Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VIII - n. 8 - 30 aprile 1902

.kfVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI Prestnternente gli Stati Uniti sembrano già aver preso possesso dei paesi brittannici e del loro commercio. in trenLatre anni l'esportazione americana in Inghilterra é aumentata del 137 0J0, nell'Africa inglese del 1013 010, nell' Australasia del 421 010, 1lelle Indie del 1126010 e nell'America inglese del 3'22010. Nel 1900 l'esportazion~ americana nei paesi briltannici è giunta alla cifra formidabile di 3500 milioni di franchi. Gli Stati Uniti hanno quindi, in conclusione, fatto già una vera presa di possesso dell'Inghilt.er1'.a e delle sue colonie. Quale maggior profitto ricaverebbero essi incorporando l'Inghilterra f • .. Se dal dominio del danaro e delle merci passiamo ad una sfera più elevata d'aspirazioni e di tendenze nazionali, saremo stupiti delle differenze essenziali cl1e separano gli Stati Uniti dall'InghilteITa e dal vecchio mondo. Ecco u11:, Stato che esiste da poco più di un secolo e uno che ne conta delle diecinc. Là gli uomini sono liberi e uguali perché sono uomini, qui essi non lo sono che perchè hanno avuto la fortuna <li poter strappare alcuni lirandelli cl-i libertà alle classi privilegiate. Pe1· l'uno lo Stato nor1 6 che un semplice organo dominalo dall'individuo; pe1' l'altro l'ir>dividuo é l0galo in Lutti i modi dallo Stato. L'Inghilte1Ta, mercé il suo passato storico e la sua situazione gcog1·afica nella men Ledefinita, è stata presto cosciente dell'idea di nazione e di patria ; la sua organizzazione politica é un arsenale di cui le pareli sono riempile di p1·ivilegi secolari e irnm~tabili di nobili e di ricchi, di residui di costumi venerabili e inattaccabili; il mare che la separa dai suoi nemici di fuori dà alla sua vita qualcosa di finito, cd essa conserva alle sue istituzioni la vernice di secoli innume1·evoli. L'America, con la mobili là clic dà la gioventù, va sempre avanti; la natura del mondo in cui evolve le per• mette di cambiare di forma e di individualità. Le nazionalità di Europa suffìcientenle cristallizzate, con la loro vernice uniforme del tempo, µossono p<1rlare di unione; ma l'unione di una di esse con gli lati Uniti di America presenta delle difficoltà insormontabili. Un vecchio ronzino messo a pariglia con un cavallo nrabo puro sangue potranno difficilmente fa1·si notare per la loro marcia armonica. Tutto li sepa1·eril, cominciando dall'età e finendo ai loro temperamenti. Gli spiriti preoccupati inglesi pensano già ad un mezzo più facile di sa lui.e: il protezionismo. Essi pa1•tano dal principio che il libero scambio ha fatto fallimento in America. La dott1·ina di Adamo Smith non é benefica che nei paesi indifferenti ad ogni concorrenza sia per la loro posizione geografica, sia per la ricchezza delle loro risorse economiche. Allo stato in cui siamo discesi, grida per esempio J. Beattie Crozier, nella Fomi.r;htly del ma1·zo, i nostri produttori cesseranno presto di produrre « perché essi non hanno alcuna garnnzia individuale o collettiva di poter rivendere i loro prodotti ». Noi abbiamo bisogno della protezione - ci dirà lo stesso scrittore - perché altrimenti l'Inghilterra discenderà al livello d'una potenza di terz'ordinc. Noi ncn abbiamo altra scelta: o il protezionismo o la rovina completa col libero scambio» E questa voce non è isolata I L'Inghilterra non vive ormai eh.i del suo capitale del passato, gridano molti economisti. La nostra produzione diminuisce, la nostra esporta1.ione si abbassa, e non v' é che la nostra importazione che aumenta lutti i giol'ni. L'Inghilterra ha compralo nel 18i8 per 25 milit.