Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 11 - 15 giugno 1902

282 RIVISTA POPOLARE IJI POL111CA., LETl'ERE E SCIENZE SOCIALI eonda; che li immerga in un bagno d'idealità di cui so- .no assetati. E gli uni e gli altri, da ogni angolo d'Italia ti portano i gemiti e i fremili di tutto un popolo che aspetta ed anela; dagli operai curvi sull'aratro o sull'incudine che chiedono un raggio di giustizia sociale, a tutti i sofferenti in giuba od in abito nero, giovani e vecchi, donne e fanciulli che protendono le mani verso la tua tomba, o Generale, e ti invocano redentore delle loro miserie, pacificatore dei foro dissidii, duce e segnacolo delle loro supreme rivendicazioni nazionali ed umane. Perché tu non fosti la guerra che uccide per amore della gloria né la pace che subisce la putredine per paura della guerra. Nelle tue mani la spada fu la giustizia: la rassegna- -zione altare di sacrificio e vigilia di titaniche riscosse. E perciò t'invocarono e t'invocano ancora tutli gli oppressi, al di qua e 11! di là dei confini nazionali: perché Ja patria non fu per te che un anello della grande cale11a delle patrie federate iu una comunione di diritti e di doveri, e passasti, Cavaliere dell'Umanità, attraverso i due mondi, suggellando col tuo sangue la solidarietà <lei genere umano. E mentre nelle lontane Americhe sui solchi b11gnati da quel sangue, abbeverati dal ,;udore dei proletarii italiani err-anti pel mondo, ,;buccia a fruttifica il germe della fraternità internazionale; dalla vicina terra di Francia - di1·adate le fosche nebbie di una triste ora di dubbio - i delegati di Digione e di Nizza, vengono qui - ospiti cari - a portarci la voce solidale del popolo fnrncese, al quale io ma!ldo da questo scoglio, o Generale, al tuo cospetto - in nome del popolo italiano - il caldo fraterno saluto dell'anima nazionale. No, tu non sei mor-to, o Generale, perché tu vivi ancora nel palpito delle anime nostre. Tu non puoi morire, perché il tuo programma non é ancora compiuto e non puoi las,:ia1·ci cosi. Parlino per noi le mistiche votive corone che vengono oggi sul tuo tumolo dagli estremi confini orientali d'Italia, deposte dalla mano invisibile di un biondo giovanetto grondante di sangue. Parlino i cuori e le anime dei rappresentanti i partiti popolari venuti qui ad attingE:re in te, fondatore della Lega della democrazia, l'esempio e il dovere della solidarietà; per ooter dire ai propri compagni che la loro discordia é un sacrilegio; che ogni stillA di sangue versato fra i legionarii dell'avvenire, é delitto imperdonabile contro la patria e l'umanità. E parli, al di sopra di ogni dissidio regionale, la voce concorde di uomini venuti da ogni regione d'Italia a rinnovare su questo scoglio il giuramento della loro indissolubile unità; affermazione solenne della coscienza nazionale, in cui - come un di sui campi di battaglia - cos·1 oggi, dinanzi al tuo tumolo. si confondono insieme la camicia rossa del volontario e la divisa del soldato italiano. Due navi filano, silenziose come il fato, laggiù nell'onda mediterranea, guidate dalla mano di piloti invisibili; e una immensa coorte di galee pavesate a festa - le vecchie gloriose galee dei Comuni italiani - procede intorno ad esse, formando la scorta di onore. Sono il Piemonte e il Lombardo, o Generale, che hanno a bordo le ombre gloriose dei Mille caduti pugnando - mentre, ritti sulla tolda delle loro galee, Francesco Morosini e, Andrea Doria, con gli stendardi di Venezia e di Genova spiegati al vento, le scortano verso l'immortalità; e li accompagna, vibrand.o per l'etere italico la nota ar:noniosa e purissima di due bardi immortali: Goffredo Mameli e Felice Cavallotti. E nel lontano orizzonte, un vegliardo, dagli occhi scintillanti e pensosi, si stacca dal fondo di un'alba radiosa e si avanza, o Generale, verso Caprera, circondato come te da una plejade di eroi, di pensatori, di martiri. Egli ti riporta la ban :liera dei Mille che tu volesti deposta sulla sua bara il di della sua morte. È il Maestro, o Generale, che ha spezzato il tumolo di Staglieno per venirti incontro in quesL'ora solenne. Ecco: le vostre mani si toccano, le vostre figure si confondono in un solo raggio di luce, e i tre colori della bandiera, fusi insieme, diventano un colore solo:- il colore del vessillo che sarà un giorno per tutte le genti - senza distinzione di razza e di fede - il simbolo comune della solidarietà umana. Su quel vessillo s'!intillano queste parole di vaticinio: Non piu tenebre nell'aria e nei cuori! Luce! luce/ amore I resurre::ionel . . . Applausi prolungati veramente frenetici accolsero ripetutamente le parole del deputato di Terni, e allorché parlò della Francia, e alluse a Trieste, gli applausi assunsero le proporzioni di una grande, eloquente ovazione. Ed ora a noi non resta che fare un augurio: Possano gl'Italiani- ritemprarsi nel ricordo di Caprera e prepararsi alie nuove e sante battaglie per la libertà e pel benessere collettivo che fu sempre lo scopo nobilililsimo che guidò Giuseppe Garibaldi : alle centinaia di nuove e sante battaglie che dovranno esser combattute ancora, per assicurare ai popoli la libertà e la indipendenza che ,;0110 i mezzi indispensabili per raggiu11gere tale tine supremo. ... I.a fine della guei:•1.•a scellerata. - Ciò che si prevedeva é accaduto: la forza ha avuto ragione del diritto; i Boeri, dopo circa tre anni di lotta eroica hanno sottoscritta la pace o meglio si sono arresi colla perdita della indipendenza delle due Repuubliche Sud-Africane. Benché note vogliamo riprodurre le condizioni di pa• ce. Sono le seguenti: 1) Liberazione dei prigionieri, 2) amnistia per gli alti di guerra i11 bunna fede compiuti dai bur9hers delle due repubbliche; 3) inchiesta condizionata sui ribelli e loro punizione; 4) permesso di portare fucili; 5) Governo civile (Crown Colony) da sostituirsi al più presto al militare, con assemblea elettiva consultiva; 6) il governo inglese mediante apposita commissione rimetterà i coltivatori nelle loro fattorie e li aiuterà a riparare le loro case; 7) come alto di grazia esso pagherà una indennità di 3 milioni di sterline a tale scopo; 8) il governo s'impegna a non imporre tasse speciali sui bur9/iers; 9) per far fronte al debito contratto dai governi repubblicani con il proprio popolo durante la guerra, il governo inglese s'impegna a fare prestiti al tasso del 5 per cento. Notiamo anzitutto che dopo un anuo di lotta, quando i Boeri erano creduti stremati di forza, essi hanno ottenuto di più di quello che era stato offerto da Lord Kitchener nel marzo 1891. Le condizioni non potrebbero essere più onorevoli sotto l'aspetto politico, economico e morale, pei vinti, i quali potranno forse in un lontano avvenire, valersene per ritentare la riscossa: e non mancano i sintomi precorritori di questo avvenimento. Si elevano inni alla magnanimità inglese che non ha voluto abusare della sua superiorità militare,continuando una guerra di sterminio nell'Africa del Sud; la si loda

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