Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 10 - 30 maggio 1902

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LEH'ERÈ E SCIENZE SOCIA.LI 271 volti da troppe- al tre più necessarie e quasi sempre più utili faccende, di leggere tutti gli stessi libri che noi leggemmo, di visitare gli stessi monumenti e le medesime gallerie, di seguire nelle esposizioni e negli studi degli artisti le evoluzioni del loro pensìero e della loro tecnil:a. Ma, d'altra parte, non sempre~noi potremmo, con lo spazio misurato che i periodici possono darci, col tempo scarso di cui disponiamo, e con la tèma che altri lettori ci accusino di far loro scuola non:chiesta e non gradita, non sempre, dico; noi potremmo giustificare e chiarire distesamente ogni nostra proposizione,~dissertandovi~sopra :ex professo. Nel caso speciale, sa il;mio cortese interpellante che a rispondergli seriamente mi ci,vorrebbe un,volume, ed anche solo a rispondergli cosi così, per lo meno un opuscolo? Vuole il volume'? ,Legga L'eoolu.ione :dctl'a,·te italiana nel secolo XIX, del barone N.Taccone-Gallucci (Messina, Muglia editore): é un libro:facile e piano, accessibile-a tutti, ed in cui troverà ampiamente~deflnite ecl_iesemplificate le varie tendenze ·a cui accennava il mio articolo; l'autore ha su di esse delle opinioni sovente diverse dalle mie, talvolta anche diametralmente opposte; ma :non è mai[intollerante, e quindi si può leggerlo, anche; da chi abbia già delle idee fatte e recise, senza guastarsi il fegato, ami trovando nell'avversario:un simpatico gentiluomo e facendone un'amico personale, quantunque non politico. Si contenta, :invece, dell'opuscolo? E :allora mi mandi il suo indirizzo, ed io sarò lieto d'offrirgli in dono una mia conferenza tenuta anni or sono al « Filologico » di Milano, in cui è eletto tutto il poco che si pu0 dire sull'argomento che l'interes1sa, ad un pubblico vario e)conosciuto, in cinquantasette minuti di parola pacatamente parlata. Va bene t ***I ~ Mi ha colpito, nel'N. 0 1:; Marzo _della « Rassegna internazionale» una noterella cli LucianoZùccoli,in cui, sotlo il titolo Triste epilogo, egli rilevava la notizia che Matilde Serao era stata deferita all'autorita giudiziaria, per clue:reati volgari ed inabili; rammentava la lunga, laboriosa e:gloriosa carriera arListica della illustre imputata; deplorava che in un paese in cui Musolino è un:,eroe, Palizzolo un deputato, Tanlongo un senatore, e ..... qualcun altro un~ministro, e dove metà di coloro che fanno la pioggia e il bel tempo dovrebbero essere in galera eia vari anni e rimanerci parecchi altri, si:voglia avvelenare la vita e si sappia macchiare il nome soltanto di lei; e conchiudeva che se mai era invece proprio questo, a preferenza di tanti altri, il caso di metter la muse1·uola alle zanne ciel codice, e d'essere ln.rghi d'indulgenza, d'oblio, di pietà, per chi aveva dato tante ore di ~sogno a tante anime e un capolavoro alla patria. Mi ha colpito, dico, perché appunto partendo da quelle stesse premesse, mi sembra che uno ~spirito superiore come lo Zùccoli avrebbe dovuto giungere a ben -diverse conclusioni. Che ·tutti quei galeotti futur(o mancati trovino od abbian trovato o siano per trovare la più larga indulgenza fra i degenerati, i farabutti, i vigliacchi che n'ebbero o n'hanno paura, o che ne furono complici, o che sentono, in fondo all'anima loro perversa; ch'essi pure, nelle condizioni cli quelli, avrebbero fatto od amato di fare, lo stesso, questo si capisce benissimo; ma non si cd.pisce pet'chè, nel mondo superiore dell'arte, fra gli spiriti eletti clei~pensatori, si possa desiderare altro, nel caso:della geniale collega, se non che il suo processo si svolga il più presto, il più ampiamente, e il più rigorosamente possibile, e che la sua onestà non soltanto, mà la sutt delicatezza più alta he escaho comprovate e docùmen tate in modo assoluto, 1ncliscutiùile, definitivo. Queslo solo può veramente esser-e il voto degli aristocratici intellettuali come lo Zùccoli: ed è infatti anche il mio, che in questo senso, mi ~sento e mi vanto non meno aristocratico cli lui: nel senso cioè, che negata ogni gerarchia al'tifìciale ed estrinseca, io riconosco ed onoro tutte quelle altre ge1'a1'- chie, naturali e interiori, che sono innate alle anime alte, mediocri :od ignobili, e che nessuna rivoluzione sociale o politica potrà mai abolire; e nel senso pure, ch'io" vorrei che pl'Oprio su queste gerarchie, poggiasse la repubblica ideale del.l'avvenire. Ma in quesla repubblica ideale, che fin d'ora potremmo ben noi proclamare~ed imporre al di li\. e· al cli sopra cli ogni legge sancita, il nuovo patriziato dev'essere in tutto-:-c per tutto insospettato] ed insospet~abile; e noi che vi apparteniamo per.diritto gentilizio, direi quasi per diritto divino, dobbiamo solo ripetere dalla cristallina ·purezza morale del nostro spirito, complementare alla fulgida fosforescenza dell'in telletlo, anziché da una str'lna e fittizia immunita penale:che ci verrebbe acl)ssimilare all'illustri masnadieri della politica, della l mafia, e della finanza, l'inaccessibilita delle nostre persone agli artigli brutali ciel tìsco. Io credo anzi, che ad ogni più lieve colpa, per noi che abbiamo << cura cl'anime » e [ufficio d'esempio, debba toccare un'espiazione enormemente più grave che agli altri: e che in questo senso, ed in questo soltant0, sia da pro:::lamarsi a nostro riguardo la inapplicabilità alle nostre persone, dei codici fatti pel volgo; e l'incompetenza del magistrato comune, giudice cli carriera o giurato popolare che sia, come quello che troppo cli rado sente così altamente le cose della coscienza, da recare su noi un verdetto adeguato. i\Ia credo che tocchi a noi stessi, ove un·atto indegno ci abbia degradati in faccia alla nostra coscienza, di sottrarci all'ignominia delle manette ed al lezzo dei tribunali, giudicandoci, conclanrrnndoci e giustiziandoci con una goccia d'acido prussico, con un'oncia di piombo, con un chilogramma cli carbone incandescente. Se ce ne manca il coraggio, non siamo degni cli alcuna pietà: siamo al livello dei malfattori volgari, e quelli che furono un giorno i compagni nostri devono senza recriminazioni conceder senz'altro al magistrato comune rautorizzazione a procedere. **-+e Ho passate parecchie ore del dolce mese d'Aprile, nei ritagli di tempo, fantasticando utilmente e gradevolmente, sfogliando, leggendo qu,-t e_.là, e=annotando con gusto nei margini, un grosso librone dalla copertina verde_ zigrinata, edito dal Sandron, compilato da GiuseppeFinzi,~e:che:all:;. lettura del titolo, Dizionario di eita:zioni latine e italiane, avevo accolto, per una prevenzione ingiusta, quasi ostilmente. Che miniera d'idee, invece, in questo :migliaio di pagine piene cli sapienza e d'arguzia nostrana! Che

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