230 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIAI.1 miglior mezzo economico per creare la piccola proprietà e spezzare per leggi naturali il latifondo, specialmente dopo il mantenimento del dazio sul grano, che tt.. hai così validamente difeso, con felice intuito delle condizioni vere dell'economia rurale italiana. Questa mia persuasione la deduco da tutta l'esperienza della colonizzazione interna in Prussia, che solo può mantenersi organizzando i piccoli proprietari, con metodi analoghi a quelli della Rifoi·nia agrai•ia. E questa parmi vera e benefica opera sociale I • • •• Dei vantaggi, che la Riforma agraria è destinata ad assicurare alla mezzadria - alla cara e bella mezzadria delle mie valli natie - sarà breve il discorso, tanto essi appaiono evidenti. Il mezzadro divide per metà il prodotto del podere, Se, grazie ad un agricoltura più razionale ed intensiva, aumenta il prodotto totale del fondo, cresce la metà che spetta al mezzadro. Nelle nostre provincie, proprietari e mezzadri hanno cominciato a persuadersene e con diversi accordi tendono ad istituire dei conti speciali per i concimi chimici. Seguiamo gli importanti esperimenti del nostro collega on. Guicciardini. Una coltivazione a grano produce, col 'sistema antico, 8 quintali l'ettaro - ossia Lire 200, compresa la paglìa -. Con un sistema progredito di rotazioni, di coltivazione e di concimazione, il prodotto sale a 18 quintali per ettaro, ossia a lire 450, da cui bisogna dedurre lire 100 di maggiori spese: restano lire 350. Nel primo caso, il mezzadro ha la metà di 200 lire: ossia lire 100 di sua quota per ettaro. Nel secondo caso, egli avrà la metà di 350 lire, ossia lire 175: guadagno netto lire 75 per ettaro, È adunque evidente che il miglioramento ed il benessere dei mezzadri è indissolubilmente collegato al progresso tecnico dell'agricoltura ed all'aumento della produzione. Come possono ottenersi questi benelìci, in modo abbastanza rapido e serio1 Soltanto, colla Riforina Agraria! Questo è il punto su cui non bisogna farsi ilI usione e per il riuale bisogna combattere contro tutti i dottrinari e gli spiriti Jìacchi, che nulla conoscono delle nostre campagne. Tranne in poche zone di grande proprietà, per lo più ad affitto, e Ritnate nella vicinanza di centri intlustriali, l'agricoltura - e soprattutto la piccola prOt)rietà - anche nel Nord, è poverissima, patriarcale e priva di istruzione tecnica e di organizzazione economica. Chiedere a questi picco!i proprietarii l'energia morale, la cultura, e il capitale necessario alla loro redenzione è un utopia: è la continuazione di quei metodi. _digoverno, dottrinari, cattedratici, clte formano la povertà e la sventura d'Italia ! Quindi o Riforma agraria o decadenza economica e sociale di milioni di piccoli proprietari e di mezzadri. Non è questa una vera opera di redeniione sociale 1 • • • Dopo i mezzadri abbiamo tutta l'immensa categoria dei coloni e piccoli fittaiuoli. I coloni potremmo dividerli in due classi: quelli che partecipano al prodotto e ad essi si applica ciò che dissi della mezzadria: quelli a compenso fisso, e vanno compresi fra i salariati, di cui dirò in appresso. Il piccolo fittaiuolo non esiste praticamente nel Nord: è assai più frequente - a quanto credo - nel Mezzogiorno ed in Sicilia. Ora paghi egli il Jìtto in danaro od in natura - l'aumento del prodotto, che è conseguenza delìa Riforma agrai•ia, non può che notevolmente migliorare la sua posizione economica e sociale. r ella Rifo1·ma agntria troverai appunto tutto un complesso di proposte per venire in aiuto ai fìttaiuoli - sia direttamente c0l prestito di macchine, strumenti e bestiame e coll'iscrizione a società cooperative - sia indirettamente, col tramite delle Banche Popolari e delle Casse rurali, là dove esse esistono. La Riforma agraria non si sostituisce a questi istituti, ma si collega ad essi e si giova della loro diffusione. . • • Eccoci ai salariati., obbligati od avventizi.i, nei quali si concentra tanta iliade di miserie, di dolori! Mi è impossibile anche solo accennare in brevi tratti, ai varii aspetti della questione e ai numerosi problemi - di popolazione, di istruzione, di educazione, di previdenza, di organizzazione del lavoro - che essa solleva. Tu sei maestro in queste discipline e mi consentirai quindi di limitarmi ai rapporti che la questione ha colla Ri(oi·rna agraria. Stefano Jacini - che quanto più studio, pili ammiro - trovò la nota esatta, quando scriveva « che al miglioramento della condizione economica dei lavoratori si possa arrivare, mantenendo la libertà contrattuale .... però, ad una condizione, a quella che si migliori l'agricoltura "· Ed aggiungeva che ogni tentativo che prescindesse dall'aumento rlella produzione agraria, si.risolverebbe in una chimera. Ora, egregio amico, se non vogliamo inseguire chimere, in questa via dolorosa e doverosa del miglioramentv del bracciante e del contadino italiano - rla un capo all'altro della peni.sola - non vi è che un mezzo: proclurre di più! come già Yoleva Camillo Cavour. Così la Riforma agraria si riannoda al regi.me della grande proprietà ed a quello del grande affitto, che prevalgono in alcune zone d'Italia e vi accelera il nuovo progresso sociale del miglioramento della sorte dei contadini. Il credito, a mite condizioni, le maggiori facilità di produzione e di vendita, e soprattutto la trasformazione del debito ipotecario, devono - colla perequazione fondiaria - aumentare il reddito e diminuire gli oneri del grande propriet,1,rio, affinchè trovi un .
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