Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 10 - 30 maggio 1902

260 RIVISTA POPOU.RE bl POUTICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI nostri emig1·anti. Non è la prima volta, e non sarà l'ultima, che dalle rive del Plata ritornano in Italia coloro che erano andati colà a cercare lavoro e benessere. Egli è che nella Repubblica Argentina, come in altri Stati dell'America meridionale, la vita· politica si svolge morbosamente e si ripercuote sulla vita economica producendo delle crisi più o meno :acute. Durante queste crisi gl'Ital iani non hanno trovato al di là del1'Atlantico, ciò che avevano sperato o sognato; donde il loro ritorno in patria. Ma è bene avvP-rtire che la grande maggioranza degl' Italiani che ritornano dall'Argentina, appartenne sempre, non ai nuovi arrivati, ma a coloro che vi avevano fatto più o meno lunga permanenza, e che erano riusciti a crearsi una posizione economica discreta. La paura di metterla in pericolo acuì in loro il desiderio, che del resto si manteneva sempre vivo nei loro animi, di ritornare in patria. L'Argentina attualmente attraversa una <li tali crisi, determinata dagli armamenti eccessivi fatti in previsione della guerra col Chili. Questa crisi passerà come ne sono passate tante altre, e l'emigrazione ritornerà alle primitive condizioni. Che si tratti di un fenomeno presentatosi ripetute volte e che è terminato nel mollo su accennato, la Tribuna può apprenderlo agevolmente dalle oscillazioni della nostra emigrazione da venticinque anni in quà, messe in rapporto colle crisi della Repubblica del Plata. Il fatto rilevato dalla Tribuna con tanta compiacenza, potrebbe giovare alla sua tesi qualora fosse dimostrato che sulle rive del Plata è venuta meno la terra per la colonizzazit1ne. Questa dimostl'azione per gl'ftaliani che conoscono la Repubblica Argentina, don-ebbe essere superflua; ma affìnchè sieno dileguati gli equivoci che si vogliono fa1'e sorgere, ricorderemo che tale Repubblica ha una superficie che rappresenta la terza parte (2.885,620 Kmq.) di quelle dell'Europa (8.665.630 di Kmq.). Ora nell'Argentina la popolazione alla fine del 1900 non era che di 4.794.141) abitanti, mentre nel nostro vecchio continente ci avviciniamo ai 400 milioni. La enormità. di questa specie d'insinuazione geografica e demografica, risulterà meglio quando conosceremo l'es'.ensione di alcune provincie della Repubblica: Buenos Ayres con una superficie che è molto superiore a quella dell'Italia (305.121 Kmq.) ha una popolazione che non arriva ad i.200,000 abitanti; Cordoba con 161.036 Kmq., non ha che 419.072 abitanti. La importanza di que5ta estensione si rileverà meglio dalla conoscenza della terra coltivabile. È noto che in Italia la terra coltivata a grano non arriva a 5 milioni di ettari; nell'Argentina, secondo il Fliess, ci sarebbero 96 milioni di ettari coltivabili a grano senza· ricorrere ad irrigazioni artificiali. Il Dottor Kaerger, attaché tedesco a Buenos Ayres, ha voluto verificare le asserzioni del primo ed ha ridotto la superficie granifera a 64 milioni di ettari. Accettando questa seconda cifra è evidente che c'è terra ancora in quantità veramente enorme da poter essere colonizzata dagl'italiani. E con quale rapidità e facilità possa praticarvisi tale colonizzazione, possiamo di mostrarlo coll'esempio della Provincia di Cordoba, dove nel 1887 c'e1·ano 31 colonie con 55G0 abitanti e ce ne erano 176 con 56.388 ab. nel 1898 (1). E queste notizie danno ragione del giudizio di Julius Wolf che pei tedeschi ritiene assai preferibile la colonizzazione pacifica dell'America del Sud alla conquista militare dell'Africa (2). Il giudizio è tanto più· ragionevole in quanto che nell'Argentina tutte le culture nelle varie latitudini ed altitudini sono vossibili e proficue, etl il clima è perfettamente adatto :-1.gl'Italiani e<l agli Europei in genere. Le crisi periodiche che sinora ha attrayersato l'Argentina po~sono mai rap[)resentare un osta::olo alla colonizzai:ione italiana superiol'e a quelli cui si andrebbe incontro nella 'l'ripolita.nia? E che cosa ra.ppr,isentano la Tripolitania e la Cirenaica <li fronte non a tutta l'America meridionale, ma di fronte alla estensione coltivabile di detta Repubblica? Le due zone designate alla nostra conquista presenterebbero una vasta superficie di oltre un milione di Kmq; però lo spazio utilizzabile e coltivabile si riduce a proporzioni assai più discrete. Quale sia tale spazio ci ha detto onestamente il Prof. Riccllieri che ha fatto tesoro, nello scrivere della Tripolitania e della Cirenaica rlei lavori di H.éclus, Hairnann, Biasutti, Cam[Jerio, Bencetti, Minutilli, ecc.; ed a lui si può credere in quanto che in un recente studio ha Yoluto quasi, col suo relativo ottimismo, farsi perdonare il pessimismo anticoloniale manifestato in una conferenza all'epoca della tentata impresa italiana cli Sa-Mun. Egli sull'argomentv scrive che la superficie su cui è sparsa tutta la popolazione della Tripolitania approssimatirnmente è di 200 a 300 mila kmq.; però la parte di essa coltivata e intensamente produttiva è molto minore. Dalla carta dello Habenicht, comprendendo savane, palmeti, oasi, ecc. ecc. « con un calcolo planimetrico approssimativissimo - data la piccolezza e l'estremo frazionamento delle aree da misurare - ma con tendenza assai più ad esagérare a diminuire la superficie, questa mi risulta un totale di 25 o 30 mila kmq., vale a dire su per giù quanto la Sicilia, che appunto ha una area di 25.800 kmq. Siccome è indubitabile che è su questa parte del suolo coltivata e produttrice che la porzione massima del milione di abitanti della Tripolitania si raccoglie, parmi giustificato affermare che la cifra approssimativa della sua popolazione relativa attuale, più rispondente alle (1) Sul significato che può avere la colonizzazione dell'Argentina, dal punto di vista della produzione del grano e della :relativa concorrenza in Europa, si riscontri: N. Colajanni: Per l'Economia Na:;ionate e pel Da.-io stil grano, Roma 1901, presso La Rioista Popolare, L. 3. (2) L'Allemagne e le marché dii Mond, Parigi 1902, Giard e Briére. j I ~ . ◄

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==