272 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI fo1,te insauribile di suggestioni, di temi, di spunti, di fermenti sentimentali ed intellettuali! Ah, non è soltanto una cuccagna,,pei facili sfoggiatori ù'una vuota e verbale erudizione di seconda mano, ai quali subito l'arrivo del libro aveva fatto correre il mio pensiero: è anche, e meglio, la quint'essenza di tutta una biblioteca, la compagnia di tutto un popolo di pensatori, di poeti. d'artisti. Che conforto, anche se fosse unico, questo libro, nella solitudine, in uno di quegli esili spirituali in cui spesso è lancialo dai fati avversi e dagli uomini mal volenti un infelice che non può far a meno della conversazione colta e geniale! * Olocausto, di AlfredoOriani (Palermo, Sandron) é invece un libro profondamente triste: un romanzo pessimista, in cui l'essere seri tto splendidamente non fa che accrescer l'orrore delle cose narrate; chi ama la letteratura sociale e documentaria, lo legga e lo mediti; chi cerca nei libri d'arte un sollievo alle fatiche e ai travagli della vita reale e un refrigerio di liete fantasie, lo lasci là. * Cosi IL seeolo XIX, studio politico sociale di PasqualeTuriello (stesso editore), tutto un'apologia dell'imperialismo e una glorificazione dell'I. conquista: non fa per noi, che non abbiamo appalti nè forniture militari da assumere, né spe·culazioni da fare sul sangue degli altri nè sul collettivo buon nome del nostro paese. li compianto Turiello era certo, scrivendo, in buona fede; ma era ugualmen-te, contro sua volontà, un pessimo servizio quello ch'egli rendeva alla civiltà, predicando questa politica da predoni ad un popolo come il nostro. * GuidoMenasci, inv<Jce, coi suoi Pirati del RyJ, splendidamente scritti, riccamente stampati dal Sandron e finemente acq.uarellati dal Tommasi, m'ha ricondotto per qualche ora ai tempi lontani dei miei entusiasmi d'adolescente per Giulio Verne e per i suoi simpatici eroi, miei assidui e clandestini confortatori durante le eterne, le massacranti lezioni ginnasiali di greco o d'aritmetica ragionata. * Altri libri: Franeeseo d'Assisi, scene drammatiche in prosa di FilippoLaccetti, inspirate dallo studio delle cose francescane, e special men te dalla lettura della vita del Santo, del Sabatier. Da segnalarsi, ir: modo particolare, il dialogo nella chiesa d'Assisi in costruzione, tra frate Egidio e Filippo da Campello, capo della .maestranza, pro e contro la nuova e più ricca e serena architettura ogivale, cui l'artista andava informando l'opera sua. * Campanile, memorie abruzzesi di M. SommaMetelo strano libro stampato a Parigi in italiano, e che mi vien mandato, non so da chi, dalla Repubblica Argentina: interessante come docum~n to demopsicologico locale, nel momento stol'ico dell'unificazione italiana: il grande avvenimento, osservato dal particolarissimo e limitatissimo punto di vista di un paesello sperduto fra i monti, tagliato fÙol'i dalla vita veramente politica, agitato solo dalle acri ed ingenerose competizioni d'interessi personali. * Per la seuola popolare, proposte e programmi, per un esperimento in Milano di educazione veramente moderna dei figli dei lavoratori: opera della SezioneInsegnantdi ellaCameradelLavoro, meritevole della più simpatica attenzione da parte di quanti amano sinceramente e seriamente le classi proletarie, e pon a ciarle soltanto, né per averle cieche dietro e sotto di sè; ma, propugnando!'le Ja redenzione politica ed economica, la ritengono subordinata alla necessità preliminare, od almeno concomitante, di renderle anzitutto moralmente e intellettualmente sovrane di sé medesime. * È uscito dall'editore Streglio di Torino, il p1·imo dei dieci volumi in cui saranno ristampati I miei tempi, di AngeloBrofferio: altro libro personalissimo, altro riflesso di tutta un'ariima. E d'un'anima grande e caleidoscopica, veramente italiana nella sua meravigliosa versatilità, che, come quella del d'Azeglio, può dirsi veramente tipica e rappresentativa della nostra gloriosa stirpe latina. La storia, in queste pagine del poeta e dell'umorista, del pensatore e dell'oratore, è evocazione, è resurrezione, è vita, é miracolo di ritorno ciel passato all'esistenza attuale; e, a lettura finita, ci si desta come da una allucinazione, e si rimane stupi ti di ritrovarci nel ventesimo secolo, nell'éra dei Palizzolo e dei Musolino. * Verso un aprile lontano, di GiovannTi esta, é poi un volumetto di versi (editi dal medesimo Streglio) pieni di « esprit nouveau», ben lavorati, ma monotoni e freddi, mistici e nebulosi, di cui lascio il giudizio al lettore, dand0gliene un saggio, poiché, forma e sostanza, letta una strofa son lette tutte: « Sedeva il servo meditabondo nella cerulea sera di primavera in cospetto al profondo mistero del mondo. Ma oz"iose le mani stavano inerti, e cercavan gli incerti sguardi gli spazi lontani. Passavano, senza recare gioia o dolore, ad una ad una, l'ore; e ad una ad una le chiare stelle, pei deli aperti, passavan tacitamente. E ognora il paziente servo meditabondo attendea palpitando l'eco della possente voce ciel suo signore. Pregava: Oh, finalmente scenda a me il tuo co - mando, o Ignoto Re del Mondo». Mica brutto, ve,·o? Ma tutto cosi, tutto cosi, per più cli cento cartelle' ... Davvero, quel povero aprile é molto, é troppo lontano i * L'infaticabile AlessandroGroppali, professore alla Università di Modena, del quale parlavo negli ultimi stelloncini, mi mancia già un altro nuovo e maggior volume, Soeiologia e psieotogia, pubblicato dai Drucker cli Padova. Qui, dopo l'" apt·ile lontano» e. prima d'una freddura archeologica, sarebbe fuor di luogo una recensione; mi limito a segnalare l'importanza dell'opera, che s'ispira alle dottrine filosofiche clell'Ardigò, raffrontandole con i principì del materialismo storico, e dimostrando quanto cli vero e qua.n to di manchevole vi sia da una parte e dalraltra. *** Per finire. Leggendo ieri un numero arretrato della Minerva, in cui si parla della scoperta, in vicinanza delle rovine di Ninive, rli una grande quantità di rettangoli di terra cotta, recanti delle scritture in caratteri cuneiformi, le quali, esaminate dai dotti competenti nella materia, risultarono rappresenta,·e tutto un epistolai-io diplomatico, bu,·ocratico e personale degli antichissimi re assiri. L'articolo, intitolato L'arehivio di stato cli Sardanapalo, era tolto da una rivista tedesca, ed era una cosa assolutamente s,:;ientifica e d'indole seriissima. Ma io ero in uno cli quei quarti d'ora di buon umol'e, in cui ogni cosa più seria apparisce sotto il suo aspet-
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