Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 8 - 30 aprile 1902

220 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI fisico, avvezzo alle facili generalizzazioni, non rigorosamente materiate da falli. Le sue solite metafisiche generalità applicale al caso concreto zoppicano e si dimostrano scientificamente g:·aluile. Ne elenchiamo alcune. 1. « Gli interessi dei socialisti non possono essere op- « posti agli interessi nazionali, anzi si debbono promuo- « vere sollo lulle le forme. » Credo che i socialisti siano dello stesso parere; ma la questione è di vedere se l'andare a Tripoli invece di promuoverli! non sia un diversivo, un impedimento, o una proroga, o una sottrazione di forze a chi vorrebba curali e 1·isolli precisamenle i più urgenti interessi nazionali. 2. « Economia e po.litica non sono due cose scpaI'abili a volontà e arlificialmenle. » D' 1tccordo : ed è precisamente in nome dell'economia positiva che noi ci opponiamo ad ogni avventura tripolina. Se !' Italia non ha capitali per sfruttare le felici risorse agricole, industriali e commerciali di casa sua, dove li troverà per sfruttare la Cirenaica e la Tripolitana r Nel capitale stranù-ro..... come straniero è il capitale che sfrutta le nostre minic1·e, le nostre ferrovie economiche, le nostre forze d' acqua ecc. qui in Italia. Il problema adunque per gli Italiani non può essere che questo: come aumentare la produzione, la ricchezza e il capitale nazionale .... qui in patria. 3. Come corollario, non si può che malinconicamente sorridere vedendo sentenziare della Tripolitana come « di un terreno d'a::ioneper il capitale e il la~oro italiaw1 data la nostra colossale emigrazione che negli ultimi tempi è enormemente cresciuta. » Chi parla cos·1 legge1·- mente della possibilità d'incanalare per uculi nella Tripoli lana le for;;;eelementari demograJìche della nazione italiana - cioè 200 o 300 mila emigranti all'anno - dimostra di essere perfettamente all'oscuro di ogni criterio e nozione di Geografia, di Etnografia comparata e di Statistica economica. Cos·1quando il prof. Labriola a,;serisce che la nostra emigrazione in America porge ora l'aspetto più tristo della nostra i11j'eri,1ritànel mondo, sia- . mo disposti a dargli ragione, purché riconosca che l'unico positivo rimedio è 1·ial.;are in patria il oalore singolo di ogni citt«dino facendo s·1 che, emigrando, non abbia lo stigma della miseria, dell'analfabetismo della disperazione inconscientc che ;:ontraddistingue gli italiani all'estero. 4. L'ultima asserzione del prof. Labriola che « l'Argentina e il Brasile non costituiranno mai una n1u>oaItalia che potrebbe esser formata incece in Tripolitana » è il riassunto e la controprova della profanità sua alle scienze geografiche, etnografiche ed economiche, ed accusa quel!' abito metafisico e ,piella persistenza di pregiudizi classici che il suo professato materialismo storico - me1·amente dialettico e non materiato di ·erudizione concreta sugli stati moderni - non è riuscito a correggere. (La Educa;ione politica - 15 aprile). • Prof Angel0 Celti : La Società per gli studi della malaria e la campagna nti-malaricaIn· Italia (1898-1902). - Riferirò in poche parole i 1·esullati ottenuti, sia nel campo dell'epidemiologia, sia nel campo della profilassi. Quanto all'epidemiologia era già noto che tre sono i tipi protozoi ,malarigeni dell'uomo; quelli delle febbri eslivautunnali - le più gravi ed eventualmente anche mortali - quelli delle febbri terzane_lievi, e quelli della quartana. I primi si trovano per luLl( Hai ia, ma la loro diversa ;proporzione comparati va men te a quella della terzana lieve, la loro diversa virulenza fanno si che si possa