232 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ SCUOLE E CASE DI CORREZIONE Non occorre dire in questa rivista, in cui trovano eco vigorosa tutte le cause vibranti d'umanità, come una nazione non possa aspirare a vera supremazia civile, se non volge il pensiero ardito, rinnovatore, materiato d'amore, a una legislazione sociale, che si prefigga, au5pice sopratutto l' iniziativa privata, il salvataggio del fanciullo, povero, infelice, abbandonato, e che di.verrà fatalmente ospite del reclusorio. In codesto non ho bisogno d'insistere si.aperchè, ripeto, queste idee ebbero più volte l'appoggio sgorgante dal gran cuore dell'illustre Colajanni, sia perchè le svolsi ne' miei libri, sia perchè infi- _ne troveranno nuovo e doloraso sviluppo nel mio volume d'imminente pubblicazione: «. I drammi dei fanciulli •, confortato da una prefazione di Bovio. In questo terreno siamo tutti d'accordo; il guaio si è che dalla teoria, pur vivificata dal fatto positivo, dalla scienza sperimentale d'ogni giorno, e gran maestra della vita, non siamo ancora discesi all'applicazione pratica. Tanto per citare alcune cose, che documentino questo asserto, ricorderò, che siamo tuttavia molto, ma molto lontani dal creare una scuola popolare, che arm'onizzi con i nuovi bisogni sociali: una scuola come sorse in Francia, e così, che Mauri.ce Faure, discutendosi il bilancio dell'istruzione pubblica francese, potè, di recente, con legittimo orgoglio, leggere uu largo encomio, che ad essa, largì, con serena equanimità, una relazione uff/,ciale della Germania (fonte, non sospetta, come ben ognuno vede), in cui testualmente si dice: • È un meccanismo ideale, perché assicura lo sviluppo vigoroso tiella scuola popolare con il concorso di tutti: è un'organizzazione, che sorpassa cli gran lunga quella di tutti gli altri paesi •. Orà se è giusto che ci dimostriamo grati a Novicow, che con l'ultimo suo geniale e splendido volume su « La missione delt' Italia•, ravvi.-ò la nostra fede, e solleticò il nostro amor propri.o paesano; è giusto altresì che non dimentichiamo un altro libro, non meno - (per me anzi più) - socialmente utile, di Bolton King e Thornas Okey « Italy to-day • (Nisbett e C.0 - London 1901), nel quale con serenità ammaestratrice, cllè solo dal desiderio di giovare animate, si denudano le nostre dolorose piaghe scolastiche (maestri mal retribuiti, scuole-stalle, igiene calpestata, energie educatrici depresse, incuria fenomenale delle classi dirigenti, che ... poi strillano contro il dilagare della delinquenza precoce). Io ho visitato più volte le scuole popolari della Svizzera francese, e tedesca, e il mio cuore d'italiano ne provò una dura stretta, perchè, ricordiamolo, non è sempre vero ciò che scrisse Burton « comparisons ar·e odious », e non lo è quando appunto i confronti servono a sradicare il male, a inaugurare una terapeutica sociale, che deve convergere i primi suoi sforzi benefici alla creazione della scuola popolare, cos come la vagheggia, con sovrano intelletto educativo il mio illustre amico De-Dominicis. t Altro ancora occorre rammentare a chi. sa, può, e deve. I fanciulli abbandonati moralmente o fisicamente sommano a oltre 30.000. Non basta, la nostra generale vanit.:'i di settentrionali, nutrita dal fatto d'appartenere a regioni, per varie cause più evolute cli quelle del Mezzogiorno (ed è colpa nostra se questo è meno progredito, chè non si elette aiuto alle sue potenti energie latenti), si t1ccupa solo della ma(ì.a, della camorra, e dimentica il barabbismo di Torino, il teppismo di Milano, il becerume criminoso di Toscana, il bulismo dell'Emilia e della Romagna: dimentica, ma invece sarebbe equo ricordare, che il male nel territorio della criminalità giovanile è qua'3i ovunque identico, che codesto male - te11dente ogni dì a ingigantire - trae la sua origine da una causa unica; l'abbandono dell'infanzia, l'ignoranza, la miseria economica, la scuola popolare, che, non per colpa d'insegnanti - povere vittime anzi del loro dovere lottanti co..1un tozzo di pane - ma di sistemi irrazionali, è in urto con l'odierno movimento soGiale, donde quel fiero ant.:--igonismog, ià rilevato da Rocheblave, tra la vita interiore, e quella esteriore del bambino, cioè dell'uomo in formazione. Tutto ciò per quanto concerne la prevenzione, di cui dev'essere cardine la scuola, sorretta dal fattore economico: se poi diamo uno sguardo alla repressione, ne' riguardi sempre della delinquenza giovanile, troviamo facilmente, elementi deleteri, purtroppo numerosi, mercè cui solo a un osservatore superficiale è concesso <limeravigliarsi, se la criminalità precoce è in aumento, giacchè quegli elementi - che da anni vo' studiando ed illustrando - congiurano a corrompere la psiche de' ragazzi, già in parte guasta da un ambiente domestico saturo cli.miasmi micidiali. Notiamo intanto (questo per la cifra 30.000 ricordata), che gli Istituti cli previdenza in Itali.a si contano sulle dita, e però non possono adoprarsi, elle a un salvataggio parziale, monco; insomma irrisorio. Cerio, meglio qualche cosa che niente: ma non cessa d'essere spettacolo doloroso, umiliante per la civiltà, il fatto, che quando si accoglie un fanciullo abbandonato, maltrattato, si chiuda poi la porta in faccia ad altri mille, che formeranno la loro educazione in istrada questuando, bestemmiando, rubacchiando, e magari percorrendo tutte le vie tortuose dell'oscenità, vendendo fiori, cerini, cartoline illustrate pornografiche. Poveri piccoli merciai ambulanti, che vendono pure la loro onestà, e che rappresentano, quasi sempre, la colposa apatia sociale. E dove andranno 1 Al reclusorio, attraversando le ca ·e cli correzione. Perfettamente logico cosi avvenga, perchè anche queste, come le nostre scuole popolari, non rispondono a un retto principio scientifico, non sono governate da un criterio di selezione senza cui è
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==