246 RIVISTA POPOLARE DI POL/11CA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI Già la bandiera de' beccai aveva girato l'angolo di via <lei r.arbo; i più anelanti di battaglia apparivano già su la piazza di San Pirro Maggiore, (Juando dal palat.zo de; Tedaldini - proprio di fianco àÌla porta - una rnlata rii (]uadrelli andò a seminare lé!,morte in mezzo agli arrivati, menh'è dal pot'tòne, subitamente spalancatosi, un gruppo di cavalieri si lanciò su la folla. Parve che i popolani vacil I assero, ·orpresi dal sùbito as alto, ma fu un istante; i beccai diedero sotto ai cavalli con le loeo targhe; i ram de' cenciai .e i. punteruoli delle bagascie fecero il resto. Una mezz'ora dopo; datìa torre del pala7,zo la bandii3ra laMl'ata pendeva capovolta, come a lutto per la strage de' più baldi fra i giovani Ghibellini. Nel pala7,zo, dove la folla era passata come un branco di belYe devastatrici, mobilii stemmi, armi, arazzi tutto era stato fracassato, infranto, saccheggiato, Solo là porta ferrata d'una stanza resisteva an: cora agli urti furiosi d'un gruppo rii popolani e di donne attardatasi ad abbaLterla. - È quì chè è nascosto, è quì I - - Amma7,za ! Ammazza! - - Cede dunque 1 - Av.cora no - E un lungo urlo di rabbia succedeva all'ansiosa tlomanda, e un più furioso grandinare di colpi tempestava la porta. • Ma la porta resisteva; e contro le testo de' eh iodi, disposti a losanghe concentriche si spezzavano le aste delle alabarde e si schiacciavano i pomi delle spade. - Paglia! - Paglia! - No - urlò uno scardassiere che pareva, fra tutti, auto1·e,,ole: ~o, le case saranno òel Comune. - Viva Fiorenza! - E la furia dei colpi ricominciò. Smurati i gangheri la porta oscillò leggermente. parve in un ultimo forzo supremo volere o ti. narsi a reggere ancora, poi piogò, cedette, rovinò a terra. Era la camera da letto di Nuto Teùaldini, il feroce capo della superba famiglia; quegli che, un giorno, obbligato a pagare una multa al Comune, aveva mandati al Podestà i denari, sporcati nello sterco de' suoi cavalli. Àppeso al muro, a capo del letto basso, largo, semplice, un antico Crocefisso bizant-ino sembrava guardare con occhi spauriti, e sorridere amaramente da la larga bocca sgocciolante sangue. Un cassapanco era in fondo al letto, uno stipo accosto al muro, accanto alla fine tra. E una donna era in ginocchio fra il letto e il muro, quasi"sotto il crocefisso e stringeva al petto un fauci ullino, il più giovine dei Tedaldini, l'ultimo, l'unico ora, da che gli altri giacevano, corpi sbranati, in mezzo della piazza cl i Porta San Piero, ormai deserta. La folla si fermò un istante sul limitare come sorpresa, incerta, timoro:a d'un agnato. 'aspettava la battaglia, l'ultima lotta, l'ultima resistenr.a d ispera.ta ed ecco -- dietro f[ uel la porta tanto SO· lida - non c'era che una donna tremante di paura, scarmigliata., piangente; e si stringeva al iietto un fantolino; e stava in ginocchio sotto un grande <'rocefìs ·o nero che guarda va la folla con grandi oc<"hi spaul'iti, e rideva amaramente da la larga occa sgoccioianto sar1g11è, - È la madre - disse una delle bagascie. La donna alzò gli occhi nn istante e la vide ,:orne una visione di morte, le mani. e le vesti sozze cli sangue. e tese le braccia ad implorare pietà. Il terrore le annodava la lingua in gola. - :Ì!; la madre - ripetè la bagascia. Nella folla corse un mormorio - è la madre. Arrli occhi della misera la visione di morte o parve dileguarsi lontano, .-vanire, sparire attraYerso le stanze del palazzo devastate, mute; dopo un ·istante deserto. E il gruppo dei popolani prese la corsa verso S. Piero Sclwrag"io, Da.Ile ca e degli Uberti, ._chiattuzzo era uscito a ca.vallo in mezzo alla via, seguito da' congiunti e da' famigl i, ad a(·c:ettare la battaglia. Armato del largo spadone egli, per un'istante. tenne testa al la folla solo, separato nell'urto cl'oclio lla1 suoi. TJn istante durò e sotto l colpi poderosi lembi di corpo umano volarono in aria e rivoli di sangue corsern fra le pietre. Poi vaci I lò, parve ebbro; oscillò sul ca,rallò e ruzzolò giìt di sella. Mille armi, mille braccia rabbiose furono su lui l apparve sopra tutte le teste come sollevato in alto da \ma ondata furente e scomparve come ingoiato da 1111 abisso; riapparve di nuovo in ,ti toi pili lon=- tano :irondante sangue, un braccio mozzo, la testa spa<.:cata; si. fece rivedere vicino al gn1ppo de' suoi che intorno a.Ila handiera degli Uberti si difendevano ancora, sparì di nuovo, come un naufrago sbattuto quà e là dai marosi in furia, poi ......... la testa di Schiattuzzo ondeggiò in cima ad una lancia. I famigli, che non aveY,mo cavallo, chiesero, per Dio, la grazia della vita. Gli Uberti, i Fifanti, i 'l'edaldi erano fuggiti; la f-uperba bandiera. ern abbandonata stracciata, per terra; le case dei Hostich i deserte e la folla, lontano, lasciati in mano del Podestà i prigionieri, si disperdeva urlando: - Abbasso i Grarvli I Viva Fio1·enza! r◄: il popolo credotto che. gastigati i nemici della repubblica, avrebbe ott0nuto la grazia dell' acqua. Ma neppure quel giorno piovve, e per molti giorni ancora il cielo rimase sereno e la caldura continuò a 1·iardere i cervelli ed a bruciare la terra. A. AGRE'l'l'I. ~8 ~ Gli abbonali che inoieranno all' Animini ll'a::;ione cl ella R.i visla Popolare l' importo <lell'abbonaniento scaduto e lire una e cinquanta, riceocramw,franco cli porto, il oolwne Per l'eco· nomfa uaziouaJe e pel dazio sul grano, dcll'on. Dolt. Na1.JoleoneColajcuuii. . i
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