\Ji di sterline di merci americane, 58 nel 1898, e 861t2 •iel 1900. Pe:i bisogni del consumo ha comprato 61112 mili1,, ni di sterline di p1·odotti agricoli nel 1861, 134112 nel 1881, liti nel '1891 e 169 nel 1898. Le sue esportazioni che erano salite a 255 milin11i nel 18i3, nel 1898 sono discese a 233 milioni. Le sue importazioni clte 11011 erano che 161:112 milioni nel 1858, sono salite a 249 nel 18fi3, a 29!t nel 1868, a 37l nel 1873, per giungere alla cifra grossissima di 470.378.583 lire sterline nel 1898. Ciò mentre gli Stati Uniti hanno diminuito i loro a~quisti in Inghilterra del 55 010, la Repubbli0a Argentina del 40 010, e la Germania, l'Olanda e il Belgio del 21 0J0. . •• Se dall'industria si passa all'agricollura la situazione è ancora più grave. La Gran Bretlagna a poco a poco ha distrutto la ricchezza dei suoi cumpi clie sono stati trasformati in terreni da pascolo o ;n luoghi di caccia. La popolazionu rlelle campagne ha emigrato nelle ciltà, e 4.ueste s1 sono sviluppate in modo fantastico. Roberto E. Tunbull, :::he ha fallo degli studi sull'agricoltura inglese per conto del Lonrlon Farmers Club, dice che il capitale dei tandlords ing!esi, rappresentante, nel 1874, 1.874.000.000 di sterline, nel 1892 é discP.so a 1.160.000.000, ossia del 38 010 in 18 anni. Il capitale degli atfittaiuoli nello stesso tempo é disceso da 440.550.000 milioni di st 1 rline a 330.575.000. Dopo il 1892 la situazione non ha fallo che peggiorare. La cultura dul grano che nel 1875 era stata fatta su di un'estensione di 3.737.'140 acri, é discP.Sa nel 1900 a 1,957.573. Nella sola Inghilterra la diminuzione nel 1!)00 è stata di 145,000 acri. Intanto il numero delle bestie non è aumentalo: i montoni sono anzi diminuiti di 2 milioni e i porci di 100.000, • . . li 0ambiamcnto radicale dal libero scambio al protezionismo minaccia di gettare l'Inghilterra in gravi imbarazzi. Chiusi i suoi mercati essa sta per vedersi chiudere i mercati esteri. Che impo1·ta - dicono i figli degeneri di Bright e di Cobden - noi contin·ueremo a produ1-re pe1· nostro conto e per quello, se possibile, delle nostre colonie. L'l11ghillc1·ra si rassegna alla modesta situazione dì essere il prop1'io fornitore. Ciò che conferma l'Inghilterra nella sua nuova religione protezionista, é che la Germania e gli Stati-Uniti sono diventati grandi me1·cé le loro tariffe quasi proibitive. Una trasformazione cos·1 decisiva nella vita inglese non potrà operarsi dall'oggi al domani; ma é inevitabile e immediata. Vi saranno ce1·to dei rovesci, e terribili. Quando il sistema doganale vorrà involgere tulle le colonie - specie di lmperial Zottcerein, il sogno di Chamberlain fin dal '189i - incontrerà una viva opposizione nell'Australasia e nel Canadà. Sciolte dai loro legami, quelle colonie rientreranno nell'orbita americana,lasciando l'Ingbillcr1·a fuori. Potrebbe anche essere che gli Stati Uniti, gravemente lesi nei loro interessi p1·imordiali, non si rassegnassero, e che si verificasse un gravissimo conf1illo. Malcontenti, gli Stati Uniti rivendicherebbero gli a1·gomcnti della loro forza per far trionfare la dottrina di Mom'oc. I principi elastici di questa dottrina permetlerebbero loro di reclamare il Canadà e poi il commercio nei mari dell'America. L'un'one probabile con I' Auslralasia e l'allargamento dei p1·incipi di Monroc in Australia, as$icurcrebbero agli Stati Uniti il dominio su tutte le isole e su tutte le colonie del Nuovo Mondo. Non si può rimproverare agli Stati Uniti questa in-

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