Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 11 - 15 giugno 1902

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETT1'.:IlE E SCll!,'NZE SOCIAL1 299 del caffè in Europa e sostituzione delle coltu1·e nel Brasile - non possono spiegare la loro azione che in un · tempo abbastanza lungo. (Continua) 8ICULUS. RASSEGNAGRICOLO-ECONOMICA Per l'imboschimento. - Anche questo anno, come i precedenti, la discussione sul bilancio di Agricollu1·a, si è chiusa con una inutile accademia. Tutte le cose belle dette dall' on. Baccelli e le bellislissi111c dell' on. Casciani ed altri oratori, è da tanti anni che le sentiamo ripetere, ed esse rimarranno sempre parole, poiché per fiirle dive1iire fatti, manca al Ministero una semplicissima cosa : i mezzi. La discussione è ,tata assai elegante sul!' imbosrhimento. Gli on. Sanarelli, Borsarelli, Casciani, Baccelli, ed altri, tutti hanno dimostrato l'urgenza e la necessità di provvedere ali' imboschimento dei nostri monti. E difatti i danni che da un certo tempo in quà viene a soffrire l'economia agraria nazionale per l'effetto dei disboscamenti, non vi è alcuno che l'ignori. Nel 1899, furono le provincie di Salerno, Benevento ed Avellino che · piansero per ia devastazione di 'luelle ubertose contrade, causata dallo straripamento dei fiumi. Ie1·i furono le provincie di Caltanisetta, Catania, Messina, Verona, Ferrara, Rovigo, che subirono la strssa sorte con danni maggiori, come· quelli verific:atisi nelle provincie di Catania e Messina che ebbero intiE'ri giardini d'agrumi e vigneti distrutti. I nostri fiumi benefici una volta alle vallate ed alle pianure che ne utilizzavano le acque per l' irrigazioni, oggi sono diventati i nostri peggiori nemici. Le acque cadendo nei nost1·i monti non più trai.tenute e frenale dalle ~elve, mh scorrendo anzi liberamente sui pendii, ·sciolgono lo strato attivo del terreno, ed impregna 1.e dalle sue molecole discendono torbid'3 e fu1·iose nelle valli ed al piano. I torrenti non più tratlenuti in un limitato letto spargono la desolazione nelle valli; e le nuLi, apportatrici di preziose pioggie primaverili ed , stive per lo adàietro, quando esistevano i boschi, ora non passano più, o vi passano per flagellarle con pioggie torrenziali e con fre,!uenti grandinale. I lagni contro il disboscamento sono comunissimi. E non rnltanto dagli agronomi e dai forestali, ma si può dire che è universalmente riconosciuta ed ammessa la necessità dell'armonia che deve .:lsistere fra le foreste e le colture dei campi. La sromparsa o la diminuizione d'acqua di molte sorgenti nel Meizogiorno d'Italia, la irregolarità delle pioggie, le origini di frane, valanghe, inondazioni, sono causa diretta della distruzione dei boschi. I disboscamenti hanno privato il territorio di molti serbatoi d'acqua; hanno dato luogo a cominuo esquilibrio di temperatura, tantoché si hanno pioggie quando non occorrono, geli in continuazione e _venti impetuosi che rovinano. la fioritura. Da un qua1·antennio in CJUà,solamente per la co~truzione delle traversine delle fer-rovie e dei trams in Italin, si sono abbattuti oltre 60,000 ettari di boschi a maturità completa. Altrellanti se ne sono abbattuti per il legDo da c0st,.uzionE', per il carbone, e per mettere a coltura a grano molti terre11i boschivi e cesp11gliati 1 senza che si sia pen~at" all'imboschimento della supe1·ficie disso data. e di quella ·chP. richiede come necessi~à irnpellante la c.oltur., del bosco. Pertanto la conservazione del Losco costitui<;ce un vero intel'8sse generale, dappoiché