RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 21)7 ~ell'immigrazi~ne; cosi si spiega che l'emigrazione italiana nel Brasile, Lra propria e temporanea nel 1901 si sia mantenuta a 82.159. Tra i 2.700.000 circa immigrati stranieri indicati dall'Almanac?o di Gotha, 1.300.000 sarebbero italiani, 800.000 porLoghes1, 300.000 tedeschi. Gl' italiani preval"'ono nello S_talo di S. Paolo, i tedeschi sono concentratt in quello d1 Santa Caterina. Le condizionidellaColoniaitaliana. - Sulle condizioni delle ?~Ionie italiane del Brasile si ebbero sempre caUive noliizie. Da più parti, ed anche dai consoli italiani, venne affermato che i nostri connnazionali fossero andati in quella parte dell'America meridionale a sostituire <>lischiavi· alcuni incidenti occorsi al Principe di Cariat~ cui aneli~ s· volle impedire, in modo ufficioso ed indireLlo di visilar; le /a:zandas per constatare de oisu la veri là d;ìle voci accreditarono la esistenza delle condizioni veramente' deplor_evoli in cui vivevano i nostri coloni. Notizie migliori ed _rn_fo:male ad un certo ottimismo, dopo una visita rap1d1ss11na nel Bra~ile, venne1•0 portale dall'on. Carlo di Rudinì; un pubblicisla intelligente, il R0lelli:1i, poi, si as- ~uns~ l'in~arico in una speciale pubblicazione (La legge é t~imtgra;wne e nloni.;za.:iona per lo Stato di S. P.:iolo) d1 difendere il Brasile e lo Stato di S. Paolo special- '.'°en_te, dalle accuse c_hevengono formulale in Italia; egli, m r1spost.a ad un arl1colo dell'on. Colajanni pubblicalo nel Secolo, ripete le difese nel Fanfulla di S. Paulo. · . ~lcu11i coloni, e tra i più notevoli, dissero al Rossi che 1 g1orn111i italiani i quali difendono il Brasile e lo Stato di S. Paulo, si sono venduti; ma nostre particolari informazioni, venuteci da parecchi ollimi amici che conti_amo _nel!a Colonia, ci hanno dato le più· ampie ass1curaz10m sulla buona fede e sulla rispeltabililà di tali giornalisti. Comunque, la relazione d.:il no:;;s·i, minuziosa e precisa, è venuta a dar ragione ai pess:misli, anziché agli ollimisti. Le condizioni p1•esenli dei coloni italiani nel Brasile e specialmente nello Stato di S. Paulo, non sono più quelle che furono quando l'emigrazione nostra cominciò a riversarsi in considerevoli proporzioni in quelle lontane regioni. Ad ogni modo, è bene riconoscere che nella Repubblica brasiliana gl'llaliani che allualmente vi si trovano e p~I numero e per l'insieme delle condizioni, presentano tull1 i caralleri d'un organismo sociale che dev'essere c~ralo con grande amore dalla madre patria, e di cui s1 deve tener gran conto in lutti i provvedimenti e nella politica che si dov1·à adottare verso il Brasile. Sappiamo già che le ullime statistiche ci danno la esistenza di i.300.000 italiani, dei quali oltre un milione nel solo Stato di S. Paulo; e noi abbiamo motivo di c:redere che queste cifre sieno al disotto della verità. Secondo !o ~te~so. Rossi? che è un pessimista, non sono pochi gli 1laham d1venul1 proprietari; vi sono assai numerosi i piccoli e medi commercianti in discreta condizione; vi sono Case come quella del Puglisi che sono riuscite ad organizzare un Banco commerciale italiano con circa 2 milioni di lire <li ca pilale, e non mancano altre sebbene ~iù modeste Case bancarie. 