Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 10 - 30 maggio 1902

RIVISTA. POPOLA.RE DI POLITICA., LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI produzione. Invece lo- stu-dio delle statistiche inglesi ci prova che il numero degli operai impiegati nelle industrie sottoponibili a procedimenti meccanici cresce fino a un certo punto e poi si equilibra con gli aumenti della popolazione. Dun• que c'è una legge di saturazione anche per la misura secondo cui le industrie possono essere meccanizzate. Ad un rerto grado di sviluppo dei metodi industriali e della evoluzione sociale le industrie non meccanizzabili tendono a diventare sempre più numerose. Tutte le manifestazioni del lavoro :intellettuale ed artistico sono in questo numero• L'arte e l'intelligenza rappresentano l'antitesi del macchinismo. La essenza dell'arte, nel largo significato della parola, consiste nel I applicazione dello sforzo spontaneo, umano, individuale. Ogni prodotto dell'arte è il depositario d'un pensiero individuale. Ora la qualificazione del gusto deve necessa·riarnente portare ad uno sviluppo delle produzioni artistiche, cioè di quelle produzioni che non si lasciano sottoporre ai procedimenti meccanici e quindi respingono la possibilità della gestione collettivistica. Sembra dunque, conclude l'Hobrnn, che la evoluzione industriale sviluppi due forze contraddittorie, l'una tendente allo incremento della forma industriale collettivistica (industrie meccaniche), l'altra invece allo incremento della forma individualistica (industrie artistiche o rispondenti ai consumi qualificati). Il risultato di questa indagine conferma la cauta ipotesi del Prince, il quale pur esponendo i mali d'un regime a forme esclusivamente individualistiche, respinge ogni idea di un futuro' assetto unitario della produzione, e prevede che le forme industriali future, non diversamente dal passato e del presente, conterranno una grande vaeietà di tipi industriali. Onde a fianco della ges',ione di Stato o municipale. forse prevalente, suo1sisteràla produzione individualistica, quale ci si appalesa nella forma giuridica presente. (1)-Lostudiopositivo delle forme evolutive industriali reca la conferma di questa intuitiva verità della recente critica socialista, che cioè fra individualismo e socialismo non esiste dissidio fond:,mentale e che la evoluzione della tecnica della produzione porta a ritenere che nè la forma individualista cederà alla forma collettivista, nè questa a quella. Il collettivismo e l'individualismo essendo le due forme spontanee della convivenza sociale sussisteranno verosimilmente finchè sussisterà l'uomo. • • • La tendenza socialistica sta nel fatto della « socializzazione » crescente della produzione industriale. Ora, intesa questa parola nel senso, già definito di « sottoporre al controllo sociale la produzione » non c'è chi non veda come questa idea non implichi punto quella d'un colletttvisrno totale. Anzi potrebbe addirittura affermarsi che non (1) Hobson - The eoolution of modern capitalisme, cap. XIV. è-affatto ·nota essenziale del concetto di « socia- - lizz.are » l'idea di collettivismo. Il sindacato operaio prepara spontaneamente una forma di controllo sociale della produzione, che non sembra essere quella collettivistica. Già sin d'ora esso regola i salari e le altre condizioni di. lavoro. Esso ora si sforza a rimuovere l'ostacolo della disoccupazione. La sua ingerenza diretta nella produzione è lamentata continuamente dagli stessi capitalisti. Noi possiamo prevedere non lontano il momento in cui, avvenuta la fusione, nel sindacato operaio, del lavoro materialè e del lavoro intellettuale (deJ!a direzione tecnica), il processo industriale sarà regolato conforme alle norme stabilite dal sindacato e con ciò sarà uccisa ed annullata l'egemonia del capitalista nella fabbrica. Due tendenze sembrano implicite nella funzione di controllo sviluppata dal sindacato operaio: a) elevare i salari delle prestazioni effettivamente compiute (materiali e intellettuali) per modo da elidere ogni profitto del mero possesso capitalistico e ridurre l'interesse afla misura richiesta dall'accumulazione dei capitali, che niente· vieta possa continuare in via privata; b) determinare esattamente la massa del consumo, sia dal punto di vista qualitativo:, che dal punto di vista quantitativo, in modo da evitare, nei limiti del possibile, il fenomeno della crisi; ciò che sarebbe tanto più possibile, quanto ogni sindacato fosse in grado di stabilire con relativa precisione l'ammontare probabile dei bisogni personali delle varie classi dei propri consocia ti e così evitare le oscillazioni della offerta. Chi pensasse idealmente sviluppate queste linee dovrebbe necessariamente concludere che esse suppongono la piena realizzazione dell'ideale socialistico, senza cl1e l'accumulo dei capitali e la diretta gestione della produzione siano diventate una funzione pubblica. Ohe poi questa cosa possa avvenire non si· nega, nè c'impaurisce. Quel clte noi abbiamo voluto fare è persuadere l'uditore che il socialismo non, istà nel collettivismo, che ne è un mezzo ipotetico, ma nella tendenza ad adeguare le rimunerazioni al lavoro effettivamente prestato. Noi scambiamo troppo spesso il rnezzo col (ìne. • .. Alla dottrina socialista è toccato il destino di apparire singolarmente diversa da quella che è. Dottrina di emancipazione delle classi oppresse dal privilegio della proprietà, essa non godette i favori degli uomini di scienza. Il poco sviluppo di cui si mostrò capace fu dovuto princi1)almente all'assenza di professionali della scienza dalle sue file. Gli uòmini che si dettero alla diffusione del socialismo dovettero per necessità di cose porre particolarmente in rilievo la parte di quella concezione, che si riferiva all'oggetto di maggiore interesse per il proletariato: la questione della proprietà. Onde per lungo tempo il socialismo apparve e fu predicato come una semplice questione

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