dire con Giustino Fortunato che vi sono due llalie malariche, l'una al 1101·d,e in una parte del centro con malaria lieve (terzane lievi) l'allra, che comp1'endo la .Maremma toscana e romana, l'Italia meridionale o insulare con la malaria più grave (febbri estiveautunnali) <' quindi con più elevata morlalità. La qua1·tana è la epidemia più scarsa e più uniformemente distribuita. Dove c'è mala,·ia gli anofeli 11011mancano, p<'rò no11 in lutti i luoghi la loro quantilit è in proporzione diretta con la intensità della epidemia, anzi è spesse volle in proporzione inve1·sa. Jell'ltalia media e supe1·iore s'inco11l1·a110 numerosi luoghi con le paludi più lipiche e più innumerevoli anofeli senza che vi si sviluppi la mala1·ia ad onta che vi arrivino malarici dal di fuol'i e vi si manifesti qualche caso auloctono spol'adico di febbre. Forse ciò dipende perché le zanza1·e, come talvolta anche l'uomo, possono diventare refratta1·ie a questa malattia. Sui tipi epidemici, sui rappol'Li tra l'infezione dell'anofele e l'epidemia di malaria, sulle oscillazioni periodiche annuali, sulla st:omparsa e 1·icomparsa della malaria dove lo stato locale rimane immutato elc., vi è ancora un largo campo di studi rise1·valo all'avvenire. Per la p,.ofllassi si è pur Lroppo veduto e confermalo che alcune febbri sono così ostrnate da recidivare, ad onta della cura anche protratta col chinino, o solo o misto con arsenico o ferro, e cl1e con le cure, anche miglio1·i e più abbondanti nel periodo preepidemico, non si riesce ad impedire lo sviluppo e l'estensione della malaria, e (1uindi, in pratica, deve essere mollo e mollo difficile col solo chinino srddicarc la malaria da un'estesa località. Invece diede risultati migliori e più ab-· bonda n ti lu cura preoentica mediante il bisolfato o l' idoctr1rato di c/1inina: su 208 persone si ebbe appena il 2 010 di febb1·icitanli, mentre quelle rimaste, per controllo, senza cura ammalarono diti 25 al 6-'i 010. Io questo senso preventivo ha riconfermatd i suoi pregi anche l'elilcarbonato di chinina (euchinino) che però col suo prezzo elevato non può concorrere con gli altri sali di chi:'1ina . Risultali addirittura brillanti diede ovunque la pl'ojìtassi meccanica, specialmente con la protezione delle case. Nell'anno passalo vennero protette ben 5165 persone. Nei luoghi di malaria più grave si eube nei 4363 protetti da zero e ,1.50, e in media 1.9 010 di malati di febbri primitive; negli 802 non completamente protetti si arrivò da 8.2 a 14.7 e in media a 10.9 010, Fra le più grandi e felici applicazioni segnalo quelle del!P, Società ferroviarie, della Direzione Generale delle Gabelle, e quelle di alcuni proprietari del Lazio, delle Puglie e del Veronese. Oltre a tutlo questo lavoro beneficamcnle profuso, la Società per gli studi della malaria ebbe la fortuna di essere consultala cd apprezzala da Governi e scienziati di Francia, Austria, Rumenia, G1·ecia, Spagna, Brasile e Argentina. Il Municipio di Roma, per iniziativa del prof. Postempski, ha dato il buon esempio ,!'introdurre i nuovi salutari principi di igiene antimalarica nel suo regolamento sanitario, e il ministero dei lavori pubblici li ha già introdotti nei capitolali d'appalto dei lavo1·i in località palustri. Anche la Croce f\ossa qui nell'Agro Romano ha condotto già due benemerite campagne anlirnala1·iche. Ovunque però occorre un'attiva pl'Opaganda di fatti per sterminare o a Imeno indebolire un nemico poderosamente fo1·tifìcalo da secoli nei suoi estesi domini, e che in ll~lia colpisce annualme11le in media 2 milioni di abitanti e ne uccide dai '12 ai ·J5.000. (Rivista Moderna. - 15 aprile),

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