RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ 201 Quesle domande la cui risposla per noi non ò dubbia, sarebbero sufficienti a dimostrare la gravità dolla faccenda. Vogliamo esser più chia1·i e più obbiettivi. Chi pot1·à negare che l'affare di Adua è per noi un mistero r Il mistero finanziario di lrallo in tratlo si svela per divenlare oscuro e per porgere occasione a qualche persona la quale aspi1·i alla nomina di· llappresentante presso la Cassa del Debito e9izian,,1 di giu11gere .... a destinazione. Il mislero politico viceversa si fa sempre più fillo. Primo Leci con due articoli nella aicista.'vfodcrna ha delto fin lroppo cd il Generale Mocenni nella Ricistci d'Italia ha messo la queslione in termini lali che un paese il quale si aequetasse e non imponesse la spiègw:rione delln {l'istc guerra sarebbe vile. F. costoro i cui nomi citiamo non 'l'olstoi e lo Czar. Il grande e il piccolo padre. (. \ssieite mi beurrc ùi Parigi). so110 uomini di parle: l'uno Capo dell'Uflicio Coloniale, l'altro Ministro della Gue1Ta ! Noi stessi avevamo lentalo di ricorrere allo Stilmann, i cui rapporli, in quell'epoca, con la Consulta sono uoti, riproducendo qualche brano del libro Fr((ncesco Cri.,pi; ma lo illustrissimo signor Procu1·alorc Generale di Roma riliene dannoso per le islilurioni palric l'argomento africano. Dunque r Non sapremo mai lullo l'interesse che il signor RaLtazzi ex ministro reale l1a avuto per le ilaliche faccende r non sapremo mai lulto il grazioso inleresse che molti genliluomini e gemildonne di corte hanno avuto per le patrie co3e '? Dunque, non sapremo mai se Baratie1·i ubbidì o comandò'? E di proposito vogliamo limitarci alla questione africana, la cui impo,·tanza è vitale per tulli, giacché, in fine, che ci siano stati dei deputali e senatori corrolli, che il denaro delle Banche 11011sia restato nelle lasche di coloro che sono stati dichiarati responsabili è cosa, se non nei particolari e nei nomi, è cosa diciamo, generalmente nola. • . . La sentenza del Tribunale, ha risoluto la questione. Ci sono i giudici di appello - si è dello. Ma se una speranza ogni onesto poteva concepire, solo la giovi11ezza, la moderni\à, il coraggio di un primo giudice potevano darla. Ed invece?. Ora, noi abbiamo già rivolto qualche domanda ali' on. Di Laurenzana. Gli chiedemmo di falli perché aveva ri· nunziato al mandalo che i! Governo gli aveva atlidato insieme col Damiani nella questione Crispi, e !'on. deputalo per Piedimonte Alife tacque. E noi tacemmo, perchò comprendemmo come fosse poco soddisfacente confessare che il Senatore Damiani - per mezzo del Senatore Pessina - aveva consiglialo Sfati Uniti, Inghilterra, eRussia. , - ~,,~ ,-_,-~·,::~J/.o~-·-- .loh11 1111II (1/iriuenclosi cttl(i Russiri): \'aLleoe, impostore, sono io soltanto il suo vero amico (degli Stati Unili). (Jo1wnal di Parigi). al Governo il ritil'O del suo compagno, troppo loquace. Ora, chiediamo all'on. Di Laurenzana: se egli, per parte del Senatore Damiani non abbia annunziato all'on. Guardasigilli che il Tribunale di Napoli non era favorevole alla tesi governativa, se !'on. Cocco-Ortu non abbia espresso qualche rimprovero per il Procuratore Generale di Napoli e non abbia promessi di mandare ordini. All'on. Guardasigilli poi ci permettiamo consigliare di non affidar certe missioni al suo Sollo-segretario, troppo nolo a Napoli .... Dopo tulio, povera magistratura e poveri giudici! Un inglese, parlando dell'!Lalia affermava che la condizione del nostro paese gli faceva ricordare l' Ancien R!;_qime. Facciamo ancora un passo ed arriviamo alla Conquète Jacobine. Ricordate, lellori, uno degli ullimi atti della Convenzione, la deliberazione di aITeslo per i Ventidue e per i Dodici? Come selvaggina sfinita erano slati i rappre• sentanti spinti nell'Assemblea - e le porte si erano
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