Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 11 - 15 giugno 1902

l. j r RIVISTA POPOLARE DI POLiTiCA, LETTERE E SCIENZÈ SOCJA.lJ 291 ce far niente. Questo stato di fatto è - a giudizio nostro - vero come deplorevole. Crediamo intanto che la parola giusta l'abbia pronunziata, sulla questione, l'illustre G. Sergi, il quale dello strano fenomeno trovava la spiegazione nella legge fisio-psichica del!' inerzia intellettuale, che nelle razze esauste.ha maggiore imperio. La quale inerzia, operando automaticamente e per noi inconsaputamente, si riveste spesso di altre più decenti spoglie. Presa, per es., l'abitudine di leggere per alcuni minuti, a letto, la sera, prima di addormentarcene, - se biasimati, ci avviene di sorprenderci in cerca di mille argomenti sulla bontà del libro, cui affidare la giustificazione dell'atto nostro: ed invece, nove volte su dieci, il libro non è un libro, e non si tratta che di una pura e semplice abitudine, meglio ancora, di un seppero trovarvi, con spirito colto e maturo ed intelletto di artista, il Monti ed il Caro. Ora vogliamo aggiungere la considerazione che non sempre e in tutte le parti la traduzione è minore e nemmeno uguale all'originale. Si scrisse dal Cattaneo - il quale per altro, da pensatore moderno, assestò ai feticisti del classicismo di così poderosi colpi - che la traduzione di un'opera d'arte ha gli inconvenienti che accompagnano il travaso del liquore da un recipiente all'altro: una parte dello spirito si volatilizza e va perduta. In questo paragone troviamo del vero, ma non un invincibile argomento per le lingue morte. Infatti, come a'lviene che il liquore, messo in un nuovo vaso, può riscattare le eventuali perdite coll'acquisto, ì)er virtù del vaso, di una fragranza e di una forza nuova e migliore così una situazione, un pencaso di inerzia mentale che noi non possiamo per virtù propria modificare o distruggere. Tanto è vero questo che, se per una ragione (leggasi forza estranea) qualsiasi siamo costretti a sospendere la lettura per tanto tempo quanto basti a creare in noi. l'abitudine opposta, - oh, allora, come soL'alleanza franco-russa. siero dell'originale possono trovare nei. risconfri sintattici ed eufonici del• la nuova lingua e nell'estro del traduttore geniale (non per questo traditore) una veste accidentalmente più conveniente di quella che la natura organica della lingua del testo non avesse concecluto. no noiosi. e inconcludenti i libri - e sian pur dei migliori - quando si è tra le coltri ! . Questo fatto, appartenente alla psicologia normale, trova la riprova sua nella psicologia p a t.0logica. Nei casi di suggestione postipnotica, sorLa Francia al suo Preslcfonj,e : Mostrati molto gentile a Pietl'obuq?o, e 9uando ti si domanderà qualcosa, ricordati bene di ringraziare .... Che l'alunno possa gustare nel testo da tradurre le bellezze, escludiamo poi assolutamente. Una frase è bella ed efficace se tale fu dichiarata dal maestro. Esclusa questa su,qgestione, per l'alunno non esiste, nè può esistere che il riscontro in itapreso il soggetto nell'atto suggeritogli, poniamo, di colpire un amico, - dopo un primo momento di col!_fusi.onedolorosa, architetta subito una ragione giustificatrice dell'atto. Così per lo studio delle nostre lingue morte che noi subimmo fatalmente da fanciulli: e non sappiamo, senza grande sforzo, prescinderne, anche ora che le condizioni, come i bisogni dell'ambiente, sono radicalmente mutati. Ci furono e ci sono? Dunque ci saranno: dunque dovranno esserci, perchè ... e qui le ragioni dell'inerzia. Scrivemmo noi, e meglio di noi tanti altri, che i monumenti artistici delle letterature greca e romana potremmo renderli accessibili, con più compiuta efficacia, ai giovani, mediante le buone traduzioni - mentre ora, in lotta con le grammatiche e i vocabolari - pur troppo senza speranza di vittoria! - essi mancano della possibilità di afferrare le finezze riposte delle parti, come l'abbagliante armonia dell'insieme. Si ebbe e si avrà un bello argomentare dai classicisti, ma una cosa non potranno essi dimostrare, che possa cioè, un alunno, trovare in Omero e in Virgilio pìù di quanto (Ulk di Berlino). liano. :1\oi pensiamo nella lingua materna, o in una lingua che, per lunghissimo esercizio ci è, co0 me quella familiare: e percepire non possiamo il valore estetico di un verso greco, se non mediante una contrastata od istantanea traduzione. La quale sarà più o meno pronta e felice, come più è colto e poetico lo spirito nostro. Il che torn_a dire elle dunque le faticose traduzioni dei giovanetti rappresentano una ricorrente ingiuria alla Béltù,, direbbe il D'Annunzio, delle opere studiate. Dappoichè, durante lo stentato malpratico travaso - ripigliamo il paragone - il liquore deve ben perderlo tutto lo spirito, per rimanere brodaccia. Possiamo duny_ue concludere la prima parte del nostro articolo esprimendo l'augurio che presto anche noi si riesca a svecchiare le nostre scuole medie, abbandonando o confinando almeno agli ultimi corsi le lingue classiche per dar posto alla nuova cultura intravista ed auspicata dal Goethe. . • • L'albero educativo è oggi - giusta la felice espressione dell'Huxley, colle radici in ~u. Capo-

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