Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 10 - 30 maggio 1902

RIVISTA POPULARE l.Jl J->OL1'11CA,Lb'Tl'ERE E SCIEtvZE SOCIA.Li 279 ri quadrati di nuove fabbriche, al giorno d'oggi, in cui furono, di queste, costrutte solo per un centesimo (I), mentre d'altra parte la popolazione a!Jora prevista è venuta pure aumentando. Studia egli il pre::::odel cavall0 nelle diverse forme della sua produzione, cioè sia la forza motrice prodoLta dal vapore, sia essa prodoLtR dal gas o dall'elettricità, e ne trae argomento per suggerire la prima nella grande industria, la seconda nella media, la Lerza nella piccola industria. Dà alcuni suggerimenti minori ma pur tanto proficui al bene popolare napoletano, consigliando lo sviluppo della pesca per es. e dello spaccio delle acqu-e minerali: ricorda le industrie ed i commerci di Napoli che vorrebbe favoriti, e mentre trova, cos·1, modo, ad ogni pagina, di agitare il pro- . blema cui ogni gran cuore oggi dà un palpito sincero, apporta nel complesso un notevole contributo alla sua soluzione. Y. Doti.CarloPetrocchi : La teoria marxista della miseria crescente e la sua unica interpreta:.ione. Milano. Uffici della Critica Sociale, 1902. Cent. 20. È un opuscoletto, altrettanto ricco ·di pensiero quanto povero di pagine, in cui il dolt. Petrocchi ha raccolto alcuni suoi articoli comparsi sulla Criticct sociale del Turati, e nei quali ha trattato della teoria dell' immiserimento crescente, che il Marx non ha formulato categoricamente, ma che risulta da molti e molti passi delle sue opere, e che quindi si presta· ad essere interpretala in varie guise. . L'autore scarta innanzi Lutto l'opinione di coloro che credono che il regime capilistico produca una miseria fisica dei proletari; e quella del Kautsky, il quale crede ad una miseria fis/,ca tendenziale, il che sarebbe la miglior riprova della intrinseca bontà del regime capitalistico, che avrebbe in sé stesso la forza di neutralizzare i germi malefici che sp.untano in lui. Dimostrala quindi insussistente una miseria sociale, intesa nel senso di uno squilibrio crescente fra salario e projUto, cioè fra quella parte del prodotto che é attribuita alle classi lavoratrici e quella che è attribuita all'intraprenditore, il Petrocchi accetta l'interpretazione di coloro che credono ad uno squilibrio crescente tra bisogni e salari, cioè tra bisogni e mezzi per soddisfarli. Appunto in questo senso é vera la teoria marxista dell'immiserimento crescente; e che questa sia l'interpretazione esatta l'autore dimostra non con parole o frasi -staccate pescate nella voluminosa opera del Marx, il quale potrebbe anche avere avuto un concetto non chiaro e compiuto della realtà, ma indagando il suo pensiero fondamentale: essere il lato cattivo di un assetto sociale quello che produce il movimento che fa la sto,·ia, e dimostrando che questo lato cattivo nell'attuale momento storico c' é e consiste nello squilibrio aumentante sempre più fra bisogni e salari. È questa la parte migliore dell'opuscolo del Petrocchi, sebbene in essa più che altrove si noti quella brevità che l'autore si é voluto imporre, e che nuoce alla chiarezza ed efficacia dello scritto. Perché, ad esempio, non sviluppare maggiormente il concetto, nuovo ed originale, del bisogno, inteso come scelta fra due dolori? Ma, secondo la mia opinione, un grave errore è insito a tutto il lavoro, pregevolissimo d'altra parte. Quando )'A. ci ha dimostrato, sia pur brevemente, che nel!' 11ttuale momento storico l'organismo fisico e la sensibilità della classe operaia si vanno affinando; che crescono i suoi desideri e le sue esigenze - pel contatto colle C!/}$si superiori, e gl'j[!citamenti dell'industria e del com. mercio, - che si fa sempre più vivo - in seguito àl trionfo delle idee democratiche, il sentimento d' uguaglianza assoluta; che la classe operaia ha intravisto la possibilità di salire; quando ci ha convinto della verità di tutto ciò, ha forse dato la spiegazione del socialismo'? Tutto ciò potrà formare un ambiente favorevole al socialismo, e alle dottrine rivoluzionarie in generale, e potrà anche spiegarci il socialismo come tendenza, come movimento di coscienze, ma non é una spiegazione· del socialismo come teoria e come sistema che vuol sostituir-si all'attuale. Altre teorie ma1·xiste spiegavano questo, ma esse non hanno retto ai colpi della critica scientifica; e la teoria del!' immiserimento, che pare trionfi degli attacchi, e trovi conforto nei fatti, nulla prova a questo proposito_ A. NATAI,ETTI. AchilleLoria: Marx e le sue dottrine. - Remo Sandron editore, Palermo. - L. 2. È stato ottimo il pensiero di Achille Loria di pubblicare riuniti in volume i vari articoli che egli aveva dato alla luce in varie riviste dal 1883 in poi, sopra Carlo Marx e l'opera sua. Nei due primi (Kart Marx e L'opem postuma di Kart Marx) è fatta un'esposizione· chiara, per quanto lo consenta, delle dotLrine del grande socialista pel quale l' A. professa la più grande ammirazione; ma questa non gl'impedisce di farne una critica acuta, che é anche efficace e giusta, specialmente per quanto• il 3° volume del Capitale. Nel Lerzo, Intorno ad alcunecritiche del Engels, egli ribatte, con molta serenità e, molta garbatezza, le insolenze volgari che gli vennero, scagliate dal collaboratore di Marx. Ha scarsa impor-- tanza il 6.0 ed ultimo, Serate socialiste a Londra nei 1882;. invece riuscirà di grande interesse per gl'Italiani il 5.. sulle vicende del marxismo in Russia. Vi apprenderanno molle notizie ai più ignoti sul futuro dell'organamento economico della Russia. Di questo argomento la Rioista si é occupata nell'ultimo numero, e se ne oc,:uperà in seguito. RobertoMirabelli: Discorso agli elettori del 1 collegio di Raoenna. - Ravenna 1902. Facciamo eccezione segnalando ai nostri lettori un discorso eleLtorale. Ma l'amico nostro in quel discorso ha profuso tanto sentimento, tanto buon senso e tanta dottrina, che non vogliamo lasciarlo inosservato. È vigorosa la sua polemica coi socialisti, quauto è fiacca la giustificazione della preyiudi::iale anconetana: l'amico nostro ci consentirà d'essere con lui schietti nella lode come nella critica. La sua chiusa colla quale invocava p>.1ce coi socialisti é troppo liricamente ottimista e smentita dai fotti. A. V.: Il collettivismo. Agli operai. - 1902. Questo brevissimo opuscolo é tra i migliori della propaganda repubblicana. Noi crediamo che il collettivismo sia un magnifico ideale, ma non vediamo ancora le grandi linee della sua possibile realizzazione. A nostro avviso, sarebbe ottima idea, da parte dei repubblicani, in questa lotta contro il collettivismo, di pubblicare puramente e semplicemente le pagine che vi consacrò il Kropot.kine nella Conquete du Pain. Dott. NapoleoneColajannip, roprietariod,irettore-responsabile. Roma - Tipografia, Piazza S. Apollinare, 46

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