Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 8 - 30 aprile 1902

218 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE È SCIENZE SOCIALI doviziosa antologia della gaia e mesta materia, fuor di confronto più istruttiva e feconda d'ogni astratta dissertazione, messa com'è, passo a passo, in costante e vivente rapporto con le condizioni dell'ambiente fisico ed etnico, storico e politico, economico e morale, filosolìco e religioso: passando graclatame11te dai commediografi, dagli umoristi, dai satirici e dai romanzieri del setteci::,nto, in Inghilterra, in Francia, in Germania, in Italia, e att!'averso il contributo che la letteratura dialettale reca ovunque alla nazionale, fino al romanzo moderno presso i popoli latini, i teutonici, i bl'itan11i, gli slavi, fino al teatro con temporaneo d'ogni paese, fino al libello ed all'humour fiorenti per tutta l'Europa e l'America nel secolo di cui celebrammo due anni or sono la fine. Ma, come ho eletto già nel primo gruppo di questi rapidi stelloncini, recensendo il precedente volume, una teoria ben precisa e determinata del ridevole balza fuori da tutta questa piramide colossale cli documenti: ed é quella stessa (lo noto con ingenua compiacenza) che io avevo già formulata, su basi molto men vaste invero, e con audacia che ora posso ben chiamar fortunata, nella smilza mia « Psychologie du Beau et de l'Art ,> (Parigi, Alcan), dicendo che il ridevole, comico, umoristico, spidtoso, o grottesco che sia, consiste sempre nell'intima combinazione di un elemento piacevole, prevalente, e di uno spiacevole in grado· minore, e che ad ogni modo è condizione essenziale del primo. In un'amena burla alle spalle d'un semplicione, ad esempio, l'ilarità sprizza dal godimento della malizia allegra di chi l'ha ordita, la quale però non avrebbe avuto modo d'esercitarsi senza la grulleria di quell'altro, che pure, per sè stessa, non ci darebbe che un'impressione sgradevole. E non un caso, fra gl'innumerevoli riportati nei tre grossi volumi del Massarani, m'è parso sfuggire, bene analizzato, a_questa unica e semplice definizione. *** Malgrado le troppo modeste dichiarazioni, che in forma arguta e brillante AlessanclroGroppalipremette alle sue Lezioni di Sociologia (Torino, editori Bocca) io le trovo troppo importanti, troppo opportune, e troppo belle, per non segnalarle a chi, profano a quest'ordine cli studi, voglia con poco dispendio di tempo e di fatica mentale, colmare una lacuna, oggi veramente deplorevole, che gli arcaici programmi scolastici e le successive diverse occupazioni avessero finora lasciata nella sua coltura. Queste lezioni, infatti, tenute nell'Università Popolare ferrarese dal giovane sociologo amico nostro, gli daranno in poche ore, e con vero e continuo diletto dello spirito, un'idea sufficiente ed esatta, se non altro, dei termini e dello stato attuale dei più solenni problemi relati vi alla convivenza umana: dell'indole, della natur·a, dei metodi della sociologia; delle origi11i animali ed umane della famiglia e della società; delle cause e degli sviluppi e delle trasformazioni dei gruppi sociali; dell'origine e dell'evoluzione dei fatti economici, dei giuridici, dei politici, dei morali, degli estetici e degli scientifici; e infine, delle leggi supreme e più comprensive,. in cui si riassumono e si integrano tutti i diversi ordini di fenomeni sociologici. Per chi, poi, amasse approfondire l'uno o l'altro dei problemi qui sommariamente discussi, o per chi di queste lezioni volesse farsi soltanto un programma o una guida a studi più ampi, aggiungerò che ad ognuna cli esse è fatta seguire una sobria ma scelta bibliografia, che addita le migliori e più recenti opere intorno alle materie che vi sono trattale; ed a chi, invece, quPsto cenno paresse fra i miei « Stelloncini letterari» un intruso, rammenterò la nota apposta al primo gruppo di essi, e farò notare che é wciologia, per quanto spicciola e modestamente intuitiva, anche ci0 che m'han suggerito i romanzi di Jolanda e della Guidi; e che é letteratura anche la forma, semplice insieme ed eletta, con cui Alessandro Groppali sa rivestire in ognuno dei suoi lavori il proprio limpido e comunicativo pensiero. *** Nel sempre simpaticissimo « Européen » (8 febbr.) Marce!Collière ha un brillante articolo che potrebbe intitolarsi Ciondoli e nastri, e che finisce col segnalare un'informazione da Berlino, secondo la quale, tra i decorati in occasione del genetliaco imperiale, ventisette persone, in maggioranza insegnanti e impiegati, avrebbero rifiutata l'onorificenza, dichiarando di non aver lavorato che per fare il loro dovere: gente, egli sogf,l'iunge, a cui nessuno sarà grato di tanto fiera virtù: non i colleghi, che vedranno in essi dei poseurs; non i superiori, che, stupefatti, li giudicheranno spiri ti caparbi e riottosi, e che ne intralceranno tutta la carriera, se pur non troveranno un pretesto per interromperla bruscamente; non le dolci spose, che ripeteranno poi spesso, ad ,Jgni promozione mancata, il sacramentale: « Io te l'avevo pur detto! ... ». Ebbene, appunto per questo, per tutto questo, il Colliére, e noi seco, di tutto cuore, applaudiamo a questo nobile esempio di saldezza morale e di virilità civile, e, sopratutto, di serietà umana: resti, resti tutta, l'imperiale e regale chincaglieria, a quegli altri: a quelli, che se non fossero cavalieri, non sarebbero nulla; a quelli, che sol amen te il nastrino può far c1·edere benemeriti del paese; a quelli, cui null'altro che la commenda può dare una vaga apparenza di galantuomini! * Nel ,_o 1:::, febbraio, poi, Charles-HenrHyirsch discorre a lungo ed acutamente Dello stato attuale det romanzo francese, passandone in rivista i prodotti più tipici e più recenti, e concludendo che esso non é né storico, nè psicologico, né naturalista, né classificabile nelle solite categorie scolastiche, tanta é la varietà, l'originalità, la divergenza delle ricerche personali dei singoli autori; i quali anzi si rinnovano e si trasformano ad ogni successivo lavoro, tendendo ciascuno non più a divertir gli annojati o a descriverne gli ozi viziosi e infecondi; ma a penetrare con spirito filosofico nell'intima vita del mondo contemporaneo, chi da una parte, chi dall'altra, ciascuno per sé, ma tutti verso la stessa mèta, oscura perché profonda, inafferrabile perché situata all'infinito. * Infine, ancora Marce!· Collière(22 febbr.) commemora Le père Hugo, il grande papà di noi tutti, poeti e prosatori ed artisti del mondo latino, l'uomo che ha amate, proclamate, cantate tutte le belle, le buone, le grandi cose che proclamiamo, cantiamo, amiamo noi pure; l'uomo che ha combattuto, cinquanta, sessanta, settant'anni prima di noi, e quasi

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