11 Rolellini afferma che gli italiani negli anni buoni arrivarono ad inviare nella mad~·e patria circa quaranta milioni all'anno di risparmio. S1 potrà fare la tara a questa cifra che non si ha modo di poter esallamente controllare, ma da nostre notizie privale informazioni ci risulta che anche in questo momento di grave crisi, continuano gl'invii di somme,che hanno dovuto essei· molto considerevoli per lo passato se oggi, secondo i calcoli approssimativi riporto ti dal Rossi nello Stato di S. Paulo i crediti noti dei nostri coloni contro _i fa:andeir~s, ammontano a 7 milioni. Si aggiunga che nei cafe::al, CJOé nelle tenute o fazendas, collivate a caffè, la coltura d'ordinario vi viene presa a collimo da coloni italiani che vivono colà da qualche tempo e che pagano circa 50 milioni all'anno di salarii. Ciò che indica una potenzialità economica ragguardevole. Sella colonia si pubblicano parecchi <>iornali italiani tra i quali, nello Stato di S. Paolo, ricirdiamo La Tri~ buna italiana, il Fanfulla e L'Aoanti ! repubblicano-socialista, quotidiani, oltre altri periodici settimanali. Vi sono inlelligenlt pubblicisti. Ricordammo il Rolellini e ci piace anche nominare il Frontini che si è occupato bene dell'avvenire della Colonia, e Carlo Parlagreco che occupa un posto rispettabile nell'insegnamento ufficiale della ~P.pubblica. ~ non abbiamo ricordali se non quelli che c1 sono venult alla memoria. Il lato più triste viene rappresentato dall'analfabetismo desolante dei coloni italiani, che nelle condizioni del Brasile aumenta anziché diminuire. li Rossi si è compiaciuto di avere riscoult·alo mollo vivi i sentimenti dinastici tra i coloni; ma ha insistilo pure IodevolfllCnle sulla spa venlevole mancanza di scuole, alla quale si accoppia del pari la defìcienza dei medici. Come si vede, la salute del corpo e della meule tra i coloni italiani nel Brasile, non può trovarsi cha in pessime condizioni. La 1wetesa schia,,ilì, tleg·li Italiani. - li punto nero della emigrazione ilalian1i nel Brasile è quello dei maltrattamenti che vi subiscono i suoi membri, e delle frodi, o meglio dei furti, di cui rimangono villime nella segendas. Adolfo Rossi, ribadendo antichi rapporti consolari e facendo tesoro delle narrazioni di molli coloni, conchiude: « Pur ammettendo che alcuni di questi racconti non riferiscano sempre il pro e il contra e che contengano inesattezze ed esagerazioni, ne rimane sempre abbastanza per dimostrare come in alcune fazendas continuino pur troppo le· prepotenze che si usavano prima dell'abolizione della schiavitù. ~ Queste prepotenze sono innegabili, ed è noto che qualche volta spinsero gli Italiani a rispondere col delitto e colla violenza sanguinaria. E' notevole a questo riguardo ciò che rileva lo stesso Rossi, e cioè che i meridionali che lavorano a squadre sono pagati più puntualmente perché sono più le muli, e che i Jazendeiros, cresciuti all'epoca in cui vigeva ancora la schiavitù, non possono tollerare i fieri Calabresi: vogliono il colono umile, servile sottomesso· e quale essi lo desiderano pare che lo abbiano troval~ fra i Veneti. A spiegare la prepotenza e la iniquità dei fazendeiros, il Rossi e parecchi altri rammentano che l'indole morale loro no1i poteva modificarsi in pochi anni. « Una generazione non estirpa tanto presto ciò che in lei è ereditario. La rivoluzione portata dall'abolizione della schiavitù non si poteva compiere prontamente in IO o 12 anni. » Parrebbe altres·1 che gl'ltaliani sieno mallratlali pel concetto che i Ja..endeiros hanno delle c:ondizioni della loro madre patria; essi credono che in Italia i contadini manchino del più stretto necessario e che dovrebbero essere ben contenti se nel Brasile trovano mais, fagiuoli, galline e maiali che loro as- . sicurano il vitto e l'alloggio. Gl'indigeni, inoltre, cominciano a sentire una certa gelo~ia per l'aumento crescente della immigrazione italiana di cui non possono fare a meno per motivi economici, ma di cui temono la prepondet•anza per motivi politici. In tullo ciò ce1-tamente c'è del vero, ma questa verità
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