228 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI niente. Si, ...... l'arrestars; in una Rivoluzione, è fare un patto con la mor-le, ha detto giustamente Saint Just. La monarchia non ghigliottinerà nessuno, è vero, ma voi avrete perduto un'occasione splendida per abbatterla e per far trionfare, con il suffragio universale, la questione sociale. Voi avete detto che i morti devono esser vendicali con la conquista del suffragio universale. Caro amit:o mio, oggi ciò non basta più. Essi devono esser vendicati con la conquista della. Repubblica sociale. Scusate, caro Vanderwelde, queste osservazioni, ma coi compagni, io ho l'abitudine di parlar francamente. Auguri a voi e a tutti. A,IILCARE CIPRIANI. Parigi, maggio 1902. Emilio Vanderwelde ha precedentemente risposto alla lettera del Cipriani, con la intervista che ebbe col corrispondente dell'Italia del Popnlo, che è appunto Giuseppe Di Nava. « Io non credo - disse Vandervelde - all'efficacia « dei mezzi riooluziona,ri, specialmente nel Belgio. Non « dico che il continuare a far dimostrazioni sotto l'egida « delta polizia possa seroire a g1·an cnsa - ma penso « che la vera arma, l'arma per eceellenza, cui si tornerà «' a ricorrere (per quanto di difficilissimo impiego) al!a <' ripresa delle ostilità, è quella dello sciopero generale ... « Intendiamoci. .. se oggi è mancala, non v,uol dire che « fallirà domani >>. E quindi, dopo avere accennato alla seconda fase della lotta, aggiunse: « Noi tutti siamo repubblicani. Noi non abbiamo mai « separala la questione politica dalla economica. Sono « riforme che debbono camminare di pari passo, almeno « nell'epoca attuale. E la repubblica figura in tesla al o: nostro programma. Soltanto, doricement,doucemcnt, col « minor sacrificio di sangue possibile, preparandola a poo: co a poco .... Leopoldo II è vecchio ..... senia eredi « diretti. .... ». e - li che verrebbe ii dire-interruppe il Di Nava - « che non sareste troppo contento di una venuta di Ci- « priani r E Vanderwelde subito: « - Francamente, ora, e non ostante tutta la profonda « ammirazione che nutro per quell'uomo, no. Il momento « non mi sP-mbra pl'opizio per una rivoluzione: Troppo « presto o troppo tardi, amico mio .... ,> Ci sembra che Emilio Vandervelde, che non erede all'efficacia dei mezzi riooluzionari, non potesse essere più chiaro I Nor. Non ci siamo occupati del risultalo delle ultime Elezioni francesi perché ad una sempli,:ie nota di cronaca che si può leggere in qualunque giornale quotidiano, abbiamo creduto preferibile il commento autorevole che dopo i ballottaggi promise di mandarci il nostro illustre collaboratore G. Sorel, il quale si occupò in questa nostra stessa rivista dello spirito pubblico in Francia alla vigilia delle elezioni. Per abbonairsi alla " RIVISTA POPOLARE ,, mandare cartolina-vaglia all'On. Dr. lVA.POL. OOLAJANNI. Roma. Siamo dole TI tissimi cli dovere annunziare ehe la malattia del nostro Direttore non è aneora, pur troppo, entrata netta via risolutiva alla quale tutto pareva aeeennare. tJ,· stato necessario anche un terzo dolorosissimo taglio ehe vogliamo sperare sia oeramente l'ultimo. Agli amiei che continuano sempre eon tanta aJfettuosa insistenza a domandare notizie del nostro Direttor'e, sentiti ringraziamenti. LA REDAZIONE. LO SPIRITO SOCIALE DELLA RIFORM.A AGRARIA Caro Colajanni, Poichè lo desideri eccoti una modesta pagina sullo spirito sociale della Riforma agraria. Oltre che sull'intera economia. nazionale, quali effetti avrà la Riforma agraria sulle dolorose condizioni del contadino italiano~ La risposta. mi par semplice. Il contadino in Italia è povero, perchè la terra è povera: e la terra è povera, perchè - tranne in poche plaghe - vi manca dell'istruzione e ciel capitale necessari ad un agricoltura razionale, intensiva e rimuneratrice. Pauore paysan, pauvre 1·oyaume I dice un aforismo antico. Così la povertà dell'agricoltore si traduce in Italia, - paese essenzialmente rurale, - nella inferiorità economica della nazione intera. Arricchire la terra, per rendere più ricco il contadino, l'agricoltore, il propr·ietario e con essi la nazione intera, eccoti il pensiero economico e sociale, semplice e piano, che inspira la Riforina agra!'ia. La quale appunto altro non si propone che di dare alla terra italiana quanto occorra di capitale - sotto forma di credito in natura, di sementi, concimi, bestiame, aratri, macchine ecc. - e di istru.::ione - mediante le cattedre ambulanti cli agricoltuea., che eia noi hanno realmente fatta buona prova. Non è qui il caso di spiega.re il congegno della nuova organizzazione agraria., da me proposta per raggiungere i due scopi del capitale e dell'istruzione alla terra. Esso risulta dal progetto cli legge che sta ora dinnanzi alla Camera allo stato di relazione. Consensentimi anzi di esprimere in questa occasione i sensi del mio grato animo agli egregi colleghi, che al disegno di legge vollero cortesemente dare il loro esame coscenzioso e la· loro autorevole approvazione (1). (1) Dalla Riforma 1lgraria. Proposta di legge svolta e presa in considerazione nella seduta del 14 i\larzo 1901, N. 233. La Commissione e composta degli on. Sacchi presidente, Colosimo. Fe,·- rero di Cambiano. Guicciardiui, Rava, Sinibaldi, Vagliasindi, Vendramini e Maggiorino Ferraris ,•etatore.
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