Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 8 - 30 aprile 1902

200 RIVISTA POPOLA.RE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI pita, non sarà un duplicato delle Scuole Supel'iori Commerciali, le quali hanno inte:iti esclusivamente professionali; ma invece mirerà alla diffusione della cultura scientifica commerciale, a simiglianza di ciò che già si fa in Germania e negli Stati Uniti. È perciò che il Dolt. Sabbatini accanto agl'insegnamenti tecnici ha messo opportunamente gran parte di quelle discipline che costituiscono il gruppo delle Scienze sociali. Tutto l'insegnamento sarà informato alla spirito moderno impregnato di criteri economici. Noi adempiamo al dover nostro segnalando all'ammirazione degl' italiani il Signor Ferdinando .Bocconi e mandando il nostro modesto plauso al dott. Sabbatini che ha saputo dare forma concreta lodevole all'idea generosa del fondatore. l,e memorie tli Bar1•as. (Sul proposito della sentenza per le carte di Crispi) - _La difesa del_lafigliuola di Crispi ha invocato la memoria di Paul Barras, i giudici di Napoli hanno risposto con una sequela di articoli del Codice e di sparsi ragionari, ed il signor Cancelliere della 1• Sezione del Tribunale Civile partenopeo ha pubblicata 1,na sentenza, per la quale ad un vecchio massone e senatore, prossimo a lasciare la sua vuota ed inutile tenda, in questa dolorosa terra, sarebbe lecito gabellare per documento di stato la prova infame di una coscienza venduta, o la spiegazione riparatrice di un avvenimento nazionale, e ad un umile travet, ad un umilissimo procuratore, sarebbe permesso di bruci~re e pubblicare ciò che il loro dubbio intelletto e la loro dubbia morale riterrebbero opportuno. li Tribunale però, nella sua infinita imparzialità, ha ritenuto che a codeste leggere operazioni dovesse assistere la figliuola di Cri,spi, ordinando che lanlo a lei quanto ai suoi rappresentami si bendassero gli occhi, e si comprimesse la bocca. I giudici poi che da buoni cr·isliani e da migliori cattolici, non banno mancalo di consultare il loro confessore ed il loro santo protettore, all'ultimo momento, hanno avuto dello scrupolo ed hanno cancellata la clausola esecutoria. Si dice che il Regio Avvocato erariale, assorto innanzi all'originale della sentenza, dopo aver contemplato la triste cancellatura, abbia sospiralo al portiere che aspettava la mancia : - Oh questi magistrali! - Dunq·ue, la sentenza è data. Anche per le carle di Paolo Barras ci fu una sentenza più umana e più giuridica, ci fu una védova che sdegnosamente scaraventò sul volto dei ministri reali l'arbitrio commesso, ci furono degli amici leali ed una stam- -pa liberale che si agitarono e crearono una agitazione vera e piena, -- ma le Memorie dell'ex DiretLore furono pubblicate dopo cinquanta anni. Ed in Francia ed in quell'epoca, al signor Saint Albin si scriveva: « - Cittadino, Barras lasciò le sue Memorie alla Na- « zione. Voi avete fra le mani i documenti più propri a « dimostrare come egli sia stato fedele ai suoi principi: « la Nazione aspetta, cittadino I - Ahimè, nella liberissima Italia quella decisa dal Tdbunale di Napoli è una bazzecola, che non può occupare ed interessare né un buon e timorato cittadino né un diligente e tranquillo deputalo. · ' L'on. Colajanni aveva presentata una interpellanza, la quale - c'è un Dio per i bricconi e per i ministri I - decadde per la malattia dell'on. deputato. Ci fu forse qualche altro rappresentante della nazione che-si preoccupò di quella interpellanza non svolta, che per lo meno, osò una timida interrogazione al Ministro per la cosi,ldetta Giustizia? Ma veniamo ad una domanda ancora più modesta: quale giornale seguace della formula zanardellianaprincipatum et libertas commentò la sentenza del Tribunale di Napoli? Ahime, principatum, si, libertas ... Oh vecchie, e vecchie formule del .quarantotto, solo per voi la senilità impotente può comandare ancora in questo paese, dove fiorisce l'arancio! Fummo i primi ad oc~uparci delle carte di Crispi ed esprimemmo liberamente le nostre vedute a la nostra opinione, i nostri dubbi e le nostre paure. Oggi torniamo sulla questione cui il pronunziato del tribunale non toglie il carattere eminentemente poli~ico. In fondo, se tutlo si fosse limitato alla controversia giuridica circa il di1·ilto del Govnno ad intervenire nella successione di un ex minisl1·0, e se la controversia si fosse agitala fra pa1·ti insospettabili noi ci saremmo mantenuti estranei nl dibattito. . Ma quando la successione di c·ui si discute è quella di Francesco Crispi. di un uomo cioè che riassume il periodo più burrascoso e più doloroso della vita pubblica italiana, quando molta gente già sospettata comincia ad agitarsi incomposta attorno a queste carle, quando un Governo osa riporre quella fiducia negala ad altri in alcune persone troppo significanti, quando nel giudizio queste persone accettano la richiesta governativa con entusiasmo, ed il Governo - felice lui - nella sua illegitlima domanda vien difeso oltre che dai suoi avvocati, dall'on. Gianturco e dal senatore Fusco e da altri, e quando il t.ribunale in una maniera più o merio lojolesca viene a secondaI"C lo scopo governativo, lo intervento della stampa veramente liberale si impone. E diciamo a questo punto che sinceramente abbiamo deplorato la condotta dell'on. Gianturco: che egli fosse spinto nella difesa assunta da interesse e simpatia per i suoi clienti non vogliamo, né dobbi~mo credere, per non fargli ingiuria. Sperava forse l'acuto professore di riacquistar simpatia e fiducia altrove perdut.a? In quanto -al senatore Fusco, noi comprendiamo perfettame11te il sentimento che muoveva e deve muovere un uomo la cui esiste1na è travagliala dallo spettro Conti, che minaccia oggi di rompere i sigilli e venir fuori dopo circa quindici an11i di silenziosa sepoltura. Ma noi rivolgiamo qualche categorica domanda al Governo presieduto dall'on. Zanardelli: è o no vero che trattative corsero per la compra in blocco delle carte di Crispi? È o no vero che il Ministero non voleva pagar~ più di 250.000 lire r È o no vero che l'attitudine della figliuola di Crispi ruppe il mercato? È o no vero che !'on. Zanardelli mandò ad offrire una identica somma, sdegnosamente respinta dalla !ìgliuola di C1·ispi, la r1uale non negava la restituzione di veri documenti di sLato, ma voleva costatarne sicuramente la natura e voleva essere arbifra del resto, dichiarando che avrebbe solo pubblicato ciò che poteva spiegare e giustificare la vita politica del padre? È o no vero che il Senatore Damiani abbia dichiarato che dalle carte di Crispi nessuno sarebbe stato colpito, che niente egli avrebbe rivelato r È o no vero che !'on. Presidente del Consiglio e 1'011. Ministro Guardasigilli non sapendo come batter ritirata, dissero che il Ministero doveva trattare con l'eredeuniversale?

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