, passerà anco1·a del tempo, perchè i Governi non li hanno i 3 milioni anuui disponibili, dovendo· pensare per ora a qualche cosa di più utile per la Nazione, come costruzioni di corazzatr, cannoni, spedizioni a Massaua, in Cina e a Tripoli. E pertanto a Monlecitorio continuerà l'accademia, ed ogni anno l'on. Ministro e gli onorevoli deputati che non voglio110 toc')ati i bilanci delle spese militari, riprenderanno i loro discorsi sull'utilità .... dei boschi. I • La crisi degli agrumi. - ·La crisi di questo importante prodotto è determinata dall'aumento della produzione nostra e dalla riduzione dei mercati esteri vorso i quali è destinata la maggior parte di questa produzione. I prezzi dal 1879 in qua hanno seguito i corsi del commercio; da L. 27 al quintale nel 18'.9, si discese a L. 18 nel :quinquennio 1888-92, e a L. 7 a 9 nel 1901, come media generale. · Primieramente questi prodotti prendevano nella massima parte la via dell'America del Nord; il resto andava in Russia e a Trieste. Ora la Russia ci ha d11nneggiato con l'elevazioue del da1.io d'importazione, e l'America ha frenato e quasi soppresso la nostra esportazione con la sua proiluzione e con i dazi doganali stabiliti ad I cen- ·tesimo per libbl'a di agrumi (luglio 1897 tariffa Dingley). La tariff~ protezionista e l'aumento costante della produzione indigena, sono venuti a sopprimere a poco a poco il nostro commercio. Difatti le cifre degli arl'ivi dall'Italia sono negli ultimi anni i seguenti: per gli aranci 1892-93 l.06"1.624 di casse 1895-96 803.000 » 1896-97 781.000 » 1$97-98 57.000 )) per i limoni 1892-93 2.59:-5.901di casse 1895-96 2.'i58.701 )) 1896-97 2.443.595 » 1897-98 1.794.835 » La campagna dal 1899, si chiuse con una importazione complessiva di aranci e limoni di quintali 518.000; quella del 1900 con quintali 363.182. La nost.-a esportazione nell' Ame1·ica del Nord va cos·1 ogni anno diminuendo, ed il commercio degli agrumi non solo è destinato a finire, ma deve aspettarsi ancora uu forte concorr-eute nei mercati europei, nella produzio11e f]e1la1California, dèlla Floridia te i della, I..migiaha. Nel 1896, secondo i dati forniti dall'enotecnico Bossati, nella sola California esistevano ìt,650.588 alberi di agrumi (la maggior parte ancora giovani) di cùi 3.434.169 erano alberi di arancio e 1.226.41\:1alberi di limone. li raccolto del 1897-98 fu di 500.000 casse di aranci e 480.000 casse di limoni. Basterà quindi, che giungano a produziooe completa i soli 1.226.419 alberi di limone jn California perché la produzione possa bastare al consumo americano, rimanendo per l'esportazione i limoni della Floridia è' dell11\Luigiana. RiguaPdo alla produzione àPgli aranci, questa è di·già tale da potere essere esportata come lo è, nei mercati europei. La California sola fornisce nel presente gli aranci necessari al consumo americano, e fra 4 o 5 anni gli Stati Uniti con le produzioni delle altre regioni avranno modo di inondare i mercati d'Europa, ciò eh.e sa1•à fa..:ilitato dall'apertura del canale di Nicaragua. Difatti, secondo le cifre pubblicale dalla Fruti Buy Union, il raccolto degli aranci del 1900 fu calcolato a 1.000.000 di cassette neli'a Floridia, a 700.000 nella Giammaica, a 200.000 nel Messico e a 7.000.000 nella Califo1·- nia. Nel ·1901 la produzione della sola California oltrepassò 8 milioni di casse di aranci e 900 mila di limoni. Le essenze di limoni, che venivano fobbric11te in America del Nord, con limoni della Sicilia, e che. quotarono nel 1901 intorno al prezzo massimo di L. 3 50 per libbra, questo anno sono precipitate a L. 1 75, prezzo medio della giornata, minore delle spese di produzione, a causa dell'abbondanza della produzione indigena. , Bisogna, adunque prepararsi a rinunziare al mercato americ~no, a conservarsi i mercati europei_ favor·evoli a noi, ed a conquistare quegli altri ove il nostro frutto potrebbe essere apprezzato a preferenza. Nel 1899 la nostra esportazione agrumaria era cos·1 divis~: Stati Uniti e Canadà qt. 661.000; Austria-Ungheria qt. 653.000; Inghilterra qt. 391.000; Germania qt. 2-?7.0GO; Russia r1t. 185.000. Al mercato americano che ci va sfuggendo ne abbiamo cosi sostituito altri, quello dell'Austria dove l'esporta• zione è aumentata del 50 per 100 e quello della Germania, e ciò dopo l'abolizione del dazio d'entrata ottenuto nel 1888. Occorre conservare questi mercati non solo, ma spingere oltre la nostra espoi-tnzione in questi paesi (la Germania nel 1901-02, è arri,·ata ad importarne circa 700.000 qt.) con la buona qualità del frutto e con un buon sistema di imballaggio, ciò che.si fa assai male. Un mercato da conr1uistare ancora è quello inglese. Difatti secondo un rapporlo del Console spagnuolo di Newcastle l'imporlazione degli 11grumi in quel porto m·ll'anno 1896 fu ddermi11ato in 6700 casse. Quale contl'ibuto abbiano portato gli agr·umi italiani a questa impo1·tazione non è dello nel rapporto; ma si dice che la Spagna vi concorse con 6300 cas~e, ossia col 94 pe1· cento, onde la parte lasciata all'imporlaz\one italiana è stata necessariamente minima. Si grida (,osi tanlo per la crisi df>gli agrumi, ma nulla si fa perché con intelligente iniziativa si p1·ovveda e oi promuova la esportazione in quei paesi, che ne sono, come l'Inghilterra, uno dei maggiori mercati. Per risolvere la crisi quindi, necessita provvedere alla riceréa di questi nuovi sbocchi, che curati con esperienza ed oculat<>zza commerciale, possono benissimo emancipare il traffico dall'imperante mania di spedire i11 Ame1·ic:i. Occone poi, 1·isolvere l' 1:11·gomenlu impo1·ta1JLissirno : i derioati del limone. Il limone da scarto, che ra ppresenta circa un terzo della produzione, e che quasi sem-
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