è 1·isapu10 che le fo. reste non rappresentano soltanto una p,.op,.ietà p1·ivata, ma rapprese!!tano eziandio un iuteresse generale per l'influenza che esercita,10 sugli agenti atmosferici, dai quali dipende la fertilità tel'ritodale. Eri è deplorevole a questo proposito l'imprevidenza e la tl'ascuranza d..l Governo, per lo passalo, nell'avere per1nesso la distrÙzi~ne di tanta ricchezza, poiché i boschi non s'11nprovvisano, né sono poche le spese e le difficoltà che s' itll'Onlrano per ,·rearne dei nuovi. Oggi, nello stato p· esente, ci troviamo in Italia, con 4.03't.21 I ettari di terreno sottoposti a vincolo fore-stale, di cui 2.376585 boscati, 379.857 cespugliati e 757.769 nudi. Occorre quindi non solamente la conservazione, non permettendo il disbosca me1,to e il dissodamento, di quelli esistenti, ma urge l'impianto della superficie nuda, la quale, con i terreni incolti suscettibili di coltivazione e con i relitti l'enosi del mare, oltrepassa il milione di ettari. Il governo italiano, se non altl'O a pa1·ole e con disposizioni di legge, ha sempre dimostralo di prendere a cuore e di risolvere il problema dell'i111boschime11to. Con la legge del Giugno 1877 unifkò tulle le l<'gislaziuni forestali in una Rola, creando l'oLbligo ai prop,·ietari' di mantenere il bosco ove esiste o di crearlo ove manchi, s'intende sempre nei terreni solloposti al vincolo forestale. P,ù tardi, con la legge del 1888, il Governo faceva obligo ai pr.oprietari di unirtii in consorzio con i Comuni, le Proviucie e lo Stato per provvedere ai lavori occorrenti, concorrendo lo Stato per una parte della !;\pesa. Inoltre, lo Stato, avvalendosi della stessa legge, poteva e può espropriare quei terreni che sottoposti a vinrolo non vengono imboschiti dai !)ri vati. Ottima addirittura poi la legge del 1893 che contiene efficaci di5posizioni in maleFia di rimboschimento, e che mirava a provocare la classificazione alla 3• categoria delle opere per la sistemazione dei bacini montani. Ma bisogna però convenÌl'e chi:l tulle quetite leggi non han,10 avuto per applicazioni pratiche che .... la disposizione promossa d11ll'on. Baccelli della celebrazione della festa degli albed. Dal !86ì al ·1897 si è imbo~chita, a spese del Governo o col concorso di esso, la supcrfit'ie di ettari 19.136, con la spesa di L. 66.667 annuP, per cui, procedendo di questo passo, pe1· rimboscare tutta la superficie nuda e cespugliata, occo,-reranno più di 10 secoli di tempo, con una spesa romplessiva di circa 150 milioni di lire, che con le spese occo1·renti per opere d'arte, come briglie, fascinat<', graticciate ed altri lavori nella col'l'ezione e sistemazione dei corsi d'acqua, sorpasserà certamente la <'ifra di 300 milioni di lire. Come si vede le leggi emanate dal Governo in materia di rimboschimento non hanno avuto alcuno effetto, ~è alcuna applicazione pratica, pc,rché i privati, lungi dall'imboschire tendo110 anzi a distruggere la ricchezza che rimaue, e perché il Governo non ha avuto i mezzi per applkare la le;tge del 1888, espropriando cioè i terreni e rimboschendo a sue spese. La !:pesa annua di lire 66.667 è addirittura irrisoria per la vastità e gravita del problema. È addirittura meschina in coufronto dei 3 milioni aunui che spende la Francia per provvedere al rimboschimento dei terreni montuosi specialmente del Mezzogiorno. Altre nazioni poi, come la Germania, hanno risolto il problema del rimboschimento. E intanto i danni prodolli dalla mancanza di boschi

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