Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 10 - 30 maggio 1902

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIAU 269 Ne qui cessano gli inconvenienti. La pa1'Lccipazione del Comune agli utili dell'impresa tutela solo parzialmente gli interessi sociali, perché, se da un lato rivolge a vantaggio generale per rnet.Zo degli enti locali una quota degli uWi, impedisce, dall'altro, la riduzione dei prezzi e nuoce ai consunta lori, i cui interessi sono tutL'altr·o che trascurabili. - Sarebbe quindi preferibile l'a!Lro sistema. - Ma ogni limitazione dei profitti s' é dimostrata illusoria ed é stata frautio'entemente e senza soverchia difficoltà elusa dalle compRgnie, le 'quali simularono un capitale maggiore di quello realmente impiegalo; di guisa che i dividendi, calcolati su questa base, si elevarono enormemente, pur 1·imanendo in apparenza entro i limiti fissati, i quali - si noti - erano tutt'altro che ristretti, essendo stato necessario, nel determinarli, lasciare, come osservarono il Cammeo e il Rit:ca, una certa latitudine, sufficiente a garantire l'interesse delle società assuntrici. È tipico in proposito ciò che in seguito ali' approvazione del GaslOorks Clauses Act del ·18!7 (IO e 11 Vict. c. 15) e del Watenoorks Clauses Aci dello stesso anno (idem, <:. 17) - i quali fissavano il maximum dei dividendi al tO 010 sul capitale primitivo ed al 7 I 12Oro su quello successivo, destinando l'avanzo alla riduzione dei prezzi - avvenne in Inghilterra, dove, nonostante le notevoli restrizioni poste alla emissione di nuovi titoli, non si riusci ad impedire alle compagnie il ricorso allo espediente dello stock-waterin,q ( 1). Ed il fenomeno ha assunto proporzioni colossali in America, dove il c11pitale delle compagnie concessionarie é inJlated (gonfiato) id punto che in certi casi es,o è più che fJUintuplicato e che ordinariamente i profitti netti variano dal 15 al 25 per Oro della spesa attualmente necessaria per la duplicazione dell'impianto (2J. Limitali - e con rruanta efficacia si é visto - i prezzi ed i guadagni, fu necessario - per impedire che le compagnie si rivalessero del lucro cessante sul servizio e sulla produzione, praticandovi indebite economie - fissare anche la •1ualità del prodotlo; ma neppure sollo questo riguard0 il co11troll o del Comu11csi dirr,ostrò efficace e rinsc·, a proteggere sufficientemente gl'i11teressi dei co11sumatori. E lo stesso dicasi per la quanti la della produzione in certi sel'Vizi, nei quali all'aumento della spesa, richiesto da quello della domanda dei consumatori, non corrisponde un eguale aumento dei profitti dell' impresa. Insomma, l'esperienza ha dimostrato la impossibilità ti.i tutelare convenicntemenle I' inte1·esse pubblico, rispetlo al modo ed alla possibilità di soddisfare i bisogni, di fronte alle compagnie, e le difficoltà insormontabili che impediscono di conciliare nelle concessioni le esose ed esagerate pretese di queste ultime con le giuste c.,igenze di quello. Ed ove si pensi alla dispersione di denaro e di attività cagi•>11ata dall'ese1·cizio di questo inefficace controllci, che dal Comune deve essere affidalo a uno special corpo di stipendiati, ed alle liti frequenti, cui le concessioni dan luogo. e che 1·iescono sempre dannose per l'Amministrazione e costituiscono spesso un ostacolo ali' applicazione delle utili innovazioni permesse dai progressi industriali e richieste dall' interesse cittadino - apparirà giustificata l'opinione del Cammeo, che « il sistema della produzione privata sotto il controllo dell'amministra:i:ione si risolve in un continuo conflitto fra (1) CLIFFOHD, op. cit., London, 1885-SG, voi. I, p. 227 e seg. (~) BEMIS, op. cit., p. 5'11-516, e BACHI, Jt Monopolio prioato nei pttbbtici seroi;;i, iu ~ Rif.1rma Sociale ~, ·l5 Settembre 1901, p. 192 e seg. le compagnie, l'autorità ed i consumatori, in cui si disperde inutilmente forza e denaro » ('l). • .. I mali da noi enumerati - i quali per la natura dei servizi in cui si manifestano, ledono (come ben dice, se non erro, il Ricca) le ragioni essenziali della civiltà, del- !' economia e dell'igiene - si andarono manifestando a mano a mano che i bisogni crescevano, da un lato, col crescere della popolazione e con l'estender-,i della città, e si moltiplicavano e raffinavano, dall'alti-o, con e per il progresso che in questa contemporaneamente si svolgeva. ... Ond' é che, tra i consumalori, sempre più numerosi ed alti si levarono i lamenti; i quali furono inascoltati dalle compagnie, invulnerabili nella loro odiosa irresponsabilità di fronte al pubblico, e che potevano, data la vastità dei loro interessi e la pol>!nza dei loro mezzi fi. nanziari, esercitare sulle autorità locali un'influenza che allontanava il pericolo di un loro energico e temibile intervento; ma non poterono egualmente, a lungo andare, esser trascurate dai Comuni. Infatti, in processo di tempo, la gravità stessa dei mali deplorati, il costituirsi e l'affermarsi della coscienza degli interessi colletti vi e l'effic11ce intervento nella vit;i pubblica delle classi maggiormente interessate, la vinserù sulla malafede, sul malvolere o sulla inettitudine degli amministratori, e li r:ostrinsero ad ingaggiare contro le società concessionarie una lotta vivissima, intesa alla loro espropriazione ed alla municipalizzazione dei relativi servizi. Ed invero, dopocché il sistema delle concessioni si fu dimostrato oneroso per i cittadini e per il Comune e contrario alla migliore e più larga prestazione dei servizi, l'esercizio diretto appariva, come il solo mezzo capace di assicurare i benefici del monopolio e di eliminarne i danni; e nuove leggi, lii dove quelle esistenti vi si opponevano, autorizzarono i comuni a sostituire, nell'esercizio di queste imprese, alle compagnie speculatrici la loro direi ta amministrazione; la quale, oltre ché da considerazioni d'ordine economico e sociale, é consigliata anche da considerazioui d'ordìue finauziario, importantissime in un tempo in cui le finanze comunali versauo generalmente in grandi strettezze e 11011 possono chiedere alle imposte le maggiori entrale delle quali h 111110 urgente bisogno (2). I. MORMINO n' ÀSARO, (1) CA mn:o, t. c., p. 101. (21 Cfr. specialmente RoGElt, op. cit., p. 7-13, e MONTET, É'- tadc sur te soc. mnn. anr;tais, Paris, 190L, p. 162-168. STELLONCILNEITTERARI ------o ~ IV. 4)uantl'è che un libro f! buono * Il punto ,li vista fe1111uinile ,.. Piccola lettera aperta * L'auto1•izzazione a procetlere * Lib1•i e li lll'i * Per finil'e. Quando, leggendo un libro, vi nasce e vi cresce, di capitolo in capitolo, il desiderio di conoscerne personalmente l'autore, dite pure, senza esitare, che il libro è buono: poichè un tal desiderio non nasce se non dai libri improntati da quella fondamentale e suprema caratteristica delle vere opere d'arte, che è la pel'sonalità; la quale, a sua volta, è la since ...

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