fllt'!STA l'OPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 243 citarsi più o meno consapevolmente. '.l'rasGurando ora dei modi pratici come il controllo può esercitarsi, sembra cl1e per « socializza1,ione della produzione» debba intendersi un controllo consapevole e melorlico della societ.\ sulla produzione. E niente più. Il concetto che la ociet.\ 0vol va verso il colletti vismo deriva dalla falsa opinione che generaimen te si lta della evoluzione economica. Generalmente si pensa che il modo tecnico e sociale del produrre sia. nella nostra società, abbastanza semplice. 'i crede che il tipo della produzione economica sia unico, e pertanto si opina che unico sia l'indirizzo evoluti,·o della societù capitalistica. Ora la morfologia del capitali. mo <' molto complicata. Pigliamo per esempio una idea così ap- [Jarentemente semplice come quella di salario. Chi non ò convinto di sapere che cosa sia un operaio salariato? Eppul'e l'esame <li questa idea sernpli- <'e - e gli economisti soli pos ono ,:aperlo - presenta le più indiavolate dillicoltà e nes ·uno può dire di conosceee ora tutte le forme cli rimunerazione della erogazione della l'orza umana di lavoro! Figurnrsi poi quando pas iamo al genere: intrapresa economica I In tutti i paesi a l'orte sviluppo indu ·triale ogni giorno che passa ci presenta un tipo nuovo ò'intl'apresa econo111ica. La capacità di rc,;istenza di queste forme di intraprese è molto variamente valutata. Chi volesse dare nua risposta spassionata al la domanda relativa alla capat;ità di sviluppo cd alla vitalitft delle varie iutrapl'ese economiche dowebbc rispondere che ogni nmo delrinùustria possiede un ti[JO di impresa che le si affù meglio. Non si può dire che la società per azioni, il t1·usl, il pool, l'impresa diretta o la cooperativa e le loro infinite sottoforme, ·i adattano indifferentemente all'agl'icoltul'a, all'industria mineraria, a quella dei trasporti, alle industrie alimentari o a quelle clell'abbigl iamento. L'esperienza solo può :tabil ire le no1·- me ancora es'e variabili che debbono presiedere alla organizzazione di una di queste intraprnse. Ora non è po sibile ammettern che tutte queste intraprese abbiano un ritmo evolutivo uriico. Dil'e indifferentemente di esse che gmvitano tutte verso un maggior accentl'amento tecnico e :ociale non è pos:sibile ecl infatti le statistiche tecle:,;che provano, per d ime una, che il processo di concentramento e di clill'usionc dell'azienda economica si svolge secondo una di versa legge nel l'intrapresa commerciale ed in quella industriale. 11 concentramento industriale, visibile in certi rami dell'industria, non si verifica pit'.1nell'impresa agricola; ove anzi si vel'ifica il processo inrnr ·o. In Olanda, in P1'u!-isi;t e in Francia, che sono i . oli paesi per i quali possediamo statistiche sicure, è evidente che la piccola e media propl'ieta agricola tenda a diffonder i; l'istessa cosa si Yerifica per l'impresa commerciale. Fondarn clun,1ue l'aspettazione del collettivismo sull'iniziato accentramento tecnico e sociale della produzione si può, a patto di pal'lare d'un collettivi:,;mo par_siate. Se la realizzabilit;l del collettivismo ha per presupposto che la produzione sociale si accenki in poche mani cl irettrici e monopolizzatrici, bisogna allora onestamente confessare che un collettivismo complr>lo della produzione appartiene agli avvenimenti assai poco [Jrobabil i. Oramai non giova più illudersi. La tendenza centralizzatrice si attua si, ma lentamente, e solo in certi rami della produzione. Se il concenframento non si verifica non è possibile la gestione sociale. Ora il Bernstein avverte che è tempo ~cli rinunziare al concetto d'un collettivismo totale (1). li Graham \rallas (2) ha deito anch'esso che in regime socialista « la proprietà privata ed anche l'industria privata esisteranno a fianco della proprietà pubblica e della pubblica produzione». E· ,;porrò frn poco le idee più complesse dell'Hobson a questo soggetto. Sembra ad ogni modo evidente cbe l'opinione di quei socialisti che si son yoJuto fare un concetto sperimentale e positivo della evoluzione econoniica e sociale della produzione, inclini a credere che un sistema unitario, collettivista, della produzione non sia possibile, almeno come ratto uni,·ersale <li lutti i rami òella J_Jrocluzioue umana. L'idea d·un collettivismo parziale comincia a penetrare nella coscienza dei socia] isti. E veniamo alle idee dell'Hobson. Questo distinto economista inglese scorge nell'industria moderna da una parte il bisogno, dall'altra la tendenza all"estendersi del controllo pubblico. Un tal controllo ha di mira i diritti della società industriale, considerata come un tutto e dei singoli consumatori. Le forme del contro! lo sono svariate e complesse, ma è certo che la loro tendenza generale consiste nell'impedire i danni e le frizioni del la libera concorrenza. ì\la la questione rispetto ai limiti possibili di questo controllo pubblico appare tutt'altra che risoluta. Un criterio può riscontrarsi in ciò. Il conLrollo pubblico suppone la concentrazione clelle industrie. È certo più facile controllare poche grandi fabbriche, cl1e innumerevoli piccoli edifici; una industria monopolizzata, che quelle libere. Niente si oppone ad ammettere che la forma congrua di questo controllo possa essere la gestione pubblica, statale o municipale, della impresa. Ma poichè non sembra il controllo possibile se non nel ca$O della grande produzione, si può sin d'ora prevedere che solo le industrie eserC'itabili su vasta scala possono sottopor:3i alla immediata gestione pubblica. 01'a la grande produzione non si ottiene se non quando il prodotto è sottoposto ai procedimenti meccanici. Dunque è verosimile supporre elle soltanto le industrie esercitate con mezzi preponderantemente meccanic.i possono diventare oggetto d'una protezione collettivistica. ARTUROLA13HIOLA. (Continua). (ll E. Bel'nslein 7.ur Geschirhte und Theorie des Sorialisma:i, Berlin 1901, pa!!'. i i\!. (ZJ Oraham Wallas,. ne, Fabian Ei;say., in Soeùtlism, Lou• don, pag. I~~- Non cito, naturalmente, il Merlino perchè le sue idee in proposito sono molto